La rivista sempre pronta a fotografare la società che cambia proprio ieri ha deciso con il suo direttore scientifico ed i massimi collaboratori di dedicare il numero di settembre ai social network ed ecco che la scuola si accorge delle mutazioni in arrivo. Uno dei temi della maturità è stato infatti dedicato proprio ai social network riprendendo una frase celebre del nostro direttore scientifico Derrick de Kerckhove intervistato successivamente dall’Ansa:
“E’ un buon inizio, purché sia un inizio”. Questo il commento di Derrick De Kerckhove,
massmediologo ed erede di Marshall McLuhan, alla traccia tecnico-scientifica sui Social Network proposta oggi alla prova di maturità, nella quale è presente anche una sua citazione.Secondo il docente universitario, che in Italia insegna all’Università di Napoli ed è anche direttore scientifico della rivista Media Duemila, la scuola deve cominciare ad affrontare in modo più sistematico il tema dei social network e di Internet, che tanta parte hanno nella vita quotidiana dei più giovani.
Dedicare un tema della maturità a questo argomento è già positivo, “perché fa riflettere i giovani su una problematica fondamentale di cambiamento, molto veloce dell’identità e della sensibilità della gente. Oggi i giovani spendono il loro tempo non più con i libri, nell’isolamento della lettura, ma in un rapporto relazionale con le altre persone on line”. “L’accrescimento educativo e la maturazione di una giovane persona – rileva De Kerckhove – dipende tradizionalmente dalle buone letture e dalla buona scuola. Ma oggi l’identità del giovane dipende sempre più dal suo network, dalla sua rete e dalla sua tribù online, piuttosto che dai compiti della scuola”.
Secondo De Kerckhove, la scuola dovrebbe cominciare a occuparsi di che cosa succede nella vita degli studenti “che passano almeno un quarto del loro tempo di veglia su telefonini
e in rete, in relazione non solo con una ma con più persone, che chiamano amici. Ma che cosa vuol dire oggi essere un amico su Facebook. Non dico che questa sia una cosa negativa, ma mi pongo il problema di che tipo di amicizia si può trovare e sviluppare in rete. Bisogna capirlo e farlo capire e la scuola può essere utile in questo, anche con l’aiuto degli studenti. Io lavoro sempre con gli studenti”.(ANSA).