Lettera aperta di Paolo Lutteri –15 giugno 2023
Caro Pasquale,
‘carne da cannone’, così venivano chiamati i soldati da sacrificare al fronte delle guerre, già dai tempi di Napoleone. Vergogna, vergogna per quei comandanti militari esaltati dalla dittatura politica e mediatica che sacrificavano vite per conquistare o difendere un territorio, senza cercare mezzi meno cruenti per gestire ambizioni e controversie. E il richiamo al patriottismo, sacrosanto, ma strumentalizzato dalla propaganda, continua oggi ad aizzare alla guerra, al massacro del nemico, soldato o civile che sia. Le vite individuali non contano. I leader arroganti credono di aggregare le masse, ma forse queste se ne discostano.
Tutti abbiamo avuto in famiglia uno o più defunti, anche solo per malattia: nonni, genitori, fratelli, sorelle, anche figli, parenti e amici cari. E ci abbiamo pianto per il dolore che abbiamo visto nei morituri e per l’affetto che ci è venuto a mancare. Per i sogni infranti e i desideri perduti, per l’impotenza di fronte alla tragedia della morte.
Oggi la cronaca dei media e dei social ci parla perlopiù della violenza omicida dei nostri ‘vicini di casa’, con tanti dettagli della scena di crimine. Più lontano, molto lontano (ma non troppo) le guerre, decise dai governanti, mandano al massacro soldati e civili, adulti e bambini, strappati all’affezione delle famiglie e alla tenerezza delle amicizie. Pochi si occupano di sapere chi sono. Magari di etnie straniere semisconosciute, di Paesi poveri, di pelle colorata e di occhi forse a mandorla. Senza nomi o storie da ricordare. Senza neanche commemorazione. Senza dire che sarebbero stati brava gente, operosa, intelligente, affettuosa. Uomini e donne semplici, come noi, diventati carne da macello nelle campagne (o negli acquitrini) tra Ucraina e Russia, tra Siria Iraq e Turchia, nei lager libici o semplicemente tra le onde del Mare Nostrum. Effetti collaterali. Liquidati così nella storia. Con i morti sono così liquidati anche i feriti, i depredati, gli sfollati, i migranti.
Caro Pasquale, scusa lo sfogo, mi imbarazzo un po’ a scrivere queste cose e non poter far nulla di più. I poteri dei governi, sia pur definiti democratici, inneggiano alla libertà, alla giustizia, al benessere, al patriottismo tutti i giorni, incessantemente. Ma non trovano modo o non vogliono realmente interrompere le barbarie, smettere di usare esseri umani innocenti come strumento di potere. I leader del marketing cercano consumatori e i mass media, se non sono dichiaratamente schierati e perciò complici dei poteri, sono solo notai della situazione: contano i colpi, i morti e speculano sulle previsioni.
Si fatica a mettere i nomi sulle bare. Spesso solo fosse in comune. Famiglie distrutte, povere o poco colte che siano, senza cura della loro identità e senza rispetto della loro dignità, pur facendo parte del nostro ecumene.
Il nostro ecumene continua a vivere di celebrazioni di vip e boss, di gossip, di notizie che quanto più sono esagerate tanto più fanno letture e ascolti, tesoro del mondo editoriale. Le strategie di business e geopolitiche, sono il Monopoli e il Risiko quotidiani, che macinano denari e carne da cannone spacciandoli per civiltà. Vorrei che la rivoluzione digitale e l’intelligenza artificiale, che pure ci appassionano per il nostro lavoro, non dimenticassero i sentimenti umani e si occupassero, nel loro ambito, di rispettare tutte le persone umane e di fronteggiare per loro gli inquinamenti ecologici ed etici.
Caro Pasquale, so che nel tuo lavoro la centralità delle singole persone è importante. Grazie.
Paolo
Articolo precedenteBerlusconi: il ricordo di TuttiMedia e MediaDuemila
Articolo successivoSiddi: “Berlusconi protagonista dell’impresa e della storia italiana di mezzo secolo”
Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it