di CORRADO CALABRO’
“Quali che possano essere i suoi attuali difetti e le sue deficienze, la telegrafia senza fili è destinata ad affermarsi, e non soltanto ad affermarsi, ma a progredire e svilupparsi. Per questa via si potranno forse trasmettere un giorno i messaggi a Paesi lontani con un minimo consumo di energia e conseguentemente, con minima spesa”. Queste le parole pronunciate da Marconi nel suo discorso per il conferimento del Nobel, nel dicembre 1909.
Quanta consapevolezza poteva avere Marconi degli sviluppi futuri della sua invenzione?
“Alla Longara!” fu l’annotazione apposta – a quanto sembra – sulla domanda di finanziamento da lui presentata al Ministero delle Poste (la Lungara era la via in cui si trovava allora il manicomio a Roma). L’Ufficio Brevetti di Londra accettò, invece, la sua domanda ma nessuno immaginava che quell’invenzione avrebbe letteralmente cambiato il mondo.
Telefono, televisione, Internet hanno fatto del pianeta un “villaggio globale”. Ma in principio fu la radio, vale a dire la trasmissione a distanza, senza fili, di segnali sulle onde hertziane.
La cosa era in contrasto con la conoscenza scientifica – e con lo stesso senso comune – che gli ostacoli naturali (montagne, oceani) e soprattutto la curvatura della Terra costituivano un impedimento insuperabile per le onde hertziane.
Nessuno – e meno che mai Marconi, che non era uno scienziato teorico – sapeva allora che la Terra è circondata da una fascia di gas ionizzati, la ionosfera, che riflette le onde radio.
Marconi credette nella trasmissione da un punto all’altro del globo terrestre nell’erronea convinzione che le onde radio seguissero la curvatura terrestre. Non solo ci credette: la realizzò.
Serendipity: si chiama serendipity la capacità di rilevare e sfruttare in modo appropriato una scoperta del tutto casuale durante una ricerca orientata verso altri obiettivi.
Le tecnologie della comunicazione sono un motore di sviluppo senza paragoni, se non con l’utilizzazione dell’energia elettrica. In cento anni hanno prodotto cambiamenti mille volte maggiori di quelli realizzati in trenta secoli. La convergenza tra audiovisivo e telecomunicazioni ha potenziato la capacità umana in una maniera sbalorditiva.
È la Rete a costituire l’elemento nuovo di vera discontinuità rispetto alle condizioni che storicamente hanno determinato i circoli virtuosi di crescita della società.
In meno di 40 anni Internet è diventata, da uno strumento single-purpose, finalizzato alla mera trasmissione di file e di semplici messaggi elettronici, una complessa Rete delle reti, con un’infrastruttura da cui dipendono non solo la comunicazione mondiale, ma anche le transazioni economiche di tutti i settori, il trasferimento e la conservazione dei dati, le operazioni militari nonché l’incontro di intere comunità virtuali in navigazione telematica per il mondo.
Telelavoro, e-learning, e-government, e-health, mobile payment, e-paper: sono queste le autostrade su cui corrono e correranno sempre più i servizi pubblici per i cittadini e gli scambi economici.
È la Rete che, rendendo facile e veloce lo scambio di conoscenze, permette una rinnovata centralità dell’economia della conoscenza fra le risorse immateriali dello sviluppo (i cosiddetti intangibles). La Rete che, grazie alla tecnologia, disegna un sistema interconnesso, aperto, fluido, partecipato. Un’architettura relazionale abilitante del capitale umano: questa è la spina dorsale della moderna intelligenza collettiva, della nuova economia. Il capitale digitale che valorizza il capitale umano.
Il world wide web è divenuto ormai una straordinaria piattaforma per l’interazione, gli scambi economici e culturali, la distribuzione e la fruizione di contenuti audiovisivi. Si calcola che circa la metà del traffico dati sul Web sia costituito da video, e le stime prevedono che tale quota non possa che salire. L’elemento dirompente è quello della nuova comunicazione digitale – aperta a tutti, globalizzata e in tempo reale – nata con i vecchi SMS e ora esplosa con le chat, i blog, YouTube e Wikipedia. Si creano nuove comunità che annoverano a volte milioni di membri. Il broadcasting è l’ultimo anello dell’integrazione. Dati, voce e immagini saranno sempre più indissolubilmente legati tra loro. L’impatto sull’organizzazione d’impresa è forte.
La modernizzazione, il miglioramento, la tempestività, la dislocazione dell’assistenza, con significativi risparmi, fanno fare al sistema sanitario un balzo avanti di grande importanza sociale. Tramite il cloud computing le applicazioni di telemedicina, come ad esempio il monitoraggio a distanza dei pazienti, saranno realtà.
Il Web, grazie alla rete mobile, diventa ubiquitario. Il mercato degli strumenti di lettura portatili (smart-phones o e-reader dedicati) sta crescendo e diventando sempre più competitivo e tecnologicamente performante.
La diffusione dei terminali mobili nei Paesi in via di sviluppo è cresciuta vertiginosamente: da 700 mila SIM a 4 miliardi in 9 anni, dal 2000 al 2009. In questo quadro, l’integrazione fra servizi di comunicazione e servizi finanziari rappresenta forse la frontiera praticamente più significativa dell’interazione fra telefonia e dinamiche sociali.
