Di solito non cito i testi religiosi, non per superbia materialista ma perché penso che dobbiamo risolvere i problemi senza ricorrere a soprannaturali di comodo o di illusione. Chi ricorre alla ‘guerra santa’, voluta da nonsoquale divinità è un truffatore.
Invece il Papa Bergoglio dice cose ‘materialistiche’ positive. Assediato com’è dalla burocrazia ecclesiastica nelle questioni di potere, riesce comunque a toccare le questioni sociali con grande lucidità, laicamente, senza scomodare inferno e paradiso. Già nell’enciclica “Laudato si’” del 2015 aveva affrontato magistralmente il ruolo dell’uomo nella natura, segnalando i rischi dell’inquinamento etico e materiale. Qualche giorno fa ha pubblicato un’esortazione, “Laudate Deum”, in 73 paragrafi. Solo il titolo e alcune conclusioni sono di tipo fideistico-religioso. Il corpo del testo è un semplice ma profondo allarme sui pericoli incombenti sulla nostra civiltà. Le novità non sono nella descrizione degli inquinamenti, ma nella perentorietà dei giudizi profani di un leader che non sogna gloria sulla Terra. Cito qualche breve estratto: “il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura”, “non possiamo più fermare gli enormi danni che abbiamo causato. Siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici”.
Così racconta esplicitamente dei pochi ricchi che inquinano più di tanti poveri, del surriscaldamento globale, dell’acidificazione dei mari e del ritiro dei ghiacciai, della deforestazione, del rischio di eventi dannosi convergenti. Racconta del paradigma tecnocratico (“l’immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza”), delle responsabilità di chi detiene il potere tecnologico (“è terribilmente rischioso che esso risieda in una piccola parte dell’umanità”). ‘Picchia’ anche sulla comunicazione: “la decadenza etica del potere reale è mascherata dal marketing e dalla falsa informazione”, “i poveri stessi a volte cadono nell’inganno di un mondo che non viene costruito per loro”. ‘Picchia’ sui poteri economici: “la logica del massimo profitto al minimo costo, mascherata da razionalità, progresso e promesse illusorie”, “corriamo il rischio di rimanere bloccati nella logica di rattoppare, rammendare, legare col filo, mentre sotto sotto va avanti un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare”.
Qui Dio e i cattolici non sono citati, è un impegno per soli umani, ma tutti. Vi sollecito a leggere il testo e a trarne conseguenze per la vita privata e professionale. Un testo che un nostro governante non sarebbe in grado di scrivere. E non voglio anticiparvi quel che dice della debolezza della politica internazionale e la sintesi superlativa che traccia delle Conferenze mondiali sul clima. Non è una scoperta: già ne sapevamo la cronaca, ma la fonte papale è così autorevole e accorata da scacciare ogni divina e ogni autarchica interpretazione del mondo. Formidabile la perspicacia e l’autorevolezza tutta pragmatica dell’intervento. Un religioso che si occupa delle cose temporali con più serietà dei laici!
Chi è cattolico troverà importanti anche le motivazioni spirituali, chi non lo è può fermarsi al paragrafo 60. Ce n’è abbastanza. Buona lettura.