Quarantine and isolation during the virus outbreak - groceries and food in stock, working from home over the internet.
Domenica shopping: calamìta consumista delle famiglie. Esplorazione dei prodotti, gingillo mentale dei gusti, piacere dei colori e delle forme, compulsione dei pacchetti-regalo. Che bello andar per vetrine, comprare qua e là, tra un picco e l’altro della pandemia; stare insieme, all’aria aperta nel cuore dell’inverno, cicaleggiare vis-à-vis con gli amici sorseggiando finalmente un cocktail ben fatto. E’ il ritorno alla affascinante preistoria sociale, quando ancora non c’era lo smartphone e il commercio digitale. Un ‘richiamo della foresta’ che nessun autorevole invito al distanziamento riesce a trattenere. Le luci dei centri commerciali ammiccano inconsapevolmente maliziose, frullano nel cervello le immagini e le colonne sonore degli spot pubblicitari, visti e rivisti mai così tante volte come durante il lockdown casalingo. Vana illusione che la chiusura non sia più necessaria e che ‘andrà tutto bene’. I poveri e i malati sono in aumento. Ehi, ci tocca tornare alla prudenza, alle innovazioni tecnologiche del 3° millennio e sperare che questa euforia di assembramento e di shopping dal vivo non diventi causa di calamità sociale. Ah, gli accenti!
142 – COMPRARE DA REMOTO
Non si può ignorare l’e-commerce, bisogna adattarsi all’evoluzione dei comportamenti d’acquisto che saranno sempre più determinanti sia per i consumatori individuali che per le compravendite B2B (azienda verso azienda). Si stima che il futuro sarà al 95% affidato agli acquisti online. Già adesso il 67% dei Millennial (i nati tra 1981 e 1996) e il 56% della Generazione X (i nati tra 1997 e 2012) preferisce fare acquisti online piuttosto che in un negozio fisico. Secondo ReadyCloud, il 44% dei minuti di vendita al dettaglio su internet è stato speso su uno smartphone, l’11% su un tablet e il 45% su un desktop. Col telefono compri stando dove vuoi: in America il 43% degli acquisti sono fatti stando a letto, 23% dall’ufficio, 20% dal bagno o dall’auto. Gli uomini spendono il 28% in più delle donne. Il 74% dei consumatori fa affidamento sui propri social network per prendere decisioni di acquisto.
143 –ÂMERCATI DIGITALI
La globalizzazione fa sì che il mercato dell’e-commerce abbia confini molto labili, tuttavia si può stimare che nel 2020 il mercato totale abbia raggiunto 3,9 mila miliardi (3,9×1012) di dollari US. Il mercato principale è la Cina (indicativamente 672 miliardi $), poi USA (340 miliardi), Regno Unito (99 miliardi), Giappone (79 miliardi), Germania (73 miliardi), Francia (43 miliardi), Corea del Sud (37 miliardi), Canada (30 miliardi), Russia (20 miliardi), Brasile (19 miliardi). Il 57% degli acquirenti online ha effettuato un acquisto da un rivenditore estero. Le stime rischiano di essere inficiate dai metodi di aggregazione e dalle condizioni di vendita; infatti i prezzi sono spesso volatili e il volume delle vendite a privati o grossisti è altamente variabile e tra l’altro richiede soluzioni di spedizione e logistica flessibili. Non sono risolti i problemi fiscali con procedure normative molto diverse da Paese a Paese. Come è noto le legislazioni nazionali rincorrono, a distanza, l’evoluzione economica.
144 – CHATBOT
Per superare le attese telefoniche, scremare le richieste e convogliarle al destinatario specializzato, oggi le aziende possono utilizzare una chatbot, ovvero un ‘conversatore semi-intelligente’ che ti chiede che cosa vuoi, perché, dove, come e ti propone una risposta o ti suggerisce di schiacciare questo o quel tasto per procedere nella telefonata. Una ‘guida in linea’ elementare, che usa linguaggio univoco, semplice e preciso, ma non capisce proposizioni subordinate né metafore. Fornisce la prima assistenza sostituendo un call center umano, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Può essere addestrato a dare informazioni utili (previsioni meteorologiche, collocazione ristoranti e ospedali più vicini), fornire dettagli sui prodotti e sui servizi, accettare prenotazioni. Parla così bene che non ti accorgi che è un robot.
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it