Riportiamo l’intervista a Claudia Cattani Presidente di RFI (Gruppo FS Italiane) pubblicata sul numero di Media Duemila dedicato all’intelligenza artificiale.
La digitalizzazione corre sulla rete invisibile.
I treni attraversano il Paese sempre più veloci, evidentemente la digitalizzazione della rete è fondamentale perché l’industria dei trasporti è stata trasformata dalla tecnologia digitale, grazie a forti innovazioni nelle infrastrutture di trasporto, in modo da accelerare la competitività e rispondere alla crescente domanda dei consumatori di servizi digitali prima, durante e dopo il viaggio.
Il Piano industriale 2017 – 2026 di FS Italiane fa leva su 5 pilastri strategici: mobilità integrata; logistica integrata; integrazione fra le infrastrutture ferroviarie e stradali; sviluppo internazionale e digitalizzazione come fattori abilitanti di tutto il Piano.
Pur se le tecnologie digitali hanno una posizione di primaria importanza nella trasformazione va sottolineato che una parte importante di questa trasformazione è l’intermodalità in quanto permette connessioni fra diversi mezzi (treno – bus – bicicletta – auto e servizi in sharing) e dunque risparmio di tempo ed anche di energia. Il digitale è poi indispensabile per la diffusione di informazione sui servizi che nelle stazioni Rete Ferroviaria Italiana eroga anche al di là del suo core business. Oggi l’interazione e la conoscenza permettono di crescere in tutti i campi. Il Gruppo FS Italiane, punta all’Extended Customer Experience, e cioè a servizi del tipo travel companion, l’indoor mapping di stazioni, il portafoglio elettronico, le notifiche sui ritardi, la video chat e il social seating.
I dati, miniera d’ora del presente anche per RFI?
Il Piano industriale contiene un’ampia analisi del territorio, che va anche oltre i confini nazionali. Il fine è comprendere, attraverso lo studio dei dati, come facilitare e agevolare i collegamenti, ma soprattutto cercare di convincere le persone ad abbandonare il mezzo privato e utilizzare qualsiasi modalità di trasporto condiviso. La nostra politica è condivisa con il Ministro Graziano Delrio e mira a promuovere l’utilizzo dei mezzi pubblici, anche per il positivo impatto ambientale. Il treno è per definizione il mezzo con minori emissioni di CO2 ma nell’ottica dell’intermodalità il Gruppo FS è aperto all’integrazione con tutti i mezzi di trasporto: la stazione diventa quindi un luogo dove il cittadino/viaggiatore approda per trovare un mezzo di spostamento anche diverso dal treno per raggiungere facilmente la propria meta. E, in futuro, potrà trovare servizi aggiuntivi quali temporary office, spazi per congressi e anche servizi di pubblica amministrazione, sanitari, educativi e ricreativi. Senza un’analisi del territorio non sarebbe possibile attuare questa trasformazione.
Le stazioni diventeranno finalmente il biglietto da visita della città, contrariamente al passato?
Oggi la visione è diversa, già le 14 più grandi stazioni in Italia sono diventate dei luoghi accoglienti e nuove piazze delle città. Il Piano industriale prevede la trasformazione di 620 stazioni, quelle frequentate ogni giorno dal 90% di tutti i viaggiatori. Procediamo con rapidità al fine di creare luoghi sempre più friendly per il cittadino viaggiatore che già oggi può fruire del portale Wi-Life Station: lanciato nel maggio del 2015 è disponibile in 13 stazioni e utilizzato da oltre 800.000 utenti registrati, con oltre 2.000 connessioni al giorno.
Per accedere a Wi-Life Station, basta registrarsi su wifistation.it oppure collegarsi direttamente attraverso l’account Facebook, Twitter e Linkedin. Su Wi-Life Station sono a disposizione del viaggiatore news e informazioni turistiche, partenze e arrivi dei treni, è possibile conoscere i servizi a disposizione in stazione e nei dintorni, ed anche l’orario del trasporto pubblico locale.
La rete viene diretta dall’intelligenza artificiale o ancora in buona parte dagli uomini?
Ancora in buona parte dagli uomini. Non è ancora possibile fare a meno del supporto umano. Su tutta la rete ferroviaria, sono 14 le sale operative di RFI che gestiscono tutta la circolazione. In passato avevamo addetti in ognuna delle 2.200 stazioni, oggi invece le grosse competenze tecnico-specialistiche dei nostri addetti ci hanno permesso di ridurre il personale da circa 35mila del 2006 a circa 25mila di oggi, che però riesce a gestire il traffico ferroviario dalla torre di controllo centrale e da quelle territoriali.
