Malgrado sia i dati dell’Istat sia quelli dell’OCSE attestino che, sul fronte scolastico, le studentesse conseguano risultati migliori dei loro colleghi maschi (ad esempio, un’indagine ISTAT di tre anni fa testimoniò che il 38,3% delle ragazze si impegna molto nello studio mentre per i maschi tale quota è più contenuta (24,9%); agli stessi anni risale la rilevazione statistica secondo cui sono le ragazze ad avere i voti migliori in matematica nei licei e negli istituti tecnici e professionali), l’iscrizione a corsi di laurea in materie scientifiche rimane ancora, parzialmente, un tabù tutto femminile. Talmente marcato, e non solo in Italia, che solo il 3% delle ragazze europee si laurea in Informatica, contro il 10% dei laureati di sesso maschile; un mestiere così all’avanguardia e remunerativo come quello degli sviluppatori di App viene svolto solo dal 9% di donne. Fra i manager del settore ICT, solo il 19% è donna.
Per scardinare questo gap di opportunità fra i generi nel settore scientifico e tecnologico, la Fondazione Mondo Digitale ha ideato e promosso, in partnership con la Microsoft e l’Ambasciata Usa presso la Repubblica Italiana, il Progetto ‘Coding Girls’, giunto alla sua seconda edizione, dopo il successo di quella pilota del 2014; stavolta il Progetto si rivolge a 400 studentesse di sette scuole secondarie di Roma e Napoli.
L’attività formativa si svolgerà con l’apporto di tutor senior della Sapienza Università di Roma, dell’Università di Tor Vergata e dell’IIS Archimede – Pacinotti di Roma. Lo staff dei coach è capitanato dalla statunitense Ashley Gavin e punta a ‘catechizzare’ fra le ragazze coinvolte nuove coach iunior, in una sorta di metaforica staffetta virtuosa per ampliare sempre più il numero di laboratori di coding nelle scuole.
Nella declinazione partenopea dell’evento ci sarà il coordinamento del Consolato generale statunitense per il Sud Italia. Le scuole protagoniste dell’iniziativa sono: IC Piazza Winchelman di Roma, LSS Croce di Roma, LSS Righi di Roma, IIS Nitti di Napoli, IC Boscotrecase di Napoli, ITIS G. Ferraris di Scampia, IPSIA Casanova di Napoli.
A Scampia, zona emblematica per simboleggiare la funzione emancipante del sapere da situazioni sociali complesse, il 6 novembre mattina è stata prevista anche la visita di Colombia A. Barrosse, Console generale Usa nel Sud Italia.
L’iniziativa è stata presentata a Roma, lo scorso 3 novembre nella sala Young (è un cognome, ma quanto profetico!) dell’Ambasciata americana, preludio sia delle attività formative della durata di una settimana, presso i laboratori informatici degli Istituti scolastici coinvolti, sia dello zenith del Progetto, ovvero un hackathon – una specie di maratona informatica, per la realizzazione di software e di sperimentazioni didattiche – tutto al femminile che si terrà a Roma, presso la Palestra dell’Innovazione della Fondazione Mondo Digitale, in via del Quadraro 102.
Alla conferenza stampa hanno partecipato Gloria F. Berbena, consigliere per la stampa e le attività culturali dell’Ambasciata Usa in Italia; Marta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale; Orlando Ayala, presidente della divisione Emerging Markets della Microsoft e Daniele Barca dirigente dell’Ufficio Innovazione Digitale del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca).
Nell’aprire la conferenza stampa e salutando le delegazioni delle studentesse presenti, Gloria F. Berbena ha affermato che “Le nuove generazioni sono meglio equipaggiate per la tecnologia e investire nel futuro e nelle persone, nei giovani in particolare, è un tratto distintivo della società americana. Favorire la STEM Education (lo studio di scienza tecnologia ambiente e matematica) è una nostra priorità a cui dedichiamo un impegno costante, un impegno che sentiamo più forte nei confronti delle giovani donne come voi, che hanno sicuramente il talento necessario ma devono avere l’opportunità per esprimerlo.”
Intervistata da Media Duemila, Gloria F. Berbena ha notato come il digital divide fra le generazioni emerga soprattutto fra quelle ormai adulte piuttosto che fra i giovani, che hanno l’opportunità di condividere una cultura digitale globalizzata; né c’è divario fra ragazzi e le ragazze statunitensi ed europei. Piuttosto, quello che occorre focalizzare è una modalità di tutela, onde dare una bussola ai giovani nello scegliere le informazioni più giuste, isolandole fra il magma indifferenziato che si trovano di fronte navigando nel web ed evitando, così, un abnorme spreco del tempo e di incappare in pericoli.
