di GIANPAOLO BALBONI
La condivisione digitale delle informazioni affonda le sue radici nel 1971, quando nei laboratori Arpanet che studiavano le “reti di calcolatori” (questo era il nome preistorico di Internet) fu inventato un sistema semplice che e persone fisiche potevano usare per scambiarsi documenti: la posta elettronica. Ed in circa 40 anni di vita la posta elettronica ha catturato 3 miliardi di utilizzatori.
L’uso di Internet come “collante” per creare interazione sociale in grado di abilitare la nascita di gruppi di interesse si diffonde invece molto più lentamente. Infatti i padri fondatori della Rete delle reti avevano fin dalle origini previsto dei meccanismi per lo scambio di opinioni fra gruppi di persone. Si chiamavano “newsgroup” ed erano elencati in ordine alfabetico in una apposito indice accessibile da tutto il mondo. I frequentatori di questi ambienti erano però dell’ordine delle migliaia, o al massimo decine di migliaia di persone!
Solo dopo lo sviluppo del Web la dinamica di interazione sociale nella rete ha preso corpo su vasta scala. Prima frammentata fra siti, portali e iniziative verticali degli Internet Service Provider, e poi, negli anni recenti, con la nascita delle piattaforme di social network.
Il fatto che i tempi sono ora tecnologicamente e culturalmente maturi lo dimostra la curva di crescita di Facebook, che fondato nel 2004 ha superato i 750 milioni di iscritti nel luglio 2011. Ma quale è il principale fattore tecnologico che ha permesso questo rapido sviluppo, e che lo sosterrà in futuro?
In questo momento è chiaro: lo sviluppo delle reti cellulari e la diffusione degli “smartphones”, quei dispositivi personali portatili che non sono più solo un telefono ma anche agenda, rubrica personale, gestore di mail, porta di accesso a internet , navigatore, macchina fotografica digitale e via…
Lo smartphone è funzionale al social network come l’elettricità lo è stata al trasporto ferroviario. Non è che non si possa fare senza, ma rende tutto più semplice, veloce, diretto e quindi funzionale.
La caratteristica forse precipua dei social network è che non sono orientati ad un tema, ma riguardano la vita intera. Attraverso i social network si condividono informazioni personali spicciole, notizie e commenti (assai più raramente analisi complesse), immagini, luoghi, posizioni, eventi di cui si è stati testimoni. Componenti che assumono un maggior valore, simbolico e pratico, più sono tempestive. E che quindi si adattano perfettamente ad essere pubblicate attraverso un dispositivo che passa la giornata con noi, in tasca o in borsetta, che sa dire dove è, raccoglie le immagini, è sempre collegato con il mondo: lo smartphone.
Poiché il trend tecnologico ci assicura che le reti mobili saranno sempre più capillari e sempre più potenti, e che gli smartphone saranno sempre più facili da usare e ricchi di capacità di interazione con l’ambiente attorno, sappiamo anche per certo che la condivisione delle informazioni in rete continuerà a crescere. E sappiamo che si arricchirà della parte video, oggi presente in percentuale ancora piccola nei social network generalisti. Un fenomeno a cui la diffusione del “fratello maggiore” dello smartphone, il tablet connesso, darà ulteriore spinta.
Gianpaolo Balboni
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