“Qualche giorno fa mi è stato chiesto qual è lo stato dell’editoria in Italia”, ha esordito il Sottosegretario con delega all’editoria, Vito Crimi, nel suo intervento alla presentazione dell’Indagine Conoscitiva sull’Informazione Locale a Roma. “Se lo analizziamo dal punto di vista dell’offerta mi verrebbe da dire che siamo messi male, di contro, la domanda resta altissima. Come è possibile che si è venuta a creare questa dicotomia? Il punto è che non si può misurare la volontà di informarsi dei cittadini valutando la mole di giornali venduti ma si dovrebbe considerare quanto questi tendono a cercare informazioni. E, lo sappiamo, la ricerca di informazione oggi è qualcosa di spasmodico, quasi avido nel suo essere compulsiva e passa attraverso gli strumenti che abbiamo a disposizione ¬¬– principalmente lo smartphone – e i canali che scegliamo, vale a dire i social network”.
Insomma, per Crimi, l’offerta informativa “classica” non ha saputo cogliere e interpretare la ricerca di informazioni di qualità del pubblico che, giocoforza, si è rivolto altrove. “Non si è fatto altro che riadattare schemi classici ai nuovi strumenti”, ha continuato il Sottosegretario, “e a livello locale non si è considerato che gli utenti non hanno paura di essere “invasi” dalle notizie, anzi, gradiscono ricevere informazioni, anche inattese, perché ciò li fa sentire più consapevoli e, quindi, attivi nella propria comunità. Proprio su questo bisogna scommettere: sull’innovazione nelle relazioni tra il mondo dell’informazione e gli utenti; l’editoria locale, in tal senso, è quella che più delle altre può instaurare questo rapporto diretto con il proprio pubblico. I cittadini oggi vogliono interagire con la stampa, vogliono sentirsi partecipi del processo informativo, si pensi ad esempio al successo delle prime “free press” che nella parte dei commenti ospitavano veri e propri dibattiti, come se si trattasse della piazzetta virtuale della comunità. Non è possibile che in Italia gli editori non si propongano ancora direttamente sulle varie piattaforme di messaggistica istantanea, sfruttando l’opportunità di raggiungere uno per uno gli utenti, ma nella maggior parte dei casi debbano essere i fruitori stessi a creare spontaneamente canali, pagine e profili per rilanciare le news. Il rovescio della medaglia, sempre presente quando si tratta di internet, è la diffusione pirata dei contenuti che, ovviamente, va condannata e combattuta. Però non si può trascurare una possibilità di crescita così importante”. Crimi insiste sulla semplicità d’accesso che, a suo modo di vedere, è il vero discrimine nella capacità di diffusione capillare delle informazioni e lo diventerà sempre più nel futuro prossimo. Ma pone l’accento anche sul modo in cui l’editoria e i mezzi di informazione negli ultimi anni (non specifica la forbice in esame) in Italia abbiano “percepito quasi quattro miliardi di euro di sovvenzioni pubbliche, sprecando una quantità di soldi impressionante; forse è il caso di ripensare il sistema dei finanziamenti e redistribuirli dagli editori, che sono a monte della filiera, a tutta la filiera stessa”. “Ora”, conclude il Sottosegretario, “per gli editori è il momento di fare la propria parte nell’essere pronti e innovativi e per questo dovremo riunirci a un tavolo allargato che presto convocherò, una sorta di “stati generali dell’editoria” che comprendano realtà diverse che operano nel campo dell’informazione”.