di ERMINIO CIPRIANO.
Il possesso di una rete a banda ultra-larga basata su fibra ottica è una necessità non più rimandabile. Paesi come Corea, Giappone, Cina e Stati Uniti da tempo hanno iniziato ad investire sulle grandi infrastrutture di reti di nuova generazione (Ngn). “Banda larga e tecnologie Fibre-to-the-home (Ftth) costituiscono un tema caldissimo”, Mario Frullone apre con queste parole il seminario organizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni “Tecnologie fotoniche per le comunicazioni e le applicazioni del futuro“.
Lo sviluppo di una Nazione è legato alla facilità di accesso alle informazioni. E l’accesso alle informazioni richiede infrastrutture adeguate. Media Duemila ha in più occasioni sollevato il dibattito (a partire dal numero 205, aprile 2003, dedicato all’avvento della Larga Banda) e il nostro direttore scientifico Derrick de Kerckhove sta lavorando alla costituzione di un comitato a sostegno di una maggiore diffusione delle aree Wi-Fi. Nel blog di questa settimana Maria Pia Rossignaud sottolinea appunto quanto è determinante per un Paese investire in infrastrutture tecnologiche, così come nel secolo scorso è stato importante costruire strade ed autostrade.
Per il direttore delle ricerche FUB ciò che limita gli investimenti in Tlc è la mancanza di un appropriato modello di business e “per questo in Italia ci troviamo ad avere quattro reti di telefonia mobile e non riusciamo a farne una a banda ultra-larga”. Secondo l’ultimo rapporto della Commissione europea sulla competitività digitale in Europa le connessioni broad band sarebbero circa 2 milioni contro le 5,5 milioni degli Usa. Il vecchio continente sconta la mancanza di infrastrutture di connessione adeguate (Ftth appunto) e l’Italia risulta uno dei Paesi europei più arretrati in tal senso. Tra i motivi di questo gap digitale il professor Carlo Cambini del Politecnico di Torino ha ribadito la scarsa alfabetizzazione informatica: “molti cittadini non sanno a cosa può servire una connessione a banda ultra-larga”. Antonio Mecozzi, ordinario all’Università dell’Aquila, tra i maggiori esperti mondiali nel campo delle comunicazioni ottiche, ha presentato le possibilità tecnologiche offerte dalla fibra in varie configurazioni e applicazioni sottolineando come connessioni Ftth a 50/100 Mb/s richiedono investimenti e normative adeguati. Rita Forsi e Giorgio Tosi Beleffi dell’Istituto superiore per le comunicazioni e le tecnologie dell’informazione (ISCOM) hanno illustrato alcuni progetti pilota e attività di ricerche in corso e in collaborazione con la FUB, che riguardano lo sviluppo delle reti ottiche.
Erminio Cipriano
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