Qualche giorno fa, l’autore ha lanciato il nuovo libro su Twitter invitando i follower a partecipare a completare insieme il galateo della comunicazione, dando consigli per essere più eleganti quando parliamo, segnalando errori frequenti, orrori linguistici e modi di dire triti. Per partecipare basta seguire l’hashtag #comedire e gli account @comedire2011 e @sbartezzaghi.
Le scorrerie di Bartezzaghi, allegro linguista e principe dei giocatori di parole, tra le praterie della lingua: i suoi usi e abusi, i suoi trucchi e doppi sensi. I nuovi modi di comunicare della civiltà digitale: il web, le mail, gli sms. I blog. Facebook e Twitter. Telefoni da leggere e da scrivere. Com’è fatto l’italiano che parliamo. I nuovi strafalcioni. E quelli antichi. “Come dire. Galateo della comunicazione” dall’editorialista di “Repubblica”, spesso proprio lì, in prima pagina, impegnato su questi temi, una sorta di Cesare Marchi post-moderno.
Autore.
Stefano Bartezzaghi, nato a Milano il 20 luglio 1962, è un giornalista e scrittore italiano.
Si è laureato al DAMS (Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna) con Umberto Eco. È figlio di Piero Bartezzaghi, famoso enigmista, e fratello di Alessandro Bartezzaghi, redattore della Settimana Enigmistica, e di Paolo, redattore della Gazzetta dello Sport.
Dal 1987 ha tenuto rubriche sui giochi, sui libri, sul linguaggio. Attualmente collabora con il quotidiano La Repubblica, per il quale pubblica le rubriche “Lessico e Nuvole”, “Lapsus”, “Borsa Titoli”, e come critico televisivo del settimanale l’Espresso.
Dal 2010 insegna Semiotica dell’enigma presso lo IULM – Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano.