Proseguendo nell’excursus sulla Blockchain, l’affidabile libro mastro digitale, vediamo come si svolge il processo che conduce alla validazione del dato e quindi alla sua certificazione o, utilizzando un linguaggio più tecnico, all’incorruttibilità che ne assicura la notarizzazione. Parte III
Poiché la Blockchain è un sistema distribuito in cui chiunque può partecipare ed essere operante con il proprio nodo, a garanzia dell’immutabilità, tutte le transazioni sono unite crittograficamente attraverso una struttura ad albero – composta da radice, rami e foglie – detta Merkle Tree e sono contenute nei diversi Blocchi, ossia in strutture dati, collegati tra loro.
Come strumento di ulteriore sicurezza, il timestamp, ossia una marca temporale riconosciuta dal Time Stamp Authority (TSA), registra e memorizza l’ora e la data esatta in cui avviene la transazione di un dato in ogni singolo blocco.
La trasparenza di tutto il procedimento di validazione è un’altra delle caratteristiche fondanti la Blockchain ed è anche grazie a uno specifico motore di ricerca, il Blockchain Explorer, che è offerta a tutti la possibilità di ispezionare le informazioni relative ad ogni transazione, ma ancor di più, il modo sicuro e certo per verificare e validare la correttezza dei dati sta nel poter possedere una copia del registro.
Non a caso, lo slogan che riecheggia tra i fautori di questo registro pubblico ed accessibile è “Don’t trust, verify”, ad indicare che, la fiducia prima riposta in un’entità super partes a garanzia di veridicità di un qualsiasi evento, si sostituisce con la verifica in prima persona di ogni informazione transata in rete.
L’incorruttibilità del dato da notarizzare, come detto, è data dalla protezione della crittografia, che ne sostituisce la lettura in chiaro.
Con la funzione dell’hash – un algoritmo di calcolo applicato alla sequenza di bit di cui è composto ogni dato – si costituisce una stringa alfanumerica che, in maniera univoca si lega a quel dato, tanto da costituirne una sorta di impronta digitale.
Modificando anche un solo carattere, si modifica l’hash di riferimento, per cui l’integrità dell’hash costituisce, lungo tutto l’iter di notarizzazione nella catena dei blocchi, la sicurezza che il dato non sia stato corrotto
Riassumendo, le caratteristiche fondanti la Blockchain, ossia la trasparenza nel percorso di validazione di ogni informazione, l’immutabilità del contenuto di quell’informazione, nonché la distribuzione orizzontale dei nodi che partecipano alla rete – priva di una costruzione apicale, ma con una struttura e una regolamentazione, ai fini del consenso, che non ammette eccezioni e condivise da tutti i partecipanti, seppur con procedimenti differenti da Blockchain a Blockchain – fanno di questo registro digitale, un’epocale innovazione tecnologica.
Non solo istituzioni bancarie, finanziarie e notarili, in virtù della disintermediazione tra le parti, sono destinate ad un ripensamento profondo del loro ruolo di mediatori non più necessario, ma l’attendibilità dei dati notarizzati in rete, sta già aprendo opportunità applicative clamorose nell’intero tessuto sociale.