In un mondo in bilico tra verità e post verità, fatti e fatti alternativi, notizie e fake news, occorre dare risposte serie e sostenibili al bisogno di informazione. Una prima risposta ai problemi per l’informazione legati allo sviluppo digitale è un’editoria giornalistica basata sull’algoritmo della credibilità, in un circolo virtuoso di professionalità, autorevolezza, fiducia.
Queste l’idea sostenuta da Maurizio Costa, Presidente della Federazione italiana Editori dei Giornali durante il dibattito: “Dalle black box alle legal box: digitale tra ambiguità e responsabilità”, organizzato in Fieg per presentare la settima edizione del “Manuale di diritto dell’informazione e della comunicazione” di Ruben Razzante. Costa è convinto che una risposta unilaterale non basta, in un contesto nel quale l’editoria e i social network giocano ormai ruoli sovrapposti e contrastanti.
“Condivido appieno la distinzione tra ‘società dell’informazione’ e ‘società della conversazione’ – afferma – la prima terreno dei media tradizionali, la seconda egemonizzata dai social media. Disintermediazione dell’informazione, strapotere degli Over The Top, assenza di regole simmetriche per tutti gli operatori, uso improprio in Rete dei contenuti editoriali, pirateria, minacce alla privacy di cittadini e imprese: sono tutte tematiche di grande delicatezza che devono essere affrontare e risolte”.
Aggiunge che il tema della disintermediazione digitale ha anche una serie di elementi positivi tipo e-commerce, online banking ecc… sottolineando che espone però a rischi non trascurabili su informazioni sensibili legate a sanità politica ecc…
Costa spinge sulla necessità di un’ intermediazione professionale ed individua le parole chiave per il mondo della comunicazione: professionalità – autorevolezza – rapporto di fiducia.