Il sottosegretario alla Salute Luca Coletto è stato ospite di MSD durante il meeting Inventing for Life, in particolare della prima tavola rotonda “La centralità del paziente nel percorso diagnostico-assistenziale”, insieme al segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso, ad Annamaria Mancuso, presidente dell’Onlus Salute Donna e al segretario generale nazionale FIMMG Silvestro Scotti. È stata l’occasione per Coletto di parlare a 360° di alcune delle politiche di stringente attualità in seno al suo ministero, in particolare del rapporto con le Regioni: «Noi dettiamo le linee guida, definiamo con leggi nazionali l’operatività delle regioni» ha esordito. «Stiamo lavorando al patto della salute, un documento tale per cui Stato e Regioni fanno un passo indietro entrambe e vanno a definire con legge quello che non è definito. Una cooperazione per condividere gli obiettivi principali della salute, implementare le ristrutturazioni sul territorio, attraverso investimenti non fatti nel tempo, e aiuteremo attraverso le società pubbliche che interverranno in aiuto alle Regioni per migliorare, rinnovare edilizia ospedaliera – elenca Coletto – Più che l’intenzione c’è la necessità di intervenire: in determinate Regioni c’è la necessità di rinnovare strutture, per andare a innovare la rete ospedaliera e razionalizzare le strutture rendendole più efficaci nell’ambito della governance». In primo piano è la nuova legge sull’autonomia regionale, fortemente voluta dal partito di Coletto, già assessore alla Sanità in Veneto: «Il federalismo è un patto per mantenere unite le Regioni all’interno della Nazione – prosegue – I nostri padri costituenti parlavano di regionalismo. Ciò significa che è insito nell ‘ambito della nazione Italia avere identità diverse. Il minimo comun denominatore è l’articolo 32 della Costituzione, che definisce quanto dev’essere erogato in quantità di cure dei cittadini italiani. Siamo uguali da questo punto di vista. L’impegno del governo, e lo dico senza smentita, è per rendere equanime le cure a livello nazionale e ci sarà solidarietà delle Regioni più avanzate per dare mano alle Regioni provvisoriamente un po’ di più indietro. Chi governa la Regione, quella che è la spesa della Regione, per l’80% si parla di sanità, ha responsabilità nei confronti dei cittadini. Come governo ci prendiamo le nostre responsabilità, le Regioni devono fare la loro parte».
Durante la tavola rotonda Gaudioso ha citato il caso Calabria, in cui vi è il commissariamento della maggiore Asl regionale e difficoltà a livello burocratico-amministrativo, che rende difficoltosa l’erogazione equanime delle prestazioni sanitarie: «Ci saranno interventi importanti a breve – conclude – In determinate situazioni commissariare in modo generale non porta risultati. Bisogna farlo in modo puntuale. in merito ai dati che abbiamo al Ministero, al Mef, abbiamo i dati in continuità della spesa in tempo reale, sappiamo quali sono le strutture efficaci e strutture non efficaci, e potremmo intervenire in maniera precisa. Prossimamente lo faremo. I soldi, c’è un sistema di finanziamento che è pro capite pesato, che è uguale per tutti, se c’è stato sviluppo per Lombardia ed Emilia ci dev’essere anche per altre regioni, se verifichiamo i flussi incrociandoli vediamo che le protesi d’anca hanno costo medio che va da 950 a 1350 in altre regioni 2180 e allora bisogna intervenire in maniera puntuale, con delle centrali acquisti efficaci ed efficienti. Le norme ci sono e risalgono al 2010/2011. Si deve gestire in maniera corretta la spesa sanitaria, ricavando risorse senza incidere sulla qualità di protesi, medicinali o farmaci».