Somigliamo, noi navigatori di rete, sempre di più a quei giapponesi che negli anni del boom nipponico passavano la loro vita dentro l’azienda, giorno, notte, tempo di lavoro, tempo libero.

Non solo per lavoro, ma anche nel loro tempo libero, rendendo efficienti i tempi di percorrenza da un ruolo e l’altro della loro esistenza.

La fabbrica integrata ed il just-in-time simboli della produttività del sol levante, si sono riprodotti nella nostre giornate di ‘cittadini della rete‘.
Per chi lavora in rete l’orario di lavoro si spalma e si insinua in ogni altro luogo temporale della vita quotidiana.
Non soltanto lo strumento di lavoro e svago è lo stesso, non soltanto il network e le relazioni si sovrappongono, ma col mobile lavoro e tempo libero insegue ogni luogo reale.
La fine del luogo di lavoro è illusorio, ogni spazio è luogo di lavoro.
Questa convergenza è tale anche per il luogo mentale dal momento che il lavoro si avvicina sempre di più a dinamiche creative.
Non siamo rematori nelle galere della repubblica veneziana, nessuno ci ha condannati, siamo piuttosto, quegli stessi giapponesi dediti anima e corpo all’idea di azienda come parte integrante della propria vita.
Con la parola chiave totemica della ‘svolta’ e del ‘cambiamento’.
La differenza è che la galera su cui navighiamo non è un’azienda che ci paga uno stipendio e ci vende anche i beni di conforto e viaggi in europa, ma uno stile di vita dentro un luogo virtuale, dove consumiamo attività professionali, acquisti, informazione, cultura, svago, relazioni sentimentali, emozioni ed esperienze, con una sola moneta, il tempo. Il nostro tempo.
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Giorgio Fontana
Torinese, classe 1957, si occupa di comunicazione e di social media. Attualmente è socio e project manager di Kelios SRL e di una nascente startup torinese di web tv. Nei suoi interessi permangono le tematiche antropologiche e umanistiche, declinate attorno all'innovazione tecnologica, interessi che condivide con i membri del gruppo di discussione da lui fondato, La scimmia nuda e Internet, divenuto ormai il punto di riferimento della cyberantropologia italiana in Facebook. Collabora dal 2011 con la rivista Media Duemila, su tematiche legate a social tv e social media.