Nostalgia di futuro, che bella frase, anche io ho nostalgia di futuro”, queste le parole di Gianni Letta intervenuto alla seconda edizione del Premio in ricordo del fondatore della nostra rivista, che da 28 anni testimonia l’importanza di aiutare le persone a capire, a vivere da protagonisti ogni momento della propria vita.

Letta, nonostante gli impegni istituzionali di un momento particolarmente delicato e difficile della vita politica italiana, ha testimoniato con la sua presenza quanto non sia inutile proporre e sostenere momenti di approfondimento. “Giovannini un uomo che qualcuno ha definito visioniano – ha detto Letta – perché seppe anticipare i tempi, seppe vedere più avanti di quanto gli editori non solo italiani erano capaci di vedere. Con larghissimo anticipo, non solo in Italia, intravide le profonde trasformazioni del mondo della comunicazione. Allora, quando lui cominciava a praticarle le nuove tecnologie erano ai primordi e non tutti erano capaci di presagire ciò che oggi è sotto i nostri occhi e che ci porta ad organizzare questa tavola rotonda. Qualcuno le scambiò per manie, oggi sono il motivo per cui siamo qui riuniti. Con Giovannini ho condiviso gli stessi entusiasmi e sono ancora ammirato e grato per quello che ha fatto. Ho nostalgia di un futuro spero migliore così come quello che Giovannini presagiva e così come lui lo ha preparato”.

Di capacità visionaria di raccordo fra passato, presente e futuro hanno parlato tutti i relatori. “Noi ci ispiriamo a lui in incontri come questo dal tema attualissimo”, ha sottolineato Carlo Malinconico Castriota Scanderbeg, Presidente Fieg. Gina Nieri (Consigliere di Amministrazione Mediaset), Roberto Natale, Franco Siddi (Presidente e Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana) e Giulio Anselmi (Presidente Ansa) da punti di vista diversi ed anche contrastanti hanno testimoniato l’urgenza di comprendere ed in qualche modo organizzare senza prevaricazioni ogni aspetto della società del terzo millennio.

Il 25 novembre grazie a Giovannini si sono riuniti allo stesso tavolo rappresentanti di interessi non proprio convergenti. “Solo insieme e senza stupidi particolarismi si può vincere la sfida del terzo millennio – diceva Giovannini – . Oggi telefono, televisione computer sono tre oggetti. Domani saranno una cosa sola”.

Ai premi tradizionali, quest’anno il nostro direttore ha voluto aggiungere una menzione per un amico che durante l’anno ha sostenuto con particolare attenzione la rivista e le attività culturali che intorno ad essa ruotano. Ad Arrigo Levi, anch’egli giornalista, scrittore ed attualmente consigliere di Giorgio Napolitano l’appellativo di “Amico dell’anno di Media Duemila“.

Fare rete oggi significa perlopiù partecipare e condividere idee ed esperienze nei social network, noi di Media Duemila pensiamo che amicizia e sostegno sono nate nel mondo reale e dunque è importante ricordarlo ed insegnare ai giovani che prima di Internet c’è l’uomo. “Dobbiamo recuperare la nostra dimensione umana – ha detto Derrick de Kerckhove – oggi siamo delle macchinette tecnologiche. Bisogna recuperare il più alto valore umano del nostro essere”. Proprio per questo un vero amico è insostituibile e Media Duemila ne sceglierà uno ogni anno.

La targa del Presidente della Repubblica, altra eccezione di quest’anno, è andata a Mario Frullone, Direttore delle ricerche della Fondazione Ugo Bordoni. Approfondiremo ogni aspetto del Premio nelle prossime newsletter e nel prossimo numero cartaceo della rivista che sarà, ovviamente , dedicato ai “Diritti d’autore nell’era di Internet”. Un numero di approfondimento e analisi per fotografare il presente ed immaginare il futuro.

Sara AlesiErminio Cipriano

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