La coesione sociale nell’era digitale ha bisogno di essere condivisa, studiata e supportata, la Rai in qualità di servizio pubblico ha il dovere di partecipare alla costruzione del nuovo mondo ed oggi, come in passato, deve dimostrare di saper diffondere l’informazione che fa crescere tutti e per farlo deve promuovere la coesione sociale.
Questo il concetto chiave discusso alla presentazione dello studio: “Coesione sociale. La sfida del servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale” a cura dell’Ufficio Studi Rai, diretto da Claudia Mazzola.
Valori e vivere civile
Riaffermare i valori del vivere civile così come ricordano gli appelli del presidente Mattarella è una delle funzioni del servizio pubblico che ha, anche, il compito di raccontare nel modo giusto la complessità dell’oggi. Come sostenere e promuovere la transizione ponendo al centro queste due parole “coesione sociale” che racchiudono tanti significati e forse per questo si fa fatica a ricondurle ad un percorso lineare, è stato l’obiettivo dell’incontro dedicato allo ricerca promossa dall’Ufficio Studi Rai.
Ho apprezzato particolarmente l’invito dell’amica Flavia Barca che, da esperta di media, ha contribuito a tracciare questo percorso di riflessione, né facile e né scontato, che l’Onu ha validamente riassunto nel 17 Goals per lo sviluppo sostenibile.
Il presidente Rai Marcello Foa ha aperto la riflessione che giunge proprio nel moneto giusto, perché oggi sono sempre di più coloro che si interrogano sul nuovo ruolo del servizio pubblico che deve recuperare credibilità e aiutare i cittadini a entrare nella fase del “new normal”.
Alessandra Paradisi, Vice Direttrice Ufficio Studi Rai, moderatrice dell’evento ha evidenziato le tappe storiche del servizio pubblico che deve saper raggiungere tutti. In un momento di cambiamenti veloci e di pubblici frammentati diventa particolarmente complicato. Per non lasciare nessuno indietro c’è bisogno di unire, formare, condividere, ecco perché la coesione sociale dovrebbe essere nel DNA di ogni servizio pubblico.
Alberto Barachini, presidente Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi ha, infatti voluto ribadire proprio che il compito di far in modo che nessuno resti indietro è la mission principale della Rai.
Concetto ripreso da Luisa Corazza, ordinaria di diritto del lavoro all’Università degli studi del Molise e consulente del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per le questioni di carattere sociale “ il valore simbolico della coesione sociale – ha precisato – è importante perché se ne parla tanto, ma c’è bisogno di affrontare il problema con rigore, anche, metodologico. L’emergenza che stiamo attraversando ci ha insegnata che la coesione sociale passa attraverso molte sfaccettature, non può essere soltanto economica. Abbiamo bisogno di una narrazione che tende ad aggregare e non a dividere. L’eredità che ci ha lasciato questa pandemia è proprio la coscienza che solo attraverso l’aggregazione, la coesione riusciremo ad uscire da questa emergenza”.
Claudia Mazzola neo direttrice dell’ufficio studi Rai ha evidenziato l’importanza di poter avere a disposizione un dettagliato report sulla coesione sociale e parlando di parità di genere ha voluto ricordare che la Rai ha fatto dei progressi in questo campo proprio su input dell’ufficio studi e della commissione pari opportunità.
Claudia Mazzola ha ringraziato Flavia Barca, esperta di economia della cultura e dei media nonché collaboratrice dell’ufficio Studi, che da coordinatrice del volume ha spiegato la metodologia e le analisi alla base del lavoro che è stato avviato partendo dal contratto di servizio, per poi concentrarsi sulla definizione del concetto di coesione sociale. “Un concetto – ha precisato – molto complicato perché dipende anche dalle politiche culturali”.
Flavia Braca ha letto un paragrafo del libro per condividere almeno un possibile significato del concetto “coesione sociale”: “Una società è tanto più coesa quanto più l’individuo e le comunità che ne fanno parte hanno fiducia nel fatto che i valori, la cultura, le istituzioni e le norme come pure i meccanismi concreti di funzionamento e di formazione del potere economico e politico sono favorevoli al perseguimento dei propri obiettivi di sviluppo personale e sociale”.
Sul significato di coesione sociale è ritornata Antonia Carparelli, a lungo consigliere economica presso la rappresentanza in Italia della commissione europea, che non crede possibile una definizione universale: “perché è uno di quei concetti che evolvono nel tempo e che hanno diverse dimensioni. Penso allo sviluppo sostenibile, alla democrazia partecipata, alla politica ed anche al fatto che le istituzioni per la coesione sociale hanno finito per adottare una definizione fatta su misura. Per la Rai il concetto di coesione è legato alla capacità di sostenere l’integrazione nella comunità, in qualità di servizio pubblico che fa informazione e comunicazione all’altezza delle grandi sfide sociali politiche del nostro tempo”. A questo proposito Antonia Carparelli ha riportato le parole che Bertrand Russell disse nel ‘48 , anni in cui l’’Europa era profondamente segnata dalle distruzioni della guerra: “ Ogni comunità è esposta a due grandi pericoli di segno opposto, da un lato c’è quello della pietrificazione per un eccesso di immobilismo e di ripiegamento sulla tradizione e dall’altro quella della dissoluzione per eccesso di individualismo e mancanza di cooperazione. La coesione sociale è una necessità imprescindibile”.
Innovazione e coesione sociale: come coniugare una nuova offerta editoriale adatta ai tempi lo ha raccontato Elena Capparelli direttrice di RaiPlay e Digital. “RaiPlay è già una piattaforma innovativa attenta all’inclusione e alla diversità”.
Giovanni Scatassa Vice direttore RaiMarketing e Giovanni Paparapini, direttore Rai per il sociale a conclusione dell’incontro hanno ribadito quanto determinante è il ruolo del servizio pubblico nella promozione della coesione sociale alla luce della rivoluzione digitale che deve essere fondata sull’onestà intellettuale. Servire il pubblico è una grande responsabilità che richiede indiscusse qualità etiche e morali.
La lezione è che è comunque difficile sostenere un percorso informativo che abbia come scopo realizzare una coesione sociale utile per la società del momento. Nel momento in cui si passa dalla teoria alla pratica bisogna lavorare esclusivamente per la realizzazione del bene comune che significa aiutare e sostenere chi è più in difficoltà, chi è più fragile, chi è invisibile.
Stefano Luppi direttore Rai delle Relazioni Istituzionali, concreto e pragmatico riporta la discussione sul contratto di servizio strumento che permette al servizio pubblico di tutelare le minoranze e chiude l’appuntamento con l’auspicio che l’analisi svolta dall’ufficio studi possa essere una guida su cui fondare il nuovo contratto di servizio.