È Giuseppe Civati a sostenere la proposta di legge sulla parità di salario fra uomo e donna. Ebbene il divario retributivo di genere ancora oggi riguarda la “discriminazione diretta”, cioè a parità di lavoro le donne guadagnano meno, sia per le differenziazioni di mansioni che di settori. A livello europeo questo divario si attesta in media intorno al 16%. Nel rapporto della UE sul divario retributivo di genere si legge che il gender pay gap (la differenza salariale tra uomini e donne) varia a seconda dei paesi: inferiore al 10% in Slovenia, Malta, Polonia, Italia, Lussemburgo e Romania sfora il 20% in Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania, Austria e Estonia.
Per quanto si siano ridotte globalmente negli ultimi dieci anni, le asimmetrie salariali tra donne e uomini vanno accentuandosi in alcuni paesi (Ungheria, Portogallo) e persistono nonostante le donne siano più brave degli uomini negli studi: in media nel 2012 l’83% delle donne aveva ottenuto almeno un diploma di istruzione secondaria superiore nell’UE, contro il 77,6% degli uomini, e le donne rappresentano il 60% dei laureati.
“La pubblicazione dei salari rispetto al genere ed alle mansioni – continua Civati – è solo il primo passo di questo cammino. In un prossimo futuro potremmo non consentire alle imprese di accedere a specifici finanziamenti in presenza di disparità di salario. E ritengo fondamentale questa battaglia di equità fra i generi nel mondo del lavoro e dunque questo è solo il primo passo”.
Seguirò personalmente la battaglia di Civati che già faccio mia ed auguro a tutti Buona Pasqua.
Maria Pia Rossignaud