Leggi qui lo speciale digital transformation in collaborazione con EIT Digital. Roberto Saracco nel suo editoriale riassume i trend della trasformazione in atto.
“La trasformazione digitale è in corso ed ha le sue radici in due aree tecnologiche che si sono andate evolvendo negli ultimi cinquanta anni: la possibilità di modellare oggetti, fenomeni e processi reali in bit e la capacità di elaborare questi bit. Da un lato, quindi l’evoluzione della sensoristica sempre più variegata, e dall’altro dei computer, sempre più potenti, pervasivi e meno costosi.
La trasformazione trova una giustificazione (ed una spinta) nel basso costo di operare sui bit e nella elevata efficienza che catene del valore basate sui bit possono avere. La duplicazione di bit e la loro trasmissione ha praticamente un costo nullo, a differenza della duplicazione e trasporto di atomi. Queste caratteristiche del digitale trasformano l’economia complessiva da una economia della scarsità (atomi) ad una dell’abbondanza (bit) con un evidente cambio delle regole e dei valori.
Come per tutte le trasformazioni globali si osserva che i tempi complessivi sono lunghi (abbiamo iniziato più di 50 anni fa), si inizia molto lentamente e senza quasi accorgersene per poi raggiungere un punto in cui tutto sembra cambiare (il punto di dirompenza). Oggi siamo arrivati a “quel” punto.
Prendiamo il settore della musica. La possibilità di convertire il suono in bit risale agli anni 50 (l’idea di pacchettizzare il suono risale al 1937 ma le sue prime applicazioni nella trasmissione della voce in telecomunicazioni –PCM- risalgono al 1961). È con la codifica Mp3 (MPEG) che la tecnologia diventa pervasiva e con l’avvento dell’iPod (e similari) cambia l’intero settore della fruizione musicale. La catena del valore viene trasformata, facendo vittime e aprendo il settore ad altri partecipanti.
Un altro settore è quello del turismo, sia la parte organizzazione del viaggio sia quella della erogazione servizi (Airbnb, Expedia, LocalGuides, ecc.). Gli esempi ormai sono molteplici e l’impatto della trasformazione digitale si sta estendendo a tutti i settori.
Stiamo assistendo ad un affiancamento della economia dei bit a quella degli atomi. Quest’ultima non scompare ma è profondamente trasformata dalla presenza della economia dei bit. Essendo questa più efficiente molti lavori si spostano dall’una all’altra e troviamo che l’economia dei bit si va popolando di entità digitali, i digital twin, che costituiscono un alter ego di oggetti e processi presenti nell’economia degli atomi. I digital twin stanno diventando i nuovi soggetti per la progettazione, il monitoraggio, l’analisi. Sono degli aggregatori di bit che danno significato a dati rilevati da miriadi di sensori e che a livello virtuale “funzionano” come il loro alter ego reale. Tra non molto anche ciascuno di noi avrà il suo digital twin, utilizzabile in vari contesti, dall’istruzione alla sanità. La data analytics si sta spostando sempre più sui digital twin.
EIT Digital, la Knowledge Community dell’Istituto Europeo per l’Innovazione e la Tecnologia, ha come obiettivo l’accelerazione di questa trasformazione, il che vuol dire la promozione delle tecnologie che la rendono possibile, l’aggregazione degli attori a livello europeo per raggiungere la massa critica e la formazione delle conoscenze e capacità che ne sono alla base per creare il nuovo tessuto imprenditoriale.
EIT Digital co-investe circa 80 milioni di euro all’anno, mobilizzando ulteriori 200 milioni a livello europeo, attraverso la sua partnership diffusa in 9 nazioni con una presenza in 14 località (per l’Italia Trento –sede del nodo italiano- e Milano –satellite). Gli investimenti in innovazione sono aggregati su cinque aree (città, industria, salute, finanza e infrastrutture digitali), quelli sulla formazione in 8 aree di Master, 5 aree di dottorato industriale e svariati corsi dedicati alla educazione continua di alto livello per i professionisti.
La trasformazione digitale richiede una diffusa consapevolezza dei suoi effetti, positivi e negativi, e il coinvolgimento del numero più vasto possibile di attori. Di qui l’attenzione che viene data alla interazione con gli addetti ai lavori e con i cittadini. Di qui l’iniziativa del Nodo italiano che attraverso una partnership con Media Duemila, da anni impegnata nel portare avanti la cultura della trasformazione digitale, ogni anno sviluppa un numero speciale che possa essere base di riflessione auspicando un coinvolgimento sempre maggiore di istituzioni e cittadini.
