Continuiamo a riflettere sui vari aspetti della Blockchain. La collaborazione con Michela Fioretti è iniziata il 4 maggio con l’articolo: Blockchain: #genesi #prospettive di un fenomeno rivoluzionario poi abbiamo parlato di combinazione tra chiavi pubbliche e private, della sua  #Trasparenza #Immutabilità #Incorruttibilità ed anche di questa tecnologia  alleata nella sicurezza alimentare e della sua vocazione sociale. La settimana scorsa l’articolo è stato dedicato  alla sovranità della propria identità digitale ed oggi arriviamo alla disintermediazione. Con questi sette testi speriamo di aver accompagnato il lettore nella comprensione di questo determinante aspetto della transizione digitale. MPR

Blockchain è sicuramente una delle innovazioni tecnologiche capaci di trasformare profondamente il pattern, sia economico che culturale, della società contemporanea, in virtù delle sue caratteristiche fondanti, che stanno già imprimendo una forte sterzata evolutiva a molte professioni che incideranno, ben presto, anche nelle relazioni individuali e di comunità.
La disintermediazione da terze parti, poste storicamente a garanzia di un qualsiasi scambio valoriale tra due attori, abbiamo imparato, con la Blockchain, essere una novità così eclatante da aver condotto alla nascita delle criptovalute e della DeFi, di un sistema finanziario, cioè, decentralizzato, privo dei canonici intermediari come broker, exchange o banche.
La fiducia in un accordo, delegata ad un’autorità terza, ad avallo della sua correttezza, viene sostituita, con tale innovazione, dalla verifica in prima persona, effettuabile perché il registro distribuito in cui si notarizzano le informazioni, è pubblico e liberamente accessibile.
Con la disintermediazione si ha un’immediata ricaduta di vantaggi economici e temporali, ma esiste un’ulteriore rilevanza sociale, nell’ideologia che sottende l’architettura della Blockchain, che è data dal valore reso al singolo individuo, in quanto parte attiva e decisiva di un nuovo sistema circolare e partecipato.
In tale sistema, libero arbitrio, consapevolezza e responsabilità personale cambiano, infatti, la direzione e la prospettiva di una comunità, in cui non esistono più strutture apicali di centralizzazione.
L’immutabilità delle transazioni e, conseguentemente, l’immutabilità delle informazioni ad esse associate, in un processo che è totalmente trasparente, pertanto sollecitano e coinvolgono direttamente la responsabilità individuale di ogni partecipante alla Rete, la cui centralità costituisce il fulcro del cambiamento mosso dalla Blockchain.
Applicato ai vari ambiti della Pubblica Amministrazione, e non solo al settore Sanitario, su cui ci siamo già soffermati, il registro pubblico distribuito può innovare fortemente e qualitativamente di molto innalzare, il livello dei servizi al cittadino.
In primis, perchè prestazioni professionali più efficienti, derivanti dalla tracciabilità e dal riconoscimento dell’operato del singolo impiegato, potranno guidare la, fin qui pesantissima, macchina pubblica in maniera più agile e veloce.
Inoltre, perché gli ultimi studi sulla Blockchain, stanno operando in modo tale da consentire anche l’interoperabilità tra enti e istituzioni estranee tra loro, potendo così agevolare ogni iter burocratico, data la capacità di verificare, incrociare e scambiare dati in tutta sicurezza e in tempo reale.
L’obiettivo primario della Blockchain, definita tecnologia sociale, consiste nell’apportare un benessere integrale alla comunità, potendo semplificare, in molti ambiti, la quotidianità dell’uomo contemporaneo. Facilitando pratiche comuni che, finora, hanno richiesto dispendio di denaro, di energie, di tempo e di presenza fisica, con rapidità e affidabilità il registro distribuito restituisce all’individuo il proprio tempo, offrendo così il modo di trasformarlo in un tempo di qualità.
Porre di nuovo al centro della scienza e dell’innovazione l’uomo, nel pieno rispetto della sua libertà, delle sue scelte e della sua privacy, significa contribuire al vero progresso sociale e la Blockchain, in tal senso, costituisce il miglior esempio di tecnologia a sostegno del bene.


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Michela Fioretti
Michela Fioretti si è laureata con lode in Materie Letterarie, indirizzo Filologico Moderno, all'Università La Sapienza di Roma. Dal 2005 è insegnante presso Roma Capitale e, come freelance, svolge l'attività di ghostwriter ed editor (tra i testi curati, degno di nota, per il tema dei diritti civili e, in particolar modo delle donne, è "Ti racconto l'Iran. I miei anni in terra di Persia" Armando Editore 2018, con prefazione di Dacia Maraini, della giornalista e antropologa culturale Tiziana Ciavardini). Dopo la triennale partecipazione alla masterclass "Scrivere una canzone", ha vestito con i propri testi le note del musicista e musicologo Marco Freni. In tale produzione, anche Bucaneve, canzone utilizzata da Amnesty International, nella versione francese e con declamazione in lingua pashtu, quale strumento di sensibilizzazione contro la violenza di genere. Negli ultimi cinque anni, da madre e insegnante, in primis, ha dedicato attenzione e studio all'innovazione tecnologica, così da comprendere con una lettura critica, per poi farsi ponte, la trasformazione del nostro tempo, dovuta alla digitalizzazione. Ha frequentato, conseguendone l'attestato, il corso di alta specializzazione Blockchain-Elite che, con i più qualificati docenti in campo internazionale, le ha offerto una visione trasversale del cambiamento in atto, da quella filosofica, sociologica e antropologica, a quella espressamente tecnologica, fisico/matematica. La sua frase ispiratrice, da sempre, è quella di Fernando Pessoa "Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler essere niente. A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo", a raccontare per lei che, nell' umiltà del piccolo, è racchiusa tutta la potenza dell'Universo perché, solo chi sogna può muovere il mondo e, talvolta, sovvertirne le regole.