Appalti pre-commerciali a sostegno dell’innovazione italiana, già in uso in Europa, sono fra gli obiettivi primari dell’AgID.
Perché gli appalti pre-commerciali possono rappresentare una svolta nel nostro Paese lo spiegano a Media Duemila Mauro Draoli, Procurement strategies and market innovation – Head of unit Agenzia per l’Italia Digitale e l’ingegnere Daniela D’Aloisi, della Fondazione Ugo Bordoni,responsabile della Convenzione tra AgID e FUB entro la quale è collegato questo progetto.
Parliamo di domand driven innovation, e cioè la domanda che spinge a pratiche innovative per risolvere problemi ai quali non esistono soluzioni nel mercato. La pratica è poco conosciuta, ma merita di essere approfondita anche perché in linea con il piano industria 4.0 dove i finanziamenti a pioggia lasciano spazio a nuove forme di sostegno come spiega Stefano Firpo direttore generale MIUR, nel numero 318 di Media Duemila.
L’Agenzia per l’Italia Digitale collabora con il MIUR nell’attuazione del programma nazionale di appalti pre-commerciali, che sono finalizzati alla soddisfazione dei fabbisogni di innovazione del settore pubblico.
“Le gare affrontano tematiche di notevole rilevanza sociale – sottolinea Draoli – quali la prevenzione del rischio idrogeologico, la protezione dell’ambiente, la salute”.
Ad aprile 2017 la consultazione di mercato relativa alla gara d’appalto pre-commerciale su “Sviluppo di test rapidi ed economici su animali e alimenti” è stata un’iniziativa di rilevanza a livello europeo, con un valore economico complessivo di oltre 10 milioni di euro. Le gare attualmente in corso sono 11.
Il MIUR è capofila ed anche ente che eroga i finanziamenti. L’Agenzia per l’Italia Digitale per sviluppare questo programma ambizioso, è promotrice di un sistema di partnership istituzionali che coinvolge, oltre al MIUR, la Fondazione Ugo Bordoni, l’Istituto Superiore di Sanità, l’ISPRA, il Ministero della Salute, i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile.
“Con questa linea di azione finisce l’era del modello tradizionale “market push” e inizia quello dell’approccio “demand driven”, non solo più innovativo – sottolinea Draoli – ma che risponde in maniera specifica a contesti critici. Un esempio teorico è quello dei processi ritardati dal tempo necessario per le trascrizioni. In questo caso l’obiettivo è promuovere la proposta di soluzioni attraverso una call aperta e pubblica solo al fine di velocizzare l’iter. E’ evidente che un’ulteriore novità è nel raccogliere le criticità da chi le affronta”.
Uno dei progetti che Draoli segnala è dedicato alle tecnologie utili ai bambini autistici. L’incontro pubblico tra AgID, operatori economici, industria, enti di ricerca e università, per dare il via alla gara “Progetto e sviluppo di applicazioni innovative di Realtà Virtuale e Aumentata per soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico” si è svolto presso l’Agid ha permesso di mettere a confronto le esigenze della stazione appaltante con quelle dell’offerta del mercato. All’incontro si sono iscritti più di cento soggetti, di cui la metà del settore industria (con prevalenza di PMI) e il 20% Enti Pubblici di Ricerca, oltre che associazioni e ONLUS, università italiane, MIUR, Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità.
Il valore complessivo dell’appalto è di 4.000.000 di eruo. La seduta si può rivedere sul canale Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=7sDucQRBO6w
Anche questa è una pratica innovativa che permette di tracciare l’iter del progetto dai primi passi, favorendo la collaborazione.
“L’Europa del resto già da tempo opera in questo senso – spiega Daniela D’Aloisi FUB – infatti alcuni progetti sono indirizzati a consorzi che hanno competenze per dare risposte alle esigenze evidenziate”.
Arrivare a questo modo di progettare e quindi sostenere l’innovazione in Italia ha preso un pò di tempo, come di consueto, perché l’Europa già dal 2010 spingeva i paesi membri a forme diverse di sostegno alla ricerca e fra queste raccomandava appunto gli appalti pre-commerciali. Nel 2012 il nostro governo fra le priorità del paese ha selezionato anche questa.
Da allora i fondi si sono moltiplicati e solo il MIUR è riuscito a continuare su questa strada arrivando all’accordo con AgID che a sua volta ha scelto la Fondazione Ugo Bordoni come partner tecnico.
“I ricercatori della Fondazione Ugo Bordoni – conclude Daniela D’Aloisi – hanno la giusta elasticità mentale, le comptenze tecnico scientifiche e la metodologia per affrontare temi e pratiche nuove con successo. Ed è quello che stiamo facendo. In questo contesto noi ci muoviamo bene”.