Gli analisti politici attribuiscono l’exploit di Donald Trump o l’inarrestabile cavalcata verso la Presidenza francese di Emmanuel Macron o, ancora, rimanendo in casa nostra, il fiorire e il radicarsi del Movimento 5 Stelle a una serie di fattori, che, in questo particolare momento storico, si sono interconnessi, dando una spinta importante, se non decisiva, con i social network. Da un lato c’è la delusione diffusa rispetto ai personaggi fino ad allora protagonisti della scena politica, ma anche il prevalere di segretari di partito in grado di maneggiare al meglio le opportunità di Facebook o di Twitter; dall’altra, l’emersione di altri, fino ad allora sconosciuti, ma con la capacità di intercettare l’attenzione dell’elettorato attraverso i nuovi modi di comunicare sul web e sui social.
Un’analisi del fenomeno la affidiamo a Luigi Curini, professore associato in Scienza Politica, del Dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università di Milano, co-fondatore insieme con Andrea Ceron e Stefano M. Iacus, di VOICES from the Blogs, spin-off dell’Università degli studi di Milano che si occupa di Big Data analytics.
Curini approfondisce continuamente e preconizza i trend di un elettorato sempre più sensibile a una comunicazione politica in cui è trainante il ruolo del digitale. Proprio quella che riesce (o potrebbe anche non riuscire) a ‘Programmare il mondo’, secondo il titolo del convegno che l’Osservatorio TuttiMedia e Media Duemila hanno tenuto a Milano, nel corso della giornata inaugurale del prestigioso Prix Italia.

Professor Curini, chi è il nuovo elettore 4.0, in Italia e nel mondo?
E’ un elettore sempre più disilluso del modo di amministrare e di rappresentare la cosa pubblica, nonché di politici in difficoltà nel rispondere alle domande provenienti dall’opinione pubblica.
Soffre di un’allergia patologica nei confronti anche del tipo di comunicazione classica che gli proviene dai media tradizionali e, a torto o a ragione, la bypassa cercando le informazioni che ritiene più libere e meno telecomandate. Ciò, da un lato, rafforza un protagonismo dal basso che può anche rappresentare una boccata di ossigeno in un’arena politica ingessata; dall’altro, inevitabilmente, può generare fenomeni deleteri, fondati su informazioni poco attendibili, in una sorta di bolla autoreferenziale.

Come si intreccia la politica col coagularsi di un drappello di hater professionisti?
Sarebbe utile considerare gli hater seriali, così ben rappresentati nell’esasperazione della gag del comico Maurizio Crozza, non solo come un problema da limitare e sanzionare, laddove siamo in presenza di reati di diffamazione, ma anche come un sintomo, da non sottovalutare di sentimenti che, attraverso fasi più o meno accentuate, possono sfociare in una rabbia fine a sé stessa, che isola i soggetti dal mondo che li circonda. Insomma, il mondo della politica, al momento sembra più affine a quell’atteggiamento spocchioso attribuito alla regina di Francia Maria Antonietta: invece di affrontare di petto il problema del malcontento del popolo, realizzando una “buona politica”, preferisce indulgere nei bizantinismi, sperando che una brioche taciti i mugugni.

Quale è il ruolo in ciò della Sentiment Analysis?
I nuovi strumenti di ascolto e di interpretazione di tutte le discussioni che avvengono real time sui social sono uno strumento prezioso e, persino, insostituibile per anticipare improvvisi tsunami di opinioni, che spesso vengono trascurate dai giornali, che si ritrovano, soltanto a giochi fatti, a rincorrerle.
Ovviamente, da un punto di vista politico, bisogna saperle decrittare, senza lasciarsi travolgere dall’urgenza di essere semplicemente un megafono di quello che vuole o dice la ‘gggente’. La ‘buona politica’ è sempre un esercizio di equilibrio tra la risposta alle esigenze dell’opinione pubblica e una visione di lungo periodo. Questo distingue il politicante e lo statista.

Può tratteggiarci una piccola ‘storia’ dