Claudia Bugno
Con Claudia Bugno, Fondatrice e Managing Director di FuturItaly, nel comitato scientifico di Hermes Centro Studi Europeo, un’altra intervista  con focus  cybersicurezza. Negli ultimi mesi ho raccolto le opinioni di Licia Garotti, Avvocato Studio Legale PedersoliGattai, Socia responsabile del dipartimento di Diritto delle Tecnologie e Proprietà Intellettuale, nel comitato scientifico Hermes CSE; Alessandra Chirico PhD, Chirico Consulting BRXL; Cinzia Crostarosa, Engineer di TELESPAZIO S.p.A, membro CTS AFCEA Chapter of Rome; Valeria Lazzaroli, Presidente ENIA e Annita Sciacovelli, ENISA – professoressa di Diritto internazionale e specialista in cybersecurity presso l’Università di Bari ‘Aldo Moro. BUONA LETTURA!

 

FuturItaly: quali i progetti che l’hanno coinvolta e appassionata di più?
Gli anni di esperienze professionali profonde a cavallo tra mondo pubblico e privato, mi hanno dato l’opportunità di verificare la forte esigenza di rafforzare un dialogo quotidiano tecnico-istituzionale fra attori di sviluppo locale, sistema pubblico, privati, mondo bancario, … Questo non solo per supportare l’efficace messa a terra delle politiche pubbliche, ma anche per accompagnare lo sviluppo delle piccole e medie imprese, spina dorsale della nostra economia.
Ed è proprio da questa consapevolezza che ho fondato FuturItaly, una realtà giovane che guarda al futuro già a partire dal nome, per realizzare progetti finalizzati al rilancio dell’Italia. Eventi come la pandemia, la crisi energetica e l’inasprimento delle tensioni geopolitiche, hanno, infatti, accentuato le vulnerabilità sistemiche del Paese come la frammentazione del tessuto produttivo, che si è trovato ad operare in uno scenario internazionale sempre più competitivo.
Esigenze che trovano declinazione nell’approccio tailor-made di FuturItaly, tratto distintivo del nostro lavoro. Un metodo strutturato che parte dalla fondamentale attività di ascolto di tutti i nostri stakeholders, costruendo progetti su misura che rispondano in modo mirato alle specifiche esigenze e accompagnandoli lungo tutte le diverse fasi: dall’ideazione, allo sviluppo fino alla rendicontazione e alle successive evoluzioni.
Un lavoro faticoso che richiede un impegno costante e diretto sui territori, ma che rappresenta la chiave per tradurre i progetti in opportunità concrete. Penso ad esempio ai nostri servizi di intelligence economica, che forniscono una fotografia aggiornata delle economie territoriali per lo sviluppo delle filiere produttive. Un metodo scientifico che, attraverso una mappatura accurata, ci permette di rispondere alla polverizzazione delle misure finanziarie esistenti, traducendosi in attività di informazione strategica e di assistenza tecnico-specialistica per guidare le imprese nell’accesso alle misure agevolative nazionali ed europee.
Supporto che si articola anche in percorsi formativi verso i sistemi territoriali per fornire un cruscotto di competenze operative e trasversali, grazie al coinvolgimento di manager pubblici e privati, esperti e titolari delle misure.
L’obiettivo che più ci sta a cuore è quello di rappresentare un moltiplicatore di opportunità per i nostri territori, valorizzandone ricchezze e risorse come eredità per le generazioni future.
Scenari che mutano, competenze trasversali, come ci si muove in un contesto così ampio e difficile?
In un momento che possiamo definire di “siccità” economica, sviluppare un know-how nuovo e multidisciplinare è fondamentale per anticipare in chiave predittiva gli scenari in costante trasformazione.
Quello delle competenze è un altro dei temi che ci sta molto a cuore, per formare professionalità che possano supportare il rilancio del Paese, richiamare talenti e rafforzare il legame con strutture, enti e istituzioni.
Obiettivi che puntiamo a raggiungere attraverso i servizi di alta formazione, strutturando percorsi che possano fornire competenze operative sempre aggiornate e strumenti adeguati ad affrontare le sfide attuali e future.
È, infatti, importante comprendere come gli scenari non vadano cavalcati o inseguiti, bensì anticipati. Ci troviamo in un’Europa ancora divisa in macroaree di sviluppo diverse in una frammentazione che sottolinea la necessità di una profonda trasformazione per rafforzare il ruolo europeo sul piano globale.
Una rivoluzione culturale che crei spazi di responsabilità crescenti anche per le nuove generazioni, in un processo che parta dal know-how consolidato, per anticipare chiave predittiva le evoluzioni. Penso ad esempio alla twin transition, all’Intelligenza Artificiale, o alla sostenibilità…. Questo determinerà un nuovo corso che dovrà vedere in prima linea anche i professionisti del futuro, leve fondamentali per costruire una vera integrazione europea per competere sullo scacchiere internazionale.
Cosa l’ha spinta ad entrare a far parte del Comitato scientifico del Centro Studi Europeo Hermes? E quale contributo vuole apportare.
In uno spirito fortemente europeista, far parte del Comitato Tecnico Scientifico del Centro Studi Europeo rappresenta un’ulteriore preziosa occasione di arricchimento culturale, anche grazie alle sinergie che si stanno creando tra i diversi membri.
Un mosaico di professionalità trasversali nel panorama attuale con competenze settoriali su tematiche oggetto di intervento del CSE: dall’Intelligenza Artificiale alla Cybersecurity, dalla Difesa allo Spazio. Tre pilastri cardine della nostra società, per la pubblica amministrazione, per il mondo delle imprese, rispetto ai quali è cruciale anticipare, conoscere e attuare le strategie che partono dall’Europa e si declinano a cascata sul Sistema-Italia.
Basti pensare alla recente legge sullo spazio e sulla space economy, approvata lo scorso 20 giugno dal Consiglio dei Ministri ed entrato nel vivo dell’iter parlamentare. È, inoltre, importante ricordare l’entrata in vigore dell’AI Act che stabilisce una serie di obblighi per i fornitori e sviluppatori di sistemi di Intelligenza Artificiale, a seconda dei diversi livelli di rischio identificati con l’obiettivo non solo di promuovere e sostenere l’innovazione e la competitività nel settore dell’IA, ma anche di assicurare la protezione di consumatori, lavoratori e cittadini.
La vera sfida con il Centro Studi Europeo sarà proprio quella di avvicinare i sistemi produttivi territoriali a tematiche così tecniche, spesso percepite come lontane dalle realtà locali, sensibilizzando sulle minacce, ma anche sulle opportunità, che le nuove politiche portano con sé.
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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.