‘Brexit Blues’, Marco Varvello, Mondadori, Milano, 2019, pp. 254, € 18.

La Brexit per gli inglesi è stata un φάρμακον (phármakon): è stata presentata loro come un rimedio, ma si è rivelata un veleno. Lo ‘scaremonger’, un mix letale di terrorismo psicologico e allarmismo, ha dominato la campagna elettorale e alimentato la retorica anti-europea, facendo leva sull’eccessiva generosità del welfare state britannico, assurto a paradiso di sussidi per gli immigrati, e sul rischio del terrorismo islamista.

La Brexit era la chiave per risolvere questi problemi: “Le parole d’ordine – scrive Marco Varvello, nel suo libro ‘Brexit Blues‘ –  erano: riprendiamoci il controllo dei nostri confini e dei nostri soldi. Dette da chi era già fuori dal trattato di Schengen e dalla moneta unica europea sembravano davvero una presa in giro”.

Nell’attesa di scoprire il risultato delle elezioni britanniche del 12 dicembre e di capire se effettivamente il 31 gennaio 2020 sarà la data ultima della Brexit, il libro di Marco Varvello, giornalista, dal 2014 responsabile dell’ufficio di corrispondenza della Rai per il Regno Unito, racconta vividamente il ‘lato nascosto’ dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, quello che rischia di ‘normalizzare’ Londra, “ridotta a capitale di un’Inghilterra sovranista e nazionalista”.

Ecco, dunque, che quel presunto rimedio si è trasformato in un veleno e ha corroso il Dna della Gran Bretagna, da sempre meta di chi sogna una vita o solo un lavoro migliore, una sorta di ‘American Dream’ in salsa europea. Tendenze xenofobe e sovraniste sono dilagate nel Paese e solo dopo il referendum si sono palesate le contraddizioni della scelta inglese.

Ebbw Vale, ad esempio, una cittadina del Galles roccaforte dei ‘leave’, si è riscoperta destinataria di un progetto di rigenerazione urbana da 350 milioni di sterline, finanziato dall’Unione europea. Esempio della “potenza delle Fake News”, come Varvello descrive questo fenomeno paradossale, in cui sono le percezioni a dominare le attuali democrazie mediatiche.

Proprio la percezione, sia pure anticipata, della quotidianità inglese post-Brexit, fa dire all’autore che l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea suona le note di una melodia blues.

La malinconia domina, infatti, il suo libro: quello spleen che rimane sepolto nell’animo, avvolto nella nebbia, ma condiziona l’intera esistenza degli inglesi. È il rimpianto dei brexiteers pentiti adesso che stanno per toccare con mano quelle conseguenze del voto, che pochi s’immaginavano, ma anche l’amarezza per avere constatato le ambiguità della loro scelta. In parallelo, c’è lo sconforto di chi ha votato ‘remain’ e sente traditi secoli di storia inglese e di apertura al mondo.

In sette storie di quotidianità, l’autore mescola cronaca e fantasia con un tono ironico, surreale e grottesco. Il blues per Varvello “è capace di raccontare le nostre difficoltà, private e pubbliche”, come emerge da ogni racconto. E riflette il disagio degli inglesi per la condizione attuale del Regno Unito: una malinconica nostalgia del passato che non tornerà più, tanto che il lieto fine arriva solo per chi decide di fuggire dalla Gran Bretagna. Magari verso l’Unione europea.

Andrea Butruce

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