di CESARE PROTETTI’      

 

Ho una casa in un paesino sulle pendici dell’Aspromonte. Antico, praticamente intatto. Profumato di pane fatto in casa e di basilico degli orti ricavati nei muraglioni di pietra. E in settembre dei porcini nei boschi non lontani. Era dei miei avi materni. Ci vado qualche settimana all’anno, senza televisione, senza computer. Solo con qualche libro e il mio inseparabile blackberry, che però in casa non è raggiunto dal segnale di Vodafone. In casa c’è il telefono su linea fissa, però. Così ieri, nella previsione di soggiorni più lunghi e di aprire magari  un’attività con i giovani del paese, ho chiamato Telecom Italia e ho chiesto se quella numerazione fosse raggiunta da linee Adsl, così da approfittare anche delle offerte in corso sulla Iptv, la televisione che viaggia sul protocollo di Internet.

Niente da fare. “La sua utenza – mi ha risposto una voce gentile (il customer care è molto migliorato negli ultimi due anni) – non è al momento raggiunta dal servizio. Contiamo di arrivare nel suo paese con l’Adsl a fine 2012”.

Ecco. Questo è un aspetto, magari piccolo, del digital divide italiano sulla banda larga.

I numeri parlano chiaro. L’indicatore usato dalla Commissione europea e dall’Ocse è il “livello di penetrazione”, cioè il rapporto tra linee a banda larga fisse (Adsl, fibra ottica, cavo) e la popolazione del Paese. Ebbene, a fine 2009 il livello di penetrazione in Italia era del 21%, significativamente inferiore sia alla media europea (25%), sia a Paesi di dimensioni e sviluppo paragonabili al nostro, come Regno Unito, Francia e Germania, nei quali il livello di penetrazione è del 30% circa. Eppure la copertura lorda della banda larga in Italia (nel prossimo articolo spiegheremo la differenza con la copertura netta) a fine 2009 era superiore al 96%, quindi al di sopra della media dei 27 Paesi della Ue (94%), ma inferiore a quella di Regno Unito e Francia che sono al 100% e della Germania che è al 97%. Il fatto è che è abbastanza faticoso raggiungere quel  4% che manca al 100% (che  si è ridotto al 3% visto che la copertura è salita al 97% a settembre 2010 in base agli ultimi dati forniti da Telecom Italia). E questo proprio per i tanti comuni di piccole dimensioni come il paesino dei miei avi in Calabria. Oltre 3.600 Comuni italiani hanno meno di 2.000 abitanti (sono il 45% del totale di 8.101).

Lo scrittore Carlo Fruttero, in un testo letto da Fabio Fazio e Luca Zingaretti durante una puntata del fortunato programma “Vieni via con me” nel suo elenco ha scritto che uno dei privilegi degli ottantenni è quello di “Avere il diritto inalienabile di ignorare che cosa sia la banda larga“.

Sarà pure vero che è un suo diritto, ma se qualcuno gli spiegasse che cos’è lo scrittore imparerebbe che è una cosa che potrebbe essere molto utile proprio agli anziani, per i quali si stanno realizzando in molte Regioni italiane ottimi servizi di teleassistenza e di telemedicina basati sulla banda larga.

È proprio di questi esempi virtuosi che vogliamo parlare in questa rubrica della Newsletter di Media Duemila on line. Di questi utilizzi intelligenti, di questi soldi investiti bene nella sanità, nell’istruzione, nell’assistenza alle imprese e nella comunicazione con i cittadini. Sono queste le cose che possono innescare importanti riduzioni di costi e di tempi morti, e contemporaneamente far cresce il Paese.

 

Cesare Protettì

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