Mi è capitato di leggere questo articolo sui creatori di contenuti pubblicato da “La selection due Jour” e ne condivido alcuni contenuti.  L’articolo  “LES CRÉATEURS DE CONTENUS, MÉDIAS DE DEMAIN?” propone di riflettere sul futuro del panorama mediatico guardando ai creatori di contenuti per porsi la domanda: saranno loro i giornalisti di domani?

Oggi infatti sembra proprio che la storia ci porti in questo senso soprattutto se guardiamo al percorso di Hugo Décrypte, Squeezie o Léna Situations.

Creatori di contenuti: giornalisti di domani?

In effetti nell’articolo si legge che  i creatori di contenuti vengono definiti influencer dei social network e  che “il loro pubblico ha la stessa fiducia nelle loro notizie quanto in quelle dei media ufficiali”. E a supporto di questa tesi il lettore è invitato a riflettere sulla differenza fra un servizio giornalistico tradizionale  e quanto diffuso dai creator. Hugo Travers va  a Kiev  ntervista il presidente ucraino Volodimir Zelenski e poi diffonde sul  suo canale YouTube dove lo vedono un milione di persone. Quale è la differenza?

Il punto in questione è che la maggioranza degli utenti di Travers ha tra i 18 e i 25 anni. E  i politici sono attratti. Da allora  Travers ha iniziato su Twitch, TikTok, Instagram  ed anche a realizzare podcast… con successo.

Un contenuto per ogni media

Tutti i suoi contenuti sono adattati al mezzo e Laurent Brouat, fondatore di Talents Narratifs   dice che “Hugo Travers ha rivoluzionato il trattamento delle informazioni e dell’attualità . Infatti grazie a lui centinaia di migliaia di giovani hanno ripreso interesse per l’attualità”.

Secondo Pew Research, il 32% dei giovani tra i 18 e i 24 anni utilizza TikTok per informarsi: il 9% nel 2023. Così, oltremanica, TikTok è già diventata la principale fonte di informazione per i 12-15enni.

L’età è chiaramente un fattore chiave

La Croix ( media francese) dice che  il 24% degli under 35 si informa quotidianamente tramite influencer, contro il 6% degli over 35.  Anche un altro sito di analisi Kantar Public, il 75% dei giovani tra i 18 ei 25 anni si informa online.

L’elemento di interesse che emerge dalle ricerche è che gli adolescenti saprebbero perfettamente distinguere i creatori di contenuti che trasmettono intrattenimento e testimonianze da quelli che producono contenuti informativi più seri.

E allora cosa piace ai giovani di questi nuovi creatori di contenuti?

Secondo l’articolo di La  Selection du Jour soprattutto la loro libertà di tono e il fatto di affrontare questioni non affrontate “dalla televisione e nemmeno dagli adulti”. Ai loro occhi, paradossalmente, è il loro pubblico che li costringe alla serietà: “Il fatto che ci siano tante persone che li seguono, li costringe ad essere rigorosi”. Concetto che ha espresso il professore  Christian Ruggiero della Sapienza durante l’incontro “Disinformazione Democrazia Elezioni” organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia.

 

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