Oggi sottolineo un aspetto legato al meeting “Neuroscienze e marketing” organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia ed al quale Media Duemila dedicherà uno speciale nel prossimo numero cartaceo. In particolare il professor Lattanzi ha spiegato il meccanismo che aiuta ogni uomo a percepire il pericolo, prima di realizzare l’oggetto concreto ad esso legato. L’amigdala è la parte del cervello che ci aiuta a sopravvivere proprio perché manda segnali di pericolo che determinano nell’uomo azioni utili alla sua salvezza. Un esempio, se ciascuno di noi si trovasse di fronte ad un gruppo di persone impaurite che scappa in direzione opposta alla nostra meta, certamente nessuno proseguirebbe. Il segnale di pericolo arriva dalle facce. Arrivo al punto, quando siamo davanti ad uno schermo (e questo vale sicuramente ancor di più per i bambini, i giovani) certamente non avvertiamo nessun segnale di pericolo. La vita reale come quella virtuale è piena di piccoli o grandi pericoli. Quando si incontra una persona la prima impressione è strettamente emotiva. Davanti ad uno schermo ci fidiamo di tutto, il nostro cervello non è in grado di inviarci quel segnale di stop che ci consente di guardare con più attenzione, ad esempio, prima di mettere un piede in fallo. E allora come difendersi dalle trappole della Rete?