Al Commissario Preto il compito di coordinare il gruppo su “Creatività e contenuti” che ha dato voce a chi opera nel mondo della creatività e della produzione di contenuti. (L’occasione è il convegno organizzato da Agcom su “Diritti d’autore on line”, vedi articolo di apertura e articolo di Derrick de Kerkchove a fianco e la video intervista a Guido Scorza).

Invitando i presenti ad esprimere perplessità, esigenze e drammaticità il Commissario ha sottolineato: “L’industria creativa rappresenta un’eccellenza italiana. La creatività permette di coniugare due grandezze che spesso sono in antitesi: Pil e felicità dei popoli. Esiste una correlazione tra creatività e benessere. L’investimento in creatività da un lato è un investimento intellettuale, dall’altro un investimento economico da parte di di chi acquisisce il diritto allo sfruttamento dell’opera creativa”.

A questo proposito ricorda l’ impegno di Ricordi che ha significato l’accesso alle opere di Verdi e continua: “Il diritto d’autore non limita la libertà di espressione anzi la favorisce. In questo scenario l’online è un formidabile strumento di circolazione della creatività.”

In ogni caso il diritto d’autore va tutelato e secondo quanto affermato anche dal presidente Cardani, l’ invito conduce a riflettere sull’esigenza di un educazione ed una promozione dell’offerta legale. I dati di cui si parla in questo affollato pomeriggio di maggio riguardano 30.000 miliardidipagine scandagliate sul Web dai motori di ricerca, di 4 ore al giorni per cittadino europeo dedicate all’industria creativ, 60% del tempo libero a disposizione. Sono 72 le ore di video caricate su Youtube ogni minuto. In Europa quasi 1 utente Internet su 4 visita siti illegali almeno una volta al mese. In Italia, oltre 6 milioni di utenti Internet scaricano illegalmente musica sul peer-to-peer o siti torrent, questi ultimi tra l’altro in forte espansione. Il fenomeno della pirateria digitale in Italia rappresenta il 27% del mercato contro una media europea del 23%.

“Queste cifre danno una dimensione della creatività che trova un suo spazio, a costo ridotto, quasi nullo, nell’oceano delle potenzialità cognitive del pubblico – sottolinea il Commissario – . E queste stesse cifre ci permettono di intuire che dietro la creatività, c’è un’industria che si muove e spazia dalla musica, ai giochi, al software passando per l’audiovisivo”.

Il Commissario parla anche di disintegrazione della catena del valore tradizionaledell’industria creativa indicando che i potenti studios – quali Disney, Universal, Paramount –iniziano a sentire la pressione di concorrenti quali Netflix, Youtube e Amazon.

In un contesto nuovo dove l’autore si avvicina sempre di più al consumatore, fino alla sovrapposizione di questi due ruoli nella stessa persona, dove gli artisti di talento hanno l’opportunità di raggiungere il grande pubblico e di ottenere successo scavalcando gli intermediari tradizionali, gli strumenti sono il crowdfunding Spotify, Deezer, o iTunes, eppure, sottolineano in molti, i contenuti che più hanno successo, sono quelli che hanno il costo di produzione maggiore.

“Conferma che per avere la qualità, bisogna garantire un’adeguata remunerazione a chi ha creato quel contenuto o, più in generale, a chi è titolare del diritto – conclude il Commissario Preto -. Stabilire quale possa essere il livello adeguato della remunerazione non è compito dell’Autorità. Il nostro compito è creare le giuste condizioni (education e promotion) e applicare le norme (enforcement) affinché il mercato raggiunga un equilibrio soddisfacente”.

Articolo precedenteNasce Rai Pubblicità: nuovo nome, prospettiva rinnovata
Articolo successivode Kerckhove: “Creatività, se ne parla senza creatività”