Indire

Un gruppo di 25 scuole italiane, le più avanzate nell’utilizzo delle tecnologie, è a stretto contatto con noi per valutare il cambio dei modelli della didattica. Sono l’avanguardia digitale. Oggi cerchiamo di mettere in pratica quanto già pensato in passato e cioè l’individualizzazione degli apprendimenti, il passaggio da una scuola di insegnamento ad una scuola dell’apprendimento. Concetti non nuovissimi ma che la tecnologia rende di più facile attuazione.
È indispensabile usare le tecnologie come opportunità efficace nella costruzione del sapere, Un sapere che passa anche attraverso una nuova formazione degli insegnanti. Immagino una scuola con spazi organizzati diversamente, orari, strumenti ripensati e trasformati. L’impatto che la tecnologia avrà nella scuola la trasformerà completamente.
Giovanni Biondi - IndireLa scuola è l’ambiente formativo più drammaticamente sconvolto dall’avvento dell’era digitale, è possibile un nuovo rinascimento italiano partendo proprio da qui? Sul tema risponde Giovanni Biondi che, dal ministero dell’Istruzione, è stato chiamato a presiedere il Consiglio di Amministrazione dell’Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa).
La fine dell’era della trasmissione e l’avvio dell’era della condivisione…
“Le scuole 2.0 sono già in questa linea di pensiero. Oggi abbiamo bisogno di insegnanti che aiutano a sviluppare le competenze. La vera difficoltà che incontra un ragazzo sta nel mettere in pratica quanto appreso durante una lezione. L’insegnante deve uscire dalla cattedra e sostenere lo studente nel processo di costruzione della conoscenza. Le informazioni, le notizie, i dati ormai sono disponibili sulla rete. I ragazzi apprendono moltissime cose fuori dall’aula, il lavoro della scuola è determinante per l’organizzazione dell’apprendimento”.
Cosa bisogna combattere per promuovere il cambiamento?
“Certamente una diffusa ed invisibile inerzialità della scuola. La scuola tende a riprodurre se stessa per cui quando si introducono delle innovazioni le cannibalizza per mantenere lo status quo”.
McLuhan diceva che i laboratori di ricerca e sviluppo delle grandi aziende tendenzialmente erano creati per isolare il virus dell’innovazione ed evitare che si diffondesse…
“Un modo per non cambiare che spesso si cela dietro la convinzione che il passaggio dalla carta al digitale sia solo un problema di mezzo. A questo aggiungiamo anche la categoria degli editori scolastici, un mondo protetto che il business digitale fa saltare, a meno che non si adeguino. Gli editori devono creare un nuovo modello di business”.

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Donatella Puccini
Donatella Puccini. Insegnante di lingua e civiltà inglese presso Istituto Darwin; Istituto Pirelli; liceo artistico Isa Roma 2; Istituto Magistrale Alfredo Oriani; Istituto Salesiano Pio XI. Appassionata di giovani e cultura digitale. Laurea in lingue. Master alla LUISS in giornalismo e comunicazione.