Stefano Parisi
Stefano Parisi

Chili Tv è il “ristorante del cinema”. Con un menù à la carte si acquista il film che si preferisce, senza sottoscrivere un abbonamento. Occorre registrarsi sul sito www.chili-tv.it e si accede a una videoteca di 3.000 titoli. Nel catalogo sono presenti circa 40 pellicole vincitrici dei Golden Globe: per esempio è possibile comprare “Avatar” e “Gangs of New York” o noleggiare “The Millionaire” e “Il Divo” di Paolo Sorrentino. E non mancano le prime visioni, i cult (“Il Padrino”), i cartoni animati e i contenuti riservati ai maggiorenni. Con 0,99 € sono disponibili 83 film, da “Troppo forte” di Carlo Verdone a “Piedone l’africano” con Bud Spencer.
I contenuti non sono visibili sul tradizionale televisore, ma su quelli di ultima generazione: smart tv, smartkey tv e anche su smart blu-ray, smart home theatre, pc, mac, tablet, smartphone, kindle fire e fire hd attraverso le piattaforme Windows, iOS e Android. E, ad eccezione delle televisioni, il consumatore può scaricare il film sui dispositivi e guardarlo senza essere connesso a internet.
Ecco il segreto di Chili Tv: dà la possibilità di vedere il cinema in streaming o in downloading. Terminata la proiezione nelle sale, distribuisce il contenuto digitale in modo legale per effetto degli accordi con i più importanti produttori e distributori italiani e internazionali. È una tv on demand via web, personalizzata sulle richieste dell’utente. Ha lanciato la sfida ai colossi della pay tv e pay per view (Sky e Mediaset) e ha dichiarato la guerra alla pirateria online, come ha raccontato a Media Duemila Stefano Parisi, suo fondatore, presidente e deus ex machina.
Perché al consumatore conviene acquistare o noleggiare un film da Chili Tv e non scaricarlo illegalmente dal web?
“Gli conviene per la qualità delle immagini: offriamo film anche ad alta definizione, invece quelli illegali sono di scarsa risoluzione. E poi nelle menti degli italiani dovrebbe scattare la preferenza verso l’offerta legale. Su questo stiamo facendo una grande campagna: vogliamo comunicare che dietro una pellicola ci sono tante professionalità, anche così si tutelano i posti di lavoro”.
Chi può contribuire a educare gli italiani alla visione legale dei film online?
“Bisogna reprimere il fenomeno. Devono essere chiusi i siti che offrono lo streaming illegale dei film: occorre fare in modo che quando un utente cerca di accedervi deve essere reindirizzato a una pagina che l’avvisa che quello è un sito che viola la legge”.
Cosa prevede la normativa sul download illegale?
“Il nuovo regolamento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni prevede che, dal 31 marzo 2014, l’Italia diventerà il primo Paese in Europa nel quale qualsiasi contenuto potrà essere rimosso dallo spazio telematico su ordine di un’autorità amministrativa, dietro semplice segnalazione di chi si presenti come titolare dei diritti d’autore ed all’esito di un procedimento destinato a concludersi in pochi giorni. Se le società hanno sede legale all’estero, i provider saranno contattati dall’Agcom per oscurare i siti pirata”.
Lei cos’altro propone per contrastare la pirateria online?
“I motori di ricerca non devono indicizzare per prima questi siti quando un utente digita “film gratis”. Noi aziende del settore dobbiamo creare un’alleanza con “Google”, “Yahoo” e “Bing” per eliminare loro dalle pagine visualizzate nella ricerca sul web. L’obbiettivo è questo: quando una persona scrive il nome di un film devono apparire i distributori legali”.
Quando è nata Chili Tv?
“Nel giugno 2012 grazie a uno spin off di Fastweb e con lo spirito imprenditoriale di un gruppo di manager che 14 anni fa ha sviluppato la prima piattaforma IPTV al mondo. Oggi è controllata dai fondatori e partecipano al capitale Fastweb e Antares Private Equity. La maggioranza dei dipendenti è rappresentata da ingegneri: noi investiamo nello sviluppo delle tecnologie. È questo il nostro valore aggiunto rispetto ai concorrenti”.
Per farvi conoscere fate ricorso a tante promozioni. Come vengono pianificate?
“Solo con grandi brand e attraverso un’operazione di co-marketing. In questo periodo abbiamo una promozione con i titolari della carta you&Eni: con 30 euro di rifornimento hanno diritto a 5 euro da spendere nella nostra videoteca. E anche quest’anno è attiva l’iniziativa “Cinefollia” con il Corriere della Sera”.
Nel provare il servizio ho trovato utile la “Ricaricabile Chili”.
“La maggior parte dei nostri clienti paga i film con questa modalità: può ricaricarla dal sito e poi acquistare ciò che desidera. L’utente può noleggiare i contenuti anche con le principali carte di credito e prepagate”.
Perché Chili Tv è fruibile solo sul territorio italiano?
“Il mercato dei film è geografico. Noi stipuliamo contratti per avere i diritti in Italia: è per questo motivo che i clienti possono acquistarli solo dalla nostra nazione. Una persona dall’estero non può farlo. Questo è un limite su cui l’antitrust europeo ha aperto un’indagine: si vuole risolvere il problema dei cittadini che si abbonano in uno Stato e se si spostano in un altro, per lavoro o per vacanza, non possono accedere ai contenuti per cui pagano un abbonamento”.
Quanti sono gli utenti registrati a Chili Tv?
“Sono 200mila e, sottolineo, non sono abbonati: non è obbligatorio pagare una quota mensile. Nel 2018 puntiamo ad arrivare a 2 milioni. Aggiungo che ogni utente può godersi il film acquistato o noleggiato su 5 suoi dispositivi”.
Cosa si aspetta per il 2014?
“Mi auguro che il mercato del video on demand e dello streaming sulle smart tv continui a crescere fino a diventare un fenomeno di massa, come lo è già negli Stati Uniti. Questa tecnologia avvicina gli italiani al cinema”.

Luigi Garofalo
media2000@tin.it

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Luigi Garofalo
Giornalista di 31 anni. Dal 2011 al 2013 è stato cronista e conduttore del telegiornale per l'emittente locale di Roma "T9 Tv". Con Giampiero Gramaglia ha pubblicato il libro: "Complici. La relazione pericolosa tra l'Italia e il regime di Gheddafi" (Editori Riuniti, marzo 2011). Ha conseguito, con il massimo dei voti, la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" con la tesi dal titolo: "Il giornalista multimediale e multipiattaforma".