Ars Electronica è, già da 36 anni, il rendez-vous annuale dell’intellighenzia mondiale della cultura digitale in corso. Lo scopo di questo incontro annuale dedicato all’Arte e i media è d’informare e promuovere incontri. La gente di Linz ha imparato in questo trentennio di networking che la cultura può essere sfruttata e trasformata in valore anche economico.
Quest’anno noi di Media Duemila e Osservatorio TuttiMedia abbiamo lavorato con Futur catalist, i giovani con visioni sul domani. Come gestire la città connessa e noi stessi quando saremo completamente ristrutturati da Smart Media, Big Data, Internet delle cose e vivremo nella “Post-City”?
Sostenere le comunità, e proteggere l’individuo sembra proprio un ossimoro. Il nostro compito, quello di Maria Pia Rossignaud e il mio è stato di organizzare Atelier d’Intelligenza Connettiva ™ (AIC) un nuovo tipo di brainstorming che pratico da anni con governi, imprese e studenti per arrivare a soluzioni.
Abbiamo lavorato con 18 esperti e talenti diversi di diversi paesi, giovani scelti da Ars Electronica per preparare il futuro appunto i Futur Catalist. Li abbiamo distribuiti in tre gruppi di sei, ad ogni partecipante abbiamo dato un ruolo specifico. Tre i gruppi al lavoro. Un gruppo sulle strategie di coinvolgimento che servono a creare comunità utili al sostegno e soprattutto alla partecipazione al fine di costruire benessere nella città, o nel quartiere. Un altro ha cercato di risolvere l’enigma dell’uomo moderno privato, ma anche pubblico, perché invaso della digitalizzazione. “Publicy”, contrazione delle parole publicness e privacy ne è il simbolo.
Al terzo gruppo è stata assegnata la ricerca di pratiche e idee per dare voce alla gente. Le comunità nell’ambiente urbano, politico e sociale intriso di tecnologia come si comportano? Siamo alla “Smart Democracy”.
Il primo gruppo ha subito focalizzato l’interesse sui migranti ed ha provato a suggerire soluzioni di gestione, e accoglienza. Una caratteristica sconosciuta della piattaforma di BitCoin, ha aiutato a immaginare un APP rivoluzionari, e precisamente un ambiente dove automaticamente ed immediatamente si conservano i dati, come proprietà totalmente privata. Il gruppo Publicy ha scoperto, studiato un modello di raccolta, non solamente inviolabile, ma anche vendibile singolarmente da ogni essere umano. Economia alternativa della persona digitale, ispirata dalle stesse tecnologie.
Il pubblico di più, o meno, 250 persone in sala (molto di più se si considera lo streaming nel mondo intero) ha molto apprezzato queste manifestazioni d’intelligenza tipicamente e autenticamente connessa.
Il mio Atelier composto da Angela Oguntala (Danimarca), Agnes Yun (Corea), Pablo Honey (Perù), Tamer Aslan (Berlino) ha costruito regole per la Repubblica dei Migranti, dove ogni nuovo arrivato ha una nuova cittadinanza (Human ID) basata su passaporti criptati rilasciati da un network sicuro, l’esempio è blockchain.
Il secondo Atelier si è occupato di Publicy (Pubblico e Privato). Agnes Aistleitner (Corea), Anton Dunzendorfer (Berlino), Gary Schwartz (Canada), José-Carlos Mariategui (Lima) coordinati da Mark Federman (Canada) ha creato una nuova catena del valore dove l’individuo ritorna proprietario di se stesso.
L’Atelier dedicato a Smart Democracy, coordinato da Maria Pia Rossignaud ha coinvolto Gilad Edelstein (Israele), Sangkyu Rho (Giappone), Tatjana Freger (Canada), Sirin Bahar Demirel (TURCHIA), So Kanno Giappone e Shuki Harel (Corea). Il gruppo si è impegnato a cercare gli strumenti giusti per creare il villaggio ideale della democrazia diretta, simbolo di trasparenza bidirezionale. La mancanza di fiducia da parte dei cittadini nei politici è ormai un evidente ostacolo alla democrazia tecnologicamente avanzata. La soluzione viene dalla gamification: imparare giocando.

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Derrick de Kerckhove
Direttore scientifico di Media Duemila e Osservatorio TuttiMedia. Visiting professor al Politecnico di Milano. Ha diretto dal 1983 al 2008 il McLuhan Program in Culture & Technology dell'Università di Toronto. È autore di "La pelle della cultura e dell'intelligenza connessa" ("The Skin of Culture and Connected Intelligence"). Già docente presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II dove è stato titolare degli insegnamenti di "Sociologia della cultura digitale" e di "Marketing e nuovi media".