Dibattito ai confini del surreale, quello svoltosi sabato scorso 28 ottobre, nella splendida cornice – espressione fatta, ma adatta – del Gran Salone di Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia, su alla Trinità dei Monti a Roma. Nell’ambito della Giornata italiana Eurovisioni, Infocivica organizzava un incontro sul Contratto di servizio Rai.
Il titolo era già una sorta di manifesto: “l’ennesima fatica di Sisifo”, spostare su e giù impegni e paragrafi, riconducendo, a conti fatti, più o meno tutto al punto di partenza; oppure cogliere e sfruttare “la grande occasione per lanciare una Media Company al servizio dei cittadini”, profittando della debolezza di un quadro politico dove, fino alle elezioni, non è ben chiaro chi comanda, ma è chiaro che tutti hanno paura di non comandare loro e che siano altri a farlo.
Infocivica è una libera associazione fondata da Jader Jacobelli, Gerardo Mombelli, Bino Olivi e costituita da giornalisti, docenti, funzionari e operatori nella comunicazione. Fin dal suo primo incontro ad Amalfi, nel settembre 2000, Infocivica si batte per il rinnovamento del servizio pubblico radiotelevisivo e per ridefinirne la missione in una società dell’informazione e della conoscenza segnata dalla rapidità dell’evoluzione tecnologica.
L’Associazione non ha padrini politici né affiliazioni partitiche né santi in paradiso: il convegno, non sponsorizzato da movimenti né colonizzato da fazioni, era sulla carta luogo ideale per discutere serenamente e approfonditamente un tema non sempre messo a fuoco dall’informazione generale, molto più attirata dalle vicende che vedono protagonisti i nomi più noti del servizio pubblico e interessata al rinnovo di Convenzioni e Contratti di servizio solo se e quando diventano un terreno di scontro politico.
Per di più, era pure il momento giusto, per parlarne: la bozza di Contratto di servizio era stata appena trasmessa, il giorno prima o giù di lì, dalla Rai al governo. Quale occasione migliore, dunque, per sciorinare gli obiettivi e le ragioni degli uni e degli altri, per raccontare che Rai e che servizio pubblico si vuole, magari per sfogliare di fronte a un pubblico competente, ma tendenzialmente ben disposto – verso la Rai e il servizio pubblico – un libro dei sogni di progetti e propositi.
Non è successo nulla di tutto questo. Gli interventi sono stati pertinenti, dalla relazione introduttiva di Carlo Rognoni , giornalista, direttore di settimanali e di quotidiani di grande tradizione, senatore, già consigliere d’Amministrazione della Rai, alla presentazione delle posizioni della Rai condotta, con attenta precisione, da Fabrizio Ferragni, giornalista, direttore delle Relazioni istituzionali Rai. Per ragioni senz’altro validissime, il governo e la commissione di vigilanza non erano presenti. C’erano, invece, gli organi di controllo, ben rappresentati dal commissario Agcom Antonio Nicita e dalla presidente del Corecom Lombardia Federica Zanella, vice-presidente del coordinamento dei Corecom regionali.
E poi sotto la regia di Stefano Rolando, docente, manager, maestro di comunicazione, una dozzina d’esperti, docenti, giornalisti, comunicatori hanno offerto i loro input. Che sarebbero stati fertili e fecondi se, a parte la Rai, qualcuno dei protagonisti del negoziato sul Contratto di servizio avesse ritenuto utile ascoltarli.
Infocivica non rinuncerà a continuare a cercare di stimolare il dibattito e a dare diffusione ad alcune delle idee emerse. Ma se l’Associazione è un peso piuma e non riesce, anche per propri limiti organizzativi – chi scrive ne è il presidente e ha titolo per riconoscerlo con serenità -, a coinvolgere governo e Parlamento in un confronto pubblico, perché altri non prova a farlo? Viene il sospetto che qualcuno s’attenga alla regola del ‘non disturbare il manovratore’. Ma no!, è impossibile: siamo giornalisti, mica galoppini.

Infocivica Eurovisioni

 

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Giampiero Gramaglia
Giornalista, collabora con vari media (periodici, quotidiani, siti, radio, tv), dopo avere lavorato per trent'anni all'ANSA, di cui è stato direttore dal 2006 al 2009. Dirige i corsi e le testate della scuola di giornalismo di Urbino e tiene corsi di giornalismo alla Sapienza.