Il Centro Studi Europeo ha lo scopo di promuovere la conoscenza scientifica e la diffusione delle politiche digitali europee per contribuire a fornire ai Cittadini e alle PMI, nel contesto della trasformazione digitale, l’autonomia e la responsabilità necessarie per realizzare un futuro digitale antropocentrico, sostenibile e più prospero, in una prospettiva di digitalizzazione e la sovranità tecnologica in un mondo sempre più interconnesso.

Mi onoro di farne parte, pertanto ringrazio Vittorio Calaprice, presidente del comitato scientifico, e Davide Maniscalco, presidente del Centro Studi che mi hanno coinvolta in questa nuova e attualissima avventura.

Il Centro Studi è un’istituzione indipendente, privata e senza scopo di lucro che promuove il dibattito e propone soluzioni alle sfide della politica italiana ed europea.

Questa settimana propongo all’attenzione dei lettori il testo di Marco Braccioli  (member of the Centro Studi Europeo Steering Committee) che ci propone uno spaccato su:

Digitalizzazione e Cyber Security: lo stato dell’arte in Italia

La riflessione propone un quadro di criticità che si collegano all’allarme che viene dalla relazione annuale del DIS  e che punta l’attenzione sulle minacce ibride.

«Quest’anno 76 paesi al voto, il rischio è la minaccia ibrida. La Russia è molto attiva». Questa è la preoccupazione dell’ambasciatrice Elisabetta Belloni, direttrice generale del DIS in un momento in cui il nostro Paese, ha la presidenza del G7 e  l’Europa deve affrontare le elezioni europee. Ma non si tratta solo di questo: “Nel 2024 —  precisa l’ambasciatrice Elisabetta Belloni – con la metà della popolazione mondiale che va al voto esistono rischi di interferenze e condizionamenti dei processi elettorali attraverso la minaccia ibrida».

E a questo proposito Marco Braccioli nel suo articolo invita ad agire perché se fra gli scopi del PNRR c’è quello di “accrescere  il livello tecnologico e la connettività del Paese, ciò implica un inevitabile accrescimento dell’esposizione sulla Grande Rete Internet delle nostre infrastrutture, amministrazioni ed aziende”.

Insomma  il rischio cyber, ossia quello di essere colpiti da un attacco di qualche attore “malevolo” (ricercatore, cyber criminale, hacktivista, forza armata, etc.) aumenta. A questo proposito Braccioli precisa: “Ricordiamoci sempre, che al giorno d’oggi, nel difendere un qualsiasi sistema informatico di una certa importanza (strategica, economica, tecnologica) esposto sulla Rete, non bisogna chiedersi SE verrà attaccato, ma QUANDO questo accadrà”.

Tutti noi ricordiamo gli attacchi all’Azienda Sanitaria Locale dell’Aquila (maggio), al Ministero della Difesa (agosto), al sito Web del Comune di Roma (settembre) e all’Agenzia delle Entrate (ottobre). “Secondo il Clusit, il 2023 rivela una situazione preoccupante per quanto riguarda gli attacchi cyber in Italia – precisa Braccioli –  con un aumento del 40% degli incidenti rispetto al primo semestre del 2022. Il rapporto, (basato sulle segnalazioni di incidenti raccolte da Clusit e dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni), indica che il settore più colpito è stato quello manifatturiero, con il 28% degli incidenti; seguono il settore pubblico (20%), il settore dei servizi (19%) e il settore finanziario (13%)”.

Il più comune fra gli attacchi è quello di  tipo phishing, che utilizza messaggi di posta elettronica o SMS fraudolenti per indurre le vittime a fornire dati sensibili; l’aumento è del 15%. Ecco perché il testo di Marco Braccioli è un invito a considerare più investimenti per la protezione del nostro perimetro: “Non si può continuare a considerare la cybersecurity come fosse un’assicurazione RCA che va pagata al pari di una tassa, e quindi non costruita attivamente, ma subita”.

Il testo completo si può leggere qui

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.