Queste pillole non sono per nulla esaurienti. Sono solo uno stimolo per approfondire storie di cultura mediatica. Oggi un accenno alla Cina: i mass media cinesi sono perlopiù allineati al loro governo. Stato, partito, popolo e opinionisti sembrano un blocco unico. Non è così vero. Bisogna leggere tra le righe, cogliere le sfaccettature di un sistema, capire anche i silenzi. Il medioevo cinese è stato molto lungo e nella gerarchia del potere cinese ce ne sono ancora tracce. Riti e religioni hanno frenato per secoli lo sviluppo. La corsa tecnologica e industriale sta modificando continuamente l’ideologia di governo. Con poche scosse, in 40 anni si è passati dal ‘marxismo-leninismo-maozedong pensiero e dittatura del proletariato’ al ‘socialismo con caratteristiche cinesi’. E la cultura liberale consumista insidia il rigore del capitalismo di stato. E’ tutto in movimento e occorre conoscere i dettagli.
187 – CINA 2049
Per festeggiare 100 anni della Repubblica la Cina vuole diventare un ‘Paese socialista modernizzato’. A medio termine, ‘Vision 35’ è un progetto del Governo, ispirato allo slogan della ‘doppia circolazione’, ovvero consumo domestico e accordi internazionali, e all’autosufficienza tecnologica. E’ una strategia economico-politica che intende portare la Cina a un ruolo chiave nel definire la tecnologia del futuro: economia digitale, Internet of Things, Cloud Computing, Big Data, 5G, 6G, Intelligenza Artificiale, esplorazione spaziale, sicurezza cybernetica. E poi c’è il processo di decarbonizzazione a vantaggio dell’ambiente. Ovviamente è la competizione con gli Stati Uniti, che già osteggiano Huawei e i rapporti Cina-Europa, a costituire il punto di riferimento dello sviluppo tecnologico ed economico. Ci sarà un’egemonia bipolare o un confronto aperto a tutti gli Stati con la loro diversa gradualità di sviluppo, al fine di una convergenza pianificata dedicata alla salvaguardia di tutto il pianeta Terra?
188 – SHANGHAI PIU’ 5
La metropoli cinese fa 30 milioni di abitanti in 6.300 kmq (Roma Capitale fa 4,2 milioni in 5.300 kmq). L’attrazione verso il centro si sta sviluppando in altezza a causa del limitato spazio a disposizione, l’aumento dei costi legati alla congestione produce un indebolimento dell’energia di sviluppo. Le infrastrutture non reggono l’espansione. La municipalità vuol rimodellare il paesaggio urbano e promuove la costruzione di 5 nuove città: Jiading, Qingpu, Songjiang, Fengxian, Nanhui, organizzate sulla base di popolazione, industria e trasporti. La nuova struttura prevede alcune caratteristiche speciali: cluster, con diversi centri urbani; forma a rete multi-livello; integrazione, con la fusione dei centri produttivi; digitalizzazione: con spazi reali e virtuali; sicurezza e benessere ambientale, con parchi ecologici e abitabili. Le grandi industrie già si muovono per ottenere la migliore localizzazione.
189 – CONFINI TURBOLENTI
La stragrande maggioranza dei cinesi è di etnia Han. Nella storia le dinastie Han sono state articolate in numerosi regni combattenti fra loro e hanno subito invasioni violente da parte di unni, mongoli, mancesi, oltre alle occupazioni dei giapponesi e dei colonizzatori occidentali. Il governo cinese oggi ritiene che le province periferiche, come il Xinjiang, siano ancora arretrate culturalmente, reticenti al progresso voluto dal governo centrale e che le religioni locali favoriscano forti disuguaglianze sociali, come nei rapporti di genere. Russi e americani, che avrebbero voluto estinguere l’egemonia dei talebani dall’Afghanistan, non ci sono riusciti. C’è un pericolo di insurrezione, alimentato da simpatie straniere? A rimedio ecco le pratiche definite di ’controinsurgenza’: prigione preventiva, rieducazione forzata, coercizioni impensabili in un’ottica liberale di tutela dei diritti umani, ma che sia Russia che Usa che Paesi Arabi non hanno esitato a mettere in pratica finora. Questioni aperte, inquietantemente.