Smart cities e valutazione reputazionale dei cittadini – discorso Giovanna Bianchi Clerici (Componente del Garante per la protezione dei dati personali) in occasione del convegno: “I confini del digitale. Nuovi scenari per la protezione dei dati”.

 

Riportiamo la trascrizione dell’intervento tratto dalla registrazione della diretta streaming in alcuni passaggi.

“È ormai considerazione comune che al macro fenomeno della globalizzazione corrisponda un inverso micro fenomeno di glocalizzazione. Si potrebbe dire che questa politica dei luoghi, nei circuiti globali esercita una vera e propria forza centripeta intorno alle aree urbane. Una centralizzazione che nelle città produce un incremento esponenziale della densità demografica e una iper-specializzazione delle funzioni pubbliche e private di offerta di servizi al cittadino. Le città sono i principali luoghi della produzione post industriale, l’incubatore ideale delle startup che operano nel mercato della app economy, ben oltre il terziario avanzato. Parliamo di quella produzione di servizi virtuali di cui il giorno prima non sapevano nemmeno di aver bisogno ma quello dopo non sappiamo più come vivere senza.
E benché la rete ormai raggiunga gli angoli più remoti del pianeta sono le città i nodi di questo sistema connettivo che è il digitale. In età moderna l’idea che a seconda della potenza dello Stato la città potesse costituire un modello politico è stata rifiutata e ritenuta impensabile per secoli. Il mondo attuale però vede un numero sempre più considerevole di province autonome e città regione che si gestiscono in effettiva autonomia….

Nell’info-stato del 21mo secolo assistiamo  all’ultima evoluzione dei modelli socio politici precedenti. Realtà politiche come Singapore, Londra, Amburgo, Francoforte, Seul, Zurigo, Milano, Ottawa e Lestonia, geograficamente molto piccole rispetto alle compagini statali tradizionali riescono a concentrare e controllare flussi di denaro, beni, risorse tecnologia, informazione e talenti, il che conferisce loro una irresistibile forza gravitazionale.
Nelle limitate proporzioni di una città l’info-stato può operare quale tecnocrazia diretta, una post democrazia in grado di combinare priorità dal basso interpellando una popolazione numericamente ridotta e quindi concentrata e management tecnocratico definito dalle capacità di dare risposte reali piuttosto che sollevare questioni ideologiche. Le amministrazioni delle info citta o smart cities  cercano costanti miglioramenti ritagliati per la specifica e finita area di competenza.  L’unica ideologia vincente è il pragmatismo. Tutte le società desiderano un equilibrio tra prosperità, apertura, protezione economica, governance ecc. Il cittadino medio non misura tutto ciò sulla base di quanto è democratica la politica nella realtà in cui vive ma su quanto si senta sicuro nella sua città, possa permettersi una casa e un lavoro stabile, insomma di quanto è in grado di rispondere alle sue necessità l’amministrazione che gestisce i suoi spazi vitali.
La smart city dovrebbe e vorrebbe essere in grado di mettere a sistema tutto questo mediante l’automazione dei processi informativi input ed l’elaborazione degli output amministrativi, la tecnologia digitale, l’IA in grado di leggere e apprendere dai dati in qualità e velocità, per l’uomo impraticabili. Tuttavia se questa è la rivoluzione benefica delle smart cities ne rappresenta anche il grande limite laddove gli obiettivi strategici della burocrazia sono pensati in riduzione dei tempi morti, la vita urbana si riduce alla automatizzazione delle attività e delle relazioni tra i cittadini.

È la vita stessa va a finire protocollata nei sistemi di IA e in uno spazio cittadino come questo il controllo reciproco dell’amministrazione sui cittadini e viceversa e delle aziende tra di loro si sostituisce alla fiducia, elemento fondativo per una comunità . Per quanto smart la città non può dimenticare la varietà e la verità del territorio rifugiandosi nella binarietà del digitale”.

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Sara Aquilani
Ha conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi della Tuscia e si è specializzata in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Attualmente lavora per TuttiMedia/Media Duemila.