Dopo anni di arretratezza in termini di connessione veloce, l’Italia sembra oggi aver finalmente cambiato passo, con l’intento deciso di annullare il gap che ancora la separa dagli standard dei maggiori Paesi europei.
Il 3 Marzo 2015, il Governo italiano aveva approvato il provvedimento denominato Strategia Italiana per la banda ultralarga con il quale si proponeva “di coprire, entro il 2020, l’85% della popolazione con infrastrutture in grado di veicolare servizi a velocità pari e superiori a 100Mbps garantendo al contempo al 100% dei cittadini l’accesso alla rete internet ad almeno 30Mbps”: e i risultati cominciano a vedersi.
Secondo i dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni diffusi da AGCOM, gli accessi complessivi da banda larga hanno raggiunto, nella prima metà dell’anno, i 16,2 milioni, con un aumento di 880mila unità su base annua.
La diffusione della fibra, in continua e progressiva crescita (le connessioni in banda larga nel 2017 sono balzate in avanti del 126% rispetto al 2016), fa naturalmente aumentare la velocità media delle connessioni Internet, salita del 67,7% in un anno, passando da una media di 9,5 Mbps del 2016 ai 15,9 Mbps del 2017 (fonte Osservatorio Sos Tariffe).
In termini di velocità di punta, la parte del leone spetta al Sud d’Italia: Crotone, Ragusa e Vibo Valentia sono le città dove si raggiungono le velocità maggiori, con punte, rispettivamente, di 40,12 Mbps, 29,72 Mbps e 28,74 Mbps.
Anche se, dal punto di vista delle province più popolate, Milano resta una delle realtà più veloci, con una media di 24,3 Mbps in download.
Grande protagonista di questa accelerazione verso il futuro è, oggi, Open Fiber, progetto italiano che mira a portare la fibra ottica a banda ultra larga su tutto il territorio nazionale. Attiva esclusivamente nel mercato wholesale, Open Fiber offre l’accesso a tutti gli operatori di mercato interessati, configurandosi come primo concorrente dell’ex monopolista Tim. Il programma complessivo per la banda ultra larga prevede lo sviluppo della rete nell’arco di 6 anni su oltre 270 città italiane, per “garantire la copertura delle maggiori città italiane, nonché il collegamento delle aree industriali, con l’obiettivo di realizzare una rete a banda ultra larga quanto più diffusa ed efficiente possibile”.
Le connessioni raggiungono velocità fino a 1 Gigabit al secondo sia in download che upload e le città in cui è presente la rete interamente in fibra ottica sono attualmente Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Napoli, Milano, Padova, Palero, Perugia, Torino e Venezia.
Open Fiber ha pianificato un investimento di 3,9 miliardi di euro, creando 5 mila posti di lavoro già nella prima fase, con l’obiettivo di aumentarne il numero nel prossimo futuro.
La partita è aperta, ed è una sfida cruciale se l’Italia vuole competere con un mondo che viaggia a velocità supersonica: la Banca Mondiale stima, infatti, che un aumento del 10% nella penetrazione della Banda Larga possa generare un aumento di 1,2% di crescita del PIL.