Rischio generico calcolato. Se vado al mercato un giorno alla settimana a fare la spesa e, giocoforza, mi mescolo con la gente, ho una certa probabilità di contagio. Se ci vado tutti i giorni la probabilità si moltiplica per sette. Meglio di no. Stesso ragionamento per andare al ristorante o salire su un autobus. Poi c’è il rischio imprevedibile: un tale che mi investe, che tossisce da vicino o che vuol parlare in ascensore … Basta qualche secondo e le goccioline virali mi potrebbero attecchire. Ma non si può vivere col lenzuolo sopra la testa. Bisogna stare attenti e rischiare ragionevolmente. Se i no-vax e i sostenitori della clausura ce lo concedono, rischiare vuol dire esercitare il ‘libero arbitrio’. I deterministi scuoterebbero la testa: il fato incombe sopra tutti. Ma l’astrologo saggio direbbe: “astra inclinant, non necessitant”.
196 – BIG DATA E STUPIDITA’
Le statistiche non sempre predicono il vero. Sono una forma di matematica comportamentale che sintetizza elementi frequenti, origine, intensità, permanenza, effetti collaterali. La quantità di variabili esaminata è la chiave del successo di una previsione. Oggi le raccolte di dati, i big data, e l’uso di calcolatori e di algoritmi permette un’ampiezza e un’accuratezza formidabile anche nelle situazioni più complesse. Ci sono esempi straordinari di statistica predittiva: per esempio nella meteorologia, nel marketing dell’economia, nell’astrofisica, ma anche più banalmente nel sapere dove avvengono incidenti stradali o prevenire collassi sanitari. Non è mai facile, la complessità dei sistemi aumenta con l’aumento delle conoscenze e nuove ipotesi di sviluppo si affacciano continuamente all’attenzione dei ricercatori. Ma gli scienziati hanno oggi strumenti matematici molto potenti. Serviranno anche per garantirci un mondo sostenibile? Siamo d’accordo con chi ha detto che la stupidità e la corruzione non devono prevalere nella sfida con la scienza.
197 – TRASH CONSENSUALE
Argomenti trash, di qualità spettacolare, coinvolgenti, interattivi ai minimi sociali anche se si tratta di vip o influencers. Un po’ ci godiamo tutti, rimuginando quel tocco di perverso che teniamo seminascosto. E’ una cultura subconscia, alimentata dai brividi emotivi, dalle voglie irrealizzate, forse da zone cerebrali inesplorate, ribelli alla censura dell’educazione e della ragione. E’ il fascino del brutto della vita, della cronaca della libidine, ma anche dell’ascolto e della chiacchiera narcisista di aggiungere parole a parole, immagini a immagini senza un percorso prestabilito, stuzzicato da endorfine autonome. Follia quotidiana che si estende alla letteratura, alla cinematografia, all’intrattenimento televisivo, alla politica. Non c’è crimine apparente, è solo flusso di incantamento glamour, senza malizia ma con effetti collaterali sulla società. Così la spazzatura è diventata un trofeo da esibire, un monumento senza legge, di seduzione. Il problema dello sviluppo sostenibile è che al genere umano son sempre piaciute le sirene …
198 – OBESITA’ CULTURALE
Ormai sappiamo tutti che è possibile, anzi probabile, una catastrofe ambientale planetaria se non costruiamo rimedi industriali e sociali di impatto. Lungi dal fare prediche, ma bisogna pur concretizzare azioni precise per uno sviluppo sostenibile. La transizione ecologica riguarda l’organizzazione economica (energie rinnovabili, meno cemento, meno inquinamento, meno rifiuti tossici), ma anche i comportamenti individuali. Per esempio, nelle società ‘avanzate’, consumiamo troppo cose pericolose: armi, droghe, tabacco, liquori, carni, zuccheri, sali, carburanti per trasporti privati, plastica. Senza voler generalizzare troppo, l’obesità non è solo fisica, ma anche culturale: l’accumulo di cultura è positivo, ma un po’ di trash ce lo potremmo risparmiare a favore di una migliore educazione civica. Dilaga un bisogno mentale superfluo, compulsivo, ignorante, volgare, inutile. Storpiature e demenze come modelli sui mass media, futilità, culto dello squallore che molti social diffondono, invadendo i percorsi culturali innovativi brillanti, comprese la satira intelligente e l’esperienza artistica del passato. Stili di consumi vacui sono in contrasto con la formazione ecologica attesa.
Big Data e stupidità - Trash consensuale - Obesità culturale
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it