Avviata nel 2009, la ricerca di un modello europeo per un nuovo servizio pubblico crossmediale è proseguita, questa settimana, a Torino, a margine del Prix Italia: l’iniziativa è di Infocivica ed è forte dell’appoggio di varie istituzioni e organizzazioni. La riflessione del Gruppo di Torino, costituito tre anni or sono, è ormai giunta a un punto di maturazione: nei prossimi mesi, Infocivica dovrebbe produrre un rapporto di sintesi con proposte precise e concrete e presentarlo, a Bruxelles e altrove, alle Istituzioni comunitarie – Commissione e Parlamento europei – e al pubblico. L’obiettivo è di farne il volano di una normativa europea, ma, anche, di dare un contributo al dibattito italiano sul rinnovo della concessione alla Rai del servizio pubblico generale radiotelevisivo, concessione che scade il 6 maggio 2016.
Al convegno di Torino, sono intervenuti, o hanno mandato un loro contributo, docenti universitari di tutta Europa ed hanno portato il loro saluto, fra gli altri, la presidente Rai Anna Maria Tarantola e il vice-presidente dell’Uer/Ebu Claudio Cappon. I lavori sono stati aperti dalla segretaria generale del Prix Italia Giovanna Milella.
La riflessione del Gruppo di Torino era partita dalla ricerca di un modello europeo, tutto da definire, di servizio pubblico audio-visivo, ma è poi evoluta verso il concetto di un servizio pubblico crossmediale, al passo, cioè, con l’evoluzione della tecnologia e anche con le nuove abitudini informative del pubblico. Il finanziamento d’un tale servizio – l’idea è largamente condivisa all’interno del gruppo – è un costo della democrazia ed è uno strumento di salvaguardia del senso della coesione dell’Europa.
Proprio le modalità di finanziamento, ma anche le risorse umane e i contenuti di un tale servizio sono stati fra i temi discussi nei vari interventi, a partire dai rapporti di sintesi della ricerca finora condotta dei professori Emil Prado, dell’Università autonoma di Barcellona, e Giuseppe Richeri, dell’Università di Lugano. Barbara Scaramucci, direttrice delle Teche Rai, ha introdotto il tema dello sfruttamento anche commerciale degli archivi e della salvaguardia della memoria storica, mentre Stefano Luppi, che rappresenta la Rai nel Consiglio di Sorveglianza di Euronews, ha dato una testimonianza dell’esperienza di quello che è, pur con tutti i suoi limiti, l’unico vero media europeo in ambito televisivo.