Il servizio di mobile banking consente al cliente mobile di accedere alle informazioni sul proprio conto bancario e sui relativi servizi via terminale mobile. Ancora più innovativi sono i servizi di trasferimento di fondi in mobilità, consistenti nel passaggio di somme di denaro tra due soggetti attraverso l’uso di un terminale mobile. Questi possono riguardare sia trasferimenti in ambito nazionale sia le rimesse di denaro internazionali. Spesso sono caratterizzati da una semplicità d’uso stupefacente, e in molti casi hanno condotto all’uso delle carte telefoniche prepagate come una moneta informale.
Qualcuno ha parlato di servizi quasi-bancari per soggetti esclusi normalmente da tali servizi (banking for the unbanked). L’esempio del Kenia, dell’Irak, dell’India è sorprendente e ha comportato effetti travolgenti anche sulla catena del valore, che tradizionalmente vede nell’intermediario, il soggetto privilegiato.
Il recente rapporto della società d’analisi Gartner vede al primo posto delle dieci applicazioni più importanti per cellulari nel mondo le rimesse di denaro via SMS, soprattutto da e per i Paesi in via di sviluppo. L’Irak, ad esempio, attraverso un semplice ma efficace sistema di trasferimento di crediti attivati da carte prepagate, ha fatto del credito telefonico una quasi moneta; sono addirittura sorti degli sportelli non bancari che scontano il credito telefonico con denaro e ne consentono poi l’acquisto o il trasferimento su nuove utenze. Ma, anche al di là di queste pur impressionanti applicazioni con immediati ritorni economici, le nuove forme di comunicazione cambiano il modo con cui gli individui e i gruppi si rappresentano tra di loro e cambiano quindi la connotazione della società stessa. Ma cambiano anche il modo di rapportarsi con le cose. Sono in pieno sviluppo le applicazioni per la consultazione on line e in mobilità di ambienti di realtà virtuale. I navigatori di mappe tematiche sono un esempio: le nuove versioni permetteranno, oltre che di impartire comandi con il parlato naturale, di usare anche riprese di telecamere in diretta integrate con la realtà virtuale e altro ancora.
Il Web 2.0 – il sito dei blog, dei social network – sarà rimpiazzato dal Web 3.0: un web semantico col quale si interagisce usando il linguaggio naturale. Possiamo già oggi collegarci in tempo reale con le migliori biblioteche del mondo mediante la connessione in Rete ad alta velocità trasmissiva, fissa o mobile. Prossimamente gli oggetti che ci circondano saranno dotati di etichette radioelettriche intelligenti (RFID) che permetteranno una rappresentazione virtuale dell’ambiente che ci circonda (Internet of things). Potremo, per esempio, accedere sul Web alla nostra libreria fatta da volumi reali e libri elettronici rappresentati da files su Internet.
La nuova modernità dei 100 mega appare come la porta verso un’immensa Tv universale con le figure che si materializzano fuori dallo schermo e la partita di calcio che viene giocata in casa, a grandezza naturale.
Aveva previsto tutto questo Marconi? Certamente no. E, anzi, probabilmente non aveva previsto nemmeno quella che è, forse, la conseguenza più importante della sua invenzione: e cioè che la comunicazione elettronica avrebbe portato alla nascita dell’Autorità relativa e che io ne sarei divenuto Presidente …
Che c’entra allora tutta l’evoluzione cui ho accennato con Marconi? C’entra. La novità fondamentale dell’invenzione di Marconi sta nella dematerializzazione della comunicazione, questa è la novità rivoluzionaria che ha cambiato il mondo. E questo Marconi lo previde e lo capì subito.
Con la banda superlarga una quantità infinita di carta diventa inutile. Ricevere una missiva non su un foglio di carta ma mediante segnali elettronici; leggere un libro non su un supporto materiale ma sul nostro computer; vedere e agire fuori dalla portata del nostro campo visivo mediante una telecamera; fare una diagnosi, un referto radiologico (e, in un domani, un intervento chirurgico) a distanza; tagliare la carena di una nave a Taiwan mediante un computer situato a Trieste … controllare il marito mentre sta nell’altro emisfero: sono tutte cose entrate nella nostra quotidianità.
L’assuefazione fa sì che non ci rendiamo conto di quale capacità visionaria e operativa al tempo stesso ci sia voluta per questo sconvolgente cambiamento di scenario. In un mondo sempre più composto da realtà, quella reale e quella virtuale, che vivono intersecate e parallele, dove la Rete intelligente fornisce una dimensione diversa di spazialità e temporalità, in questo mondo sorge la sfida dei nuovi diritti e della nuova economia: una sfida che postula una regolazione adeguata.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni guarda a questo cambiamento da un osservatorio privilegiato e con un compito estremamente impegnativo: adeguare costantemente il sistema delle regole a una realtà in vertiginosa evoluzione.
Lo facciamo commisurando continuamente le nostre regole agli effetti prodotti sulle situazioni in divenire. Altrimenti le regole diventano un letto di Procuste che coarta, deforma, mutila l’innovazione. L’agilità degli strumenti regolatori che adoperiamo ci aiuta ad essere up to date: possiamo aggiornare le nostre regole nell’arco di poche settimane.
Ma la nostra aspirazione non si ferma qui: vorremmo emanare norme “a prova di futuro”.
Essere al passo con il mondo che cambia è una cosa stupenda. Noi cerchiamo di fare del nostro meglio. Ma non abbiamo né il genio di Marconi né la sua serendipity.
Corrado Calabrò
Presidente dell’AGCOM