La Blockchain, con tutta la sua capacità dirompente, è rimasta per anni circoscritta nell’ambito di nicchia della cryptocurrency, ossia del nuovo denaro digitale utilizzato in sostituzione della moneta fisica, senza il tramite della centralizzazione bancaria.
Tutto il processo di ideazione, progettazione e realizzazione del sistema crittografico che compone la Blockchain, era stato sostenuto da una forte ideologia di scissione del denaro, dallo stato e dalle politiche monetarie derivanti.
Finché non è saltato agli onori delle cronache l’esorbitante valore che il Bitcoin – la prima moneta elettronica nata grazie alla Blockchain – aveva acquisito in pochissimi anni, di criptovalute non si sapeva nulla o quasi, al di fuori degli ambienti nerd e di quelli filoanarchici monetari, ossia quelli dei Cypherpunk, che ponevano fortemente l’attenzione sulla privacy, negata dal sistema ordinario.
Pertanto, le sorti della Blockchain sono rimaste legate a lungo a quelle delle criptovalute e, solo di recente, rompendo gli argini di tale limitazione, si è compreso anche e soprattutto il suo valore sociale.
Data la certezza, la trasparenza, l’immutabilità, e quindi l’incorruttibilità, delle informazioni validate in Blockchain, tale tecnologia diviene un sussidio fondamentale là dove vi è necessità di tracciare, in modo assolutamente affidabile, qualsiasi prodotto.
Tra i settori maggiormente beneficiari della sicurezza della catena di blocchi, nel nostro Paese sicuramente è l’Agrifood che, per garantire le eccellenze agroalimentari nostrane, fa della tracciabilità, dal seme alla tavola, il suo maggiore punto di forza. In tal modo sono tutelati e garantiti tutti i passaggi di filiera durante il ciclo di produzione e assicurate le provenienze di origine.
Ma c’è di più, coadiuvata dagli IoT (Internet of Things), vale a dire dai sensori di temperatura, pressione, umidità e così via, la Blockchain indica, nella storia di un dato prodotto, anche quanti e quali eventi atmosferici ne hanno accompagnato la coltivazione, offrendo così dei parametri qualitativi corretti, al cliente finale.
Oltreché per il pregio dei prodotti e per le proprietà benefiche della dieta mediterranea, ovunque riconosciute, il settore agroalimentare, ed enogastronomico in genere, italiano, merita di essere assicurato alla tecnologia Blockchain, in quanto punta di diamante e traino della nostra economia, minacciata costantemente dalla contraffazione dell’ambito marchio del Made in Italy.
Ma non è solo questione di numeri, quanto piuttosto di salute e benessere, che passano inequivocabilmente dalla sicurezza alimentare, quella a cui ogni consumatore ha diritto, così come ha diritto di scegliere, in tutta trasparenza, quali prodotti inserire nel proprio carrello.
Allargando la prospettiva sulle eccellenze, diversi sono i comparti che, con la notarizzazione in Blockchain dei propri manufatti, possono difendere i prestigiosi marchi italiani dai fraudolenti tentativi di imitazione e di adulterazione perché, vale la pena di ricordare che l’iconico italian style, da sempre è il più ammirato e, per questo, il più falsificato al mondo.

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Michela Fioretti
Michela Fioretti si è laureata con lode in Materie Letterarie, indirizzo Filologico Moderno, all'Università La Sapienza di Roma. Dal 2005 è insegnante presso Roma Capitale e, come freelance, svolge l'attività di ghostwriter ed editor (tra i testi curati, degno di nota, per il tema dei diritti civili e, in particolar modo delle donne, è "Ti racconto l'Iran. I miei anni in terra di Persia" Armando Editore 2018, con prefazione di Dacia Maraini, della giornalista e antropologa culturale Tiziana Ciavardini). Dopo la triennale partecipazione alla masterclass "Scrivere una canzone", ha vestito con i propri testi le note del musicista e musicologo Marco Freni. In tale produzione, anche Bucaneve, canzone utilizzata da Amnesty International, nella versione francese e con declamazione in lingua pashtu, quale strumento di sensibilizzazione contro la violenza di genere. Negli ultimi cinque anni, da madre e insegnante, in primis, ha dedicato attenzione e studio all'innovazione tecnologica, così da comprendere con una lettura critica, per poi farsi ponte, la trasformazione del nostro tempo, dovuta alla digitalizzazione. Ha frequentato, conseguendone l'attestato, il corso di alta specializzazione Blockchain-Elite che, con i più qualificati docenti in campo internazionale, le ha offerto una visione trasversale del cambiamento in atto, da quella filosofica, sociologica e antropologica, a quella espressamente tecnologica, fisico/matematica. La sua frase ispiratrice, da sempre, è quella di Fernando Pessoa "Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler essere niente. A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo", a raccontare per lei che, nell' umiltà del piccolo, è racchiusa tutta la potenza dell'Universo perché, solo chi sogna può muovere il mondo e, talvolta, sovvertirne le regole.