Lettera aperta di Paolo Lutteri – 6 luglio 2023
Caro Roberto, amico mio,
tu che sei gran dottore e appassionato di storia e di cantine del Chianti, sai che il mondo dell’editoria è sempre in fermento. Acquisizioni, vendite, start up, fallimenti, autori e attori che passano da una squadra all’altra come calciatori. Piani editoriali fatti e disfatti, inseguimento di nuove tecnologie, nuove impaginazioni redazionali e pubblicitarie. I commentatori dei media fanno a gara per distinguersi nelle opinioni, pizzicando, ma non troppo, i politici. I politici dispensano poltrone e raccomandazioni, sia nelle imprese pubbliche che in quelle private.
Per il mercato conta il prestigio e l’affidabilità, ma soprattutto il numero delle copie stampate e vendute, degli ascolti, delle impression profilate, permanenza e click-through rate, ovvero la percentuale di click sui banner. I media sono imprese commerciali, hanno bisogno di raccogliere investimenti commerciali.
Ti aggiorno con qualche dato semplificato, sulla distribuzione e sulla fiducia dei media. Secondo Audiweb, ad aprile in Italia internet ha avuto quasi 36 milioni di utenti unici nel giorno medio (88% con utilizzo da smartphone o tablet; 2 ore e 37 minuti in media a testa). Si segnala il calo dell’accesso ai siti di informazione e la crescita dei siti di social, anche per le news, che ottengono richieste superiori a quelle della televisione e due volte quelle della stampa. Nel settore giornali il Corriere della Sera e Repubblica su internet hanno entrambi più di tre milioni di pagine viste/mese.
Secondo Audicom, nei primi 4 mesi del 2023 i lettori dei quotidiani (su carta) sono poco più di 10 milioni al giorno. Al top la Gazzetta dello Sport (1,7 milioni), il Corriere della Sera (1,2), la Repubblica (1,1).
Secondo Auditel, in tv gli ascolti cambiano in funzione dell’orario e dei programmi. Prendo ad esempio gli ascolti principali di giovedì scorso 22 giugno, tra le 20.30 e le 22.30: 17 milioni di ascoltatori in tutto, di cui circa 6 sulle reti Rai, quasi 7 sulle reti Mediaset, 1 su La7, 3 sulle altre reti.
Per quanto riguarda l’affidabilità delle informazioni, Data Media Hub con Reuters Institute segnala che l’Agenzia Ansa ha il 78% di fiducia (e solo il 7% ‘non si fida’), SkyTg24 il 71% (9% ‘non si fida’), Il Sole24Ore 69% (10% ‘non si fida’), Corsera 63% (13% ‘non si fida’), RaiNews 63% (18% ‘non si fida’), TgLa7 63% (15% ‘non si fida’). Ma mediamente la fiducia nelle notizie è molto scarsa: 34%.
Allora, caro Roberto, dopo questa carrellata mi paiono evidenti tre constatazioni: 1. che la pluralità di fonti e la diversificazione dei media, pur con turbolenze e indici diversi, è un gran vantaggio del nostro sistema democratico; 2. che il ricorso ai social media su internet è un ulteriore ventaglio aperto alla ricerca e all’innovazione; 3. che la comunicazione raccoglie anche critiche e dubbi.
Per quanto riguarda il futuro di casa nostra posso anticiparti che l’esplorazione sui social diventerà multisensoriale e spingerà molto al consumo via e-commerce, mentre l’Intelligenza Artificiale aggregherà dati su dati, stimolerà racconti di storia aggiornati e ipotesi di sviluppo impensate. In questa cultura multi-individuale, esposta alle mode e all’adulazione, l’arte di ragionare e il piacere di dialogare, che tu mi hai insegnato, sarà un gran pregio.
Un abbraccio
Paolo