I treni ad alta velocità riescono a raggiungere elevate prestazioni grazie a un mix di tecnologie dell’infrastruttura e dei treni, però la figura del macchinista rimane ancora necessaria. Oggi il macchinista dispone di alcuni sistemi di sicurezza davvero innovativi, come l’ERTMS delle linee AV, sistema che segnala al guidatore in ogni momento la velocità massima alla quale deve attenersi. Nel momento in cui, per qualsiasi motivo, supera tale limite, il sistema frena automaticamente il treno.
Il primo anno da presidente fra innovazione tecnologica e sociale…
La tecnologia esprime il suo massimo nell’automazione dei sistemi di gestione e controllo del traffico ferroviario. La grandezza del nodo di Bologna da dove passano gran parte dei treni d’Italia mi affascina, per il prossimo futuro utilizzeremo i droni per il monitoraggio dell’infrastruttura, altra innovazione dovuta alla tecnologia. Devo precisare che anche le attività sociali sono per noi motivo di orgoglio. Il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane possiede, oltre agli asset funzionali all’esercizio del core business, un esteso patrimonio immobiliare, in parte non più utilizzato, costituito da stazioni, caselli e sedimi ferroviari e lo mette a disposizione. Infatti già da anni il Gruppo è impegnato in un profondo sforzo di riorganizzazione e rigenerazione di questi spazi: ad oggi circa 500 stazioni, d’intesa con gli enti locali e l’associazionismo, sono state dedicate ad attività che prevedono la valorizzazione del territorio o l’attivazione di servizi a favore della cittadinanza. Complessivamente sono stati destinati locali per circa 115milametri quadrati per un valore complessivo di 130 milioni di euro. Inoltre, sono stati assegnati agli Enti locali oltre 2,3 milioni di mq riferiti a terreni limitrofi ad aree ferroviarie destinati in gran parte a parcheggi di interscambio modale.
Due esempi. La stazione di Potenza è “ScamBioLoGiCo”, ex deposito merci ristrutturato, ora diventato un luogo dove i produttori locali espongono i loro prodotti biologici. Si tratta di un bellissimo progetto dove RFI ha messo a disposizione l’edificio, Legambiente i fondi e il Comune ha pensato alla ricollocazione nel territorio. Anche la stazione di Pescara è stata ristrutturata a scopi culturali. L’obiettivo è di mettere a disposizione più locali possibili a chiunque nel territorio presenti un progetto valido ed economicamente sostenibile.
L’Atlante delle linee ferroviarie dismesse, da me presentato alla manifestazione mondiale Ecomondo nel novembre 2016, è una pubblicazione che promuove progetti di riconversione dedicati alla ragnatela lunghissima di ferrovie non più utilizzate. Questo patrimonio è quantificabile in circa 1.500 km di ex linee ferroviarie (di cui 724 km di proprietà di FS Italiane e 750 di Rete Ferroviaria Italiana), comprendenti sia le linee definitivamente dismesse con decreto ministeriale, sia quelle costituite da tratti di linea dismessi per realizzazione di varianti di tracciato. Alcune di queste sono state trasformate in piste ciclo pedonali. Stiamo delineando un progetto per arrivare alla realizzazione di sempre più numerose piste ciclabili per scopi turistici. La nostra è una visione a 360 gradi che mira anche al potenziamento dell’Italia turistica ancora poco conosciuta.
Infine, come attività sociale, sono fondamentali gli Help Center, qual è la loro funzione principale?
Gli Help Center sono il grande progetto di solidarietà promosso e realizzato dal Gruppo FS, in collaborazione con gli Enti locali e il Terzo settore, per aiutare immigrati, poveri e bisognosi. Sono sportelli di ascolto “a bassa soglia”, cioè privi di filtro all’ingresso e situati all’interno e/o nelle zone limitrofe delle stazioni ferroviarie. Per la creazione degli Help Center, il Gruppo concede locali all’interno o nei pressi delle stazioni ferroviarie, in comodato d’uso gratuito, ad associazioni, cooperative o agli enti locali. Nell’ultimo anno gli Help Center hanno svolto circa 470.000 azioni sociali e intercettato oltre 22.500 persone disagiate.