Nel 2016 abbiamo dedicato il numero alla Innovazione sul territorio, nel 2017 alla Industria Digitale. Oggi, nel 2018 portiamo la riflessione sugli impatti che la trasformazione digitale sta avendo e avrà sul mondo del lavoro e quindi di riflesso sulla Società.
Questi impatti, come sarà evidente dalla lettura dei diversi articoli, variano nei diversi settori pur avendo in comune la trasformazione delle attività interessate, e la conseguente trasformazione delle conoscenze e degli skill richiesti. Alcuni lavori scompariranno (e i segnali si fanno già sentire oggi) altri lavori cambieranno e nuovi lavori verranno “inventati”.
Il numero si apre con il “Big Data Shock”, cioè con una interessante analisi su come i dati oggi introducono elementi di forte discontinuità nell’economia e come questa sia diversa rispetto alle discontinuità precedenti, quale è stata la rivoluzione industriale per una asimmetria che viene introdotta nel sistema.
Se i dati rappresentano una discontinuità da un lato, dall’altro sono le nuove risorse sui cui costruire servizi e prodotti e in questo settore lo strumento emergente è rappresentato dall’intelligenza artificiale/automazione. Il tema è affrontato nell’articolo successivo che esamina come intelligenza artificiale e automazione sempre più flessibile e “cooperativa” stiano cambiando il mondo della produzione industriale.
Il rapporto tra istituzioni e privato, tra società e cittadini viene esemplificato dall’articolo “Chi è alla guida?”. Il gioco di parole è forte: da un lato l’interpretazione “fisica”, la trasformazione del settore trasporti merci/persone che vedrà una progressiva adozione di veicoli autonomi (e spostamento del lavoro dal veicolo alla gestione flotte) che sarà facilitata da una cooperazione con l’infrastruttura civile, strade-illuminazione-distribuzione elettrica-sensoristica, e dall’altra l’interpretazione “organizzativa” e “decisionale/strategica”, chi dovrà farsi promotore della trasformazione assicurando il cambiamento del quadro normativo e il coordinamento degli investimenti tra pubblico e privato.
L’emergere delle potenzialità dei bit e il relativo universo dei bit è discusso nell’articolo seguente, Digital Twins, a cura di un system integrator che è impegnato nel portare la gestione dei processi a livello dei bit con dei quadri di approfondimento che prendono spunto da attività in corso in EIT Digital da parte di partner italiani.
La comunicazione è stata e continua ad essere un elemento abilitante della trasformazione digitale. Non poteva quindi mancare una breve analisi di cosa ci attende con il passaggio ormai imminente al 5G.
La costruzione efficace dell’economia di servizi “digitali” passa attraverso la disponibilità di piattaforme aperte. Questo è quindi il tema del successivo articolo che apre ai successivi approfondimenti orientati a specifici settori applicativi e in particolare da un lato osservando il cambiamento possibile nel mondo della intermediazione finanziaria (e la trasformazione dell’intero settore bancario) e delle relazioni tra attori in varie catene del valore (assicurate attraverso tecnologie come blockchain), dall’altro il contesto della sanità dove operare a livello di digitale (e far leva sui dati) apre enormi prospettive ad interventi più mirati da un lato e ad analisi globali dall’altro.
Tutto questo richiede nuove competenze e skill. L’istruzione è un elemento abilitante fondamentale sia per chi dovrà affrontare il mondo del lavoro tra qualche anno sia per chi è già parte di questo mondo e deve affrontarne il cambiamento, tema affrontato nell’articolo successivo.
In chiusura un articolo per far riflettere sul cambiamento che la trasformazione digitale porterà a livello della Società e quindi a livello culturale: La cultura dell’innovazione ha effetti dirompenti.
Questa evoluzione è già fortemente visibile e i suoi effetti sono percepibili ogni giorno. Al tempo stesso siamo solo all’inizio di un cammino che sarà ancora lungo e che sarà condizionato dalle evoluzioni complessive: tecnologiche, di mercato e culturali.
Gli articoli sono accompagnati da diversi “riquadri” che danno evidenza concreta di quanto a livello italiano EIT Digital e i sui partner stanno facendo per indirizzare e concretizzare la Trasformazione Digitale.
A fine ottobre la Technology Time Machine, un evento che riunisce leader in vari settori, ha fatto il punto sulle prossime evoluzioni e sulle loro implicazioni anche a medio lungo termine (20 anni). Il report e relative considerazioni saranno rese disponibili on line estendendo questo numero speciale. Parimenti on line sarà possibile contribuire alla discussione con commenti e testimonianze. Lato nostro aggiorneremo il numero on line con la speranza che questo possa diventare un punto di incontro, di sviluppo di idee e scambio di esperienze, insomma uno strumento perché ciascuno diventi parte attiva della trasformazione digitale. Buona lettura”.