Inoltre, secondo la dottoressa Berbena, la Rete rappresenta per i giovani una straordinaria opportunità di partecipazione civica, cosa che non avveniva con le generazioni delle loro madri e dei loro padri. Insomma, bisognerebbe veicolare fra i giovani una concezione secondo la quale Internet rappresenta un mezzo, anzi un buon mezzo, ma mai non un fine.
Per Orlando Ayala: “La tecnologia consente l’accesso a un futuro migliore e una strada verso una crescita economica che conduce all’autoaffermazione personale.
Pertanto, la Microsoft abbraccia pienamente e sostiene la nozione di emancipazione femminile e il raggiungimento della parità attraverso opportunità eguali fra uomini e donne attraverso I saperi della tecnologia. Tali concetti sono ben presenti nella nostra filosofia imprenditoriale. E’ per questo motivo che diamo grande valore alla nostra partnership con la Fondazione Mondo Digitale e con l’Ambasciata statunitense in Italia per sostenere il Progetto Coding Girls.
Nei prossimi tre anni, Microsoft investirà 75milioni di dollari in programmi per ampliare l’accesso all’informatica e alle materie ad essa collegate per tutti i giovani, in particolare per quelli che vivono nelle aree in cui non siamo ancora rappresentati. “
Mirta Michilli, in una dichiarazione a Media Duemila, ha sottolineato come le giovani studentesse, brillanti anche nelle materie scientifiche e non solo in quelle umanistiche – e le statistiche riportate nell’incipit lo attestano – abbiano nella maggior parte dei casi un itinerario professionale che s’inerpica nel mondo del lavoro ai livelli d’entrata in maniera paritaria, se non addirittura superiore, a quella dei loro coetanei. Ciò fino ai trent’anni, età in cui sono, in mansioni analoghe, persino più produttive della componente maschile.
Il quadro fornito da Mirta Michilli è assai realistico e segue un paradigma persino monotono: dopo i primi passi nelle aziende o nel pubblico, le ragazze subiscono un blocco di carriera a causa di un metaforico orologio biologico che, divenendo sempre più assordante, le risucchia nel ruolo di madri, senza che l’organizzazione statale sia in grado di fornire supporti alla tutela dei loro percorsi professionali. Il più delle volte, tale ‘sabbatico familiare’ rappresenta la pietra tombale alle loro carriere o, nel migliore dei casi, il rallentamento delle stesse.
Giunte intorno alla cinquantina, allorché conservano entusiasmo e produttività e a figli ormai autonomi, mentre cala la produttività fra i loro ‘coevi’, le manager (o chi ha curriculum adeguati a tali ruoli), si trovano ‘imprigionate’ nelle loro prospettive lavorative dalla reazione autodifensiva condivisa dai suddetti maschietti ‘spompati’, stile ‘crollo ma non mollo’ il bastone del comando.
La direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale ha notato come ancora permanga il pregiudizio che le donne non siano technology oriented, dunque non vengano sollecitate sin da bambine a coltivare i propri talenti scientifici.
E’ la scuola stessa a condannarle, giacché, se in matematica o fisica hanno difficoltà di performance, subito vengono tacciate senza appello e senza redenzione di non essere portate per tali materie, mentre, talvolta, potrebbe soltanto trattarsi di cattivi metodi d’insegnamento; se, invece, nelle stesse condizioni, si trova un ragazzo è semplicemente perché non s’impegna e non ha studiato, lasciando sempre uno spiraglio aperto al suo ‘ravvedimento’.
Insomma, è giunto il momento di sparigliare una situazione antagonista delle pari opportunità. E la Fondazione Mondo Digitale sta dando precisi segnali per favorire una rivoluzione rosa nelle carriere scientifiche. Tant’è che quest’anno, le Coding Girls sono anche le portavoce della campagna europea “e-Skills for Jobs”, diffusa dalla Commissione europea in 22 Paesi per promuovere le competenze digitali tra le nuove generazioni.

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Annamaria Barbato Ricci
Annamaria Barbato Ricci è una stimata e nota giornalista italiana, free lance e già capo-ufficio stampa alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero dei Trasporti e consulente nello staff di Presidenza dell’UNICEF. E' stata coordinatrice e co-autrice della trilogia “Radici Nocerine: la Storia al servizio del Futuro”, e ideatrice de Le Italiane, un libro che racconta 150 anni di Italia al femminile.