derrick de kerckhove
Derrick de Kerckhove

La velocità: la tecnologia è più veloce della cultura, è necessario annullare questo gap trasmettendo esperienze e promuovendo incontri a ogni livello culturale, istituzionale e aziendale. Per questo motivo propongo di collaborare al “Manifesto della Cultura Digitale”, che sarà un puzzle. Ogni tassello comprenderà quanto verrà evidenziato, urlato, proposto negli incontri di un anno segnato da due edizioni del Premio “Nostalgia di Futuro”. Questo inedito cammino è iniziato il 24 ottobre in FIEG dove abbiamo parlato di diritti. In questa società segnata dalla velocità di trasferimento dell’informazione, i diritti sono tasselli fondamentali. Diritto all’informazione – diritto all’oblio o oblio dei diritti? L’era dei templi è finita. Cosa c’è dopo?
Aspetto professionisti, imprese che vogliono essere veloci ed occupare il presente. Il manifesto della cultura digitale vuole raccogliere raccomandazioni indispensabili alla creazione di un nuovo equilibrio sostenibile, dove ibridazione e contaminazione producono ricchezza condivisa. Ho l’ambizione di promuovere capacità di dare risposte. In questo mondo veloce dove Cultura e Tecnologia vivono a due velocità diverse. Bisogna essere preparati, trovare soluzioni e arrivare a possedere la visione giusta ed utile a gestire il cambiamento.
Dare nuova fiducia è l’obiettivo che desidero condividere con tutti coloro che vorranno farne parte inviando commenti, idee, problemi e soluzioni.
Il cambiamento sistemico è sotto gli occhi di tutti. L’impatto della cultura digitale in ogni azione quotidiana è evidente. Il manifesto ci aiuta a definire i campi, ed ha come obiettivo la creazione di un sistema dove cultura e tecnologia siano integrate, dove la velocità che allontana l’una dall’altra sia definitivamente eliminata.

Il mezzo con cui desidero operare è l’Atelier di Intelligenza Connettiva:
• Dove ogni mente è in costante contatto;
• Dove la comunicazione aperta, fluida e trasparente sia di esempio a governi e banche;
• Dove la mediazione fra libero scambio e protezionismo sia possibile;
• Dove la sicurezza per la persona non diventi insopportabile censura.
Non voglio creare correnti bianche o nere, voglio proteggere i cittadini da ogni eccesso anche digitale.

Partire dall’Italia, culla della cultura e della mediazione significa correre verso un nuovo rinascimento 3.0. Uguali diritti per società, istituzioni e persone, una costituente dei principi entro i quali si riconoscono gli utilizzatori della tecnologia digitale e sui quali si fondano le deontologie di uso economico, sociale, politico, etico e cognitivo. Chiedo a tutti i segni evidenti di una incompetenza generalizzata nella scuola, nel governo, nella cultura imprenditoriale, economica, nelle banche e nelle istituzioni. Ma anche e soprattutto i segni del cambiamento laddove ci sono. Chi dice che c’è incompatibilità fra la modernità tecnologica e la cultura italiana troppo conservatrice, sbaglia? O ha ragione, perché l’Italia è un Paese di inventori senza sostegno, manca di formazione, non indirizza o aiuta a cercare le strade giuste per emergere. Dico basta alla navigazione cieca che non tiene conto delle necessità reali. Faccio esempi concreti: Trenitalia, il sito è inutilizzabile a meno che non possiedi un master! Dico basta alle sofisticazioni di chi non capisce le necessità dell’utente. Mi chiedo e vi chiedo: perché in Italia nessuno capisce l’importanza dell’Arte digitale? I primi ad aver afferrato l’importanza della cultura digitale sono gli artisti, ma gli artisti non hanno accesso alla massa. L’appuntamento del 24 ottobre è dunque il punto di partenza per questo Manifesto che corona 30 anni di notizie dedicate all’innovazione e ad un pensiero di visione. Nel 1983 Giovanni Giovannini nel primo numero di Media Duemila chiama a raccolta, mobilita tutta l’intellighenzia del tempo, faccio lo stesso per festeggiare un trentennale, che non può essere ignorato. Ennio Caretto nel numero di marzo/aprile ha scritto la sua carrellata di amarcord, per focalizzare quanto del processo digitale descritto o anticipato negli anni da questa rivista di cultura digitale è diventata realtà o uso comune.

Derrick de Kerckhove
media2000@tin.it

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