Qual è la situazione all’ombra del Colosseo? Che profili ha la blogosfera capitolina? Nella capitale politica italiana: che ruolo gioca la rete all’interno del dibattito fra i due poli? Per cominciare partiamo osservando la differenza tra la Milano e la Roma virtuali. Effettivamente le diversità storiche che da sempre caratterizzano le due città si possono riscontrare anche in rete.Partiamo da un primo fatto: se pur è realmente impossibile quantificare questa differenza, i blogger che a Roma parlano di politica e che spesso e volentieri postano su argomenti ad essa correlati sono numericamente molto superiori a quelli milanesi. Se si prova ad effettuare una ricerca per città, riguardante l’ambito “società e politica”, su blogitalia.it e si va poi criticamente a navigare all’interno dei risultati, la situazione romana si presenta caratterizzata da una miriade di blog (qui il termine inteso come contrazione di “diario in/di rete” è davvero pregnante!) in cui un semplice cittadino parla, come in salotto con pochi amici, del suo mondo e dei suoi interessi . Quindi, al di là dei soliti casi ben noti e di poche eccezioni, di cui non tratteremo in questo articolo, il tessuto della blogosfera capitolina è composto prevalentemente da blog di piccole dimensioni con un modesto numero di accessi che non sono inseriti in molte blogroll e che quindi non sono molto pubblicizzati fra gli stessi blogger. Proprio per questo motivo, a Roma, non esiste una grossa differenza, come abbiamo visto nel caso lombardo, tra i blog di destra e quelli di sinistra. Abbiamo intervistato Letizia Palmisano, venticinquenne studentessa iscritta ai Verdi. E’ interessante notare come anche qui, ugualmente ai casi visti a Milano, il blog non è usato come uno strumento di propaganda, ma come luogo (diario, quaderno, lavagna???) dove scrivere le proprie opinioni. Ad ogni modo, per non lasciare spazio a dubbi, abbiamo formalizzato in maniera diretta la domanda alla Palmisano, che la politica la fa di professione: “Lei vede il blog come uno strumento per una sua propaganda personale?”. La risposta è stata, con la dovuta cautela, in linea con alcune considerazioni fatte da Nicolai di b4CDL: “Il prossimo anno anche noi a Roma avremo le comunali e probabilmente io mi candiderò. A questo proposito non escludo di aprire un nuovo sito (un sito non un blog!) in cui la gente potrà conoscermi e che userò come strumento per la mia campagna elettorale. Ma non il mio blog, questo è il mio diario privato”. Insomma la Palmisano ci fa notare come lo stesso mezzo possa avere un utilizzo privato ed uno pubblico. Dicevamo che questa affermazione, tendenzialmente, potrebbe essere condivisa da Robinik. Infatti, anche per il blogger bresciano il blog non dovrebbe mai diventare uno strumento in mano ad un’Autorità che parla dall’alto della sua cattedra. “Tante volte ho detto ai miei amici (i referenti del mio blog) di comunicare con me attraverso i post, ma quasi sempre preferiscono fare un salto a casa per parlare di persona”. A nostro avviso, questo atteggiamento è piuttosto significativo per comprendere la mentalità corrente e per capire quanto e come viene utilizzato Internet. Guardiamo adesso a destra con l’aiuto di un altro blogger romano: Andrea Mancia. Per quanto riguarda il ruolo che la blogosfera avrà sulla politica? “Internet, e i blog in particolare, avranno sempre più un ruolo fondamentale soprattutto nell’ottica di convincere i propri sostenitori ad andare a votare”. In altre parole Mancia condivide la tesi per cui non si genera consenso assorbendo elettori degli schieramenti opposti, ma motivando i disillusi. Questo potrà essere il ruolo dei blog per le prossime politiche. Anche in questo caso cita il caso americano: “I numeri dei blog pro democratici, nelle Presidenziali 2004, erano di molto superiori a quelli dei repubblicani ed hanno avuto enormi risultati dal punto di vista economico (pensiamo infatti ai 40.000.000 $ racimolati per la campagna elettorale), ma non hanno raggiunto l’obiettivo, proprio perché non sono riusciti a fare network, a convincere l’anima del popolo americano”. Insomma, Mancia è convinto che i blogger democratici, paradossalmente, abbiano avuto come risultato l’esatto opposto di quanto si erano preposti, apparendo troppo progressisti (spiazzando gli stessi elettori), e spostando il consenso verso Bush. Anche in Italia, e qui Mancia è sulla stessa linea di Nicolai, la destra è favorita: “stranamente, al contrario che nella politica fatta sul territorio, su Internet la destra italiana sta riuscendo ad ottenere aggregazione maggiormente della sinistra ed ha un approccio più costruttivo e positivo“. Molto interessante abbiamo trovato anche la spiegazione del modo con cui Internet riesca ad influire veramente sulle scelte dei cittadini: “i blog hanno impatto quando riescono a raggiungere quella cosa che con un termine orrendo è denominata Mediasfera. In altre parole, soprattutto per quanto riguarda l’Italia, Internet non ha ancora una diffusione paragonabile ad altri mezzi tradizionali. La sua efficacia si mostra in tutta la sua portata quando si offre come strumento per fare rimbalzare le notizie che, riprese dagli altri medium, aiutano nella creazione del consenso. L‘esempio di Scalfarotto è davvero emblematico”. Per quanto riguarda la situazione della blogosfera romana, Mancia aggiunge: “Condivido largamente le osservazioni di Otimaster per quanto riguarda Milano. Davvero i blog potrebbero essere utilissimi per le prossime comunali, ma non vedo nulla all’orizzonte. Del resto Internet, per la sua natura fortemente delocalizzante, si presta maggiormente al dibattito politico nazionale che non a quello locale”. Come abbiamo già avuto modo d’osservare, la figura di Mancia è alquanto rara nel panorama romano che rimane caratterizzato da realtà medio-piccole con coloriture strettamente private. Non che ne siano una prerogativa, ma nella città eterna, capitale della cristianità, il dibattito sociale e politico visto da questo punto d’osservazione è assai vivo, solo a titolo d’esempio ricordiamo kattolikamente.splinder.com e www.palazzoapostolico.it, dove un normale cittadino e un vaticanista di professione, filtrano la realtà attraverso la religione. Per concludere possiamo osservare che, in rete, abbiamo trovato le stesse differenze che esistono tra la Milano e la Roma reali, ma con le dovute eccezioni. Se da una parte il dibattito a Milano sembra più maturo e organizzato, a Roma si vanno creando veri blog che parlano di politica senza snaturare le caratteristiche fondamentali di questo mezzo. Insomma, i blogger romani stanno creando una vera blogosfera che nasce dal basso e si concretizza nelle opinioni di tanti, fondando un substrato denso di idee e di spunti. Davide de Corzent |