La Stampa in grande affanno, anzi difficoltà. Alessandro Nova, professore di Finanza aziendale Bocconi, anticipa a Media Duemila i trend che verranno analizzati durante l’incontro annuale delle Associazioni riunite nella Filiera Carta (Acimga, Aie, Anes, Argi, Asig, Assocarta, Assografici e Fieg) che si terrà martedì 18 febbraio a Roma nella sede dell’Associazione Civita, in Piazza Venezia 11.
È necessario spingere il consumo culturale degli italiani, solo così si può invertire il trend negativo. Il comparto della carta rappresenta bene la condizione generale del Paese. Le aziende che lavorano con l’estero sentono meno la congiuntura negativa. Questo, in sintesi, quanto anticipato dal professor Novi che da anni cura il rapporto della filiera. Quest’anno il tiolo del rapporto è: “Carta, Cultura, crescita. La filiera per lo sviluppo del paese”.
“La filiera comprende una serie di realtà articolate di cui alcune ed in particolare quelle legate alla stampa sono oggettivamente in grande difficoltà – spiega Novi-. Le ragioni sono essenzialmente due. La prima, di ordine generale, è legata al mercato interno. La domanda è andata via via riducendosi negli ultimi anni o perlomeno non è cresciuta. La seconda è relativa alla quota di consumo legata a libri, giornali e quindi ai consumi culturali in generale che si è ridotta notevolmente, anche e soprattutto a causa della crisi economica”.
Ma alcuni dicono che il consumo mediatico dei giovani è aumentato rispetto ai libri per esempio…
“Infatti, i concetti sono diversi: il consumo di libri e giornali si è ridotto, d’altro canto il consumo mediatico via Internet può essere aumentato, ma senza effetto sull’attività dell’editoria tradizionale. Tutte le attività digitali quindi Internet, e-book hanno effettivamente avuto un impatto determinante sull’attività tradizionali di stampa su carta. In più la riduzione del reddito disponibile delle famiglie, delle persone ha prodotto una serie di tagli di spese, fra questi presumibilmente anche l’acquisto dei giornali. Internet sostituisce quella che è l’informazione per esempio da quotidiani. Gli utenti leggono il Corriere online e non comprano il Corriere su carta. Libero, Virgilio sono i portali dai quali la gente si informa, notizie con tempestività anche se con una qualità intrinseca inferiore. In un contesto in cui il tempo è poco ed anche i soldi … il tutto va a danneggiare la carta stampata”.
Ripresa impossibile?
“Non è impossibile che i consumi ad un certo punto recuperino. Oggi emerge l’editoria digitale che cresce velocemente, sul totale del sistema rimane, comunque, un segmento molto piccolo. Per tutta una serie di ragioni il digitale cresce con lentezza. Forse si creeranno delle integrazioni che permetteranno di far crescere le due realtà in sinergia. Presumibilmente se noi avessimo la capacità di spingere il consumo generale di cultura in Italia, l’inversione di tendenza sarebbe assicurata. Il livello di consumi culturali rispetto al prodotto interno lordo è bassissimo, ecco perché dovrebbe essere spinto, supportato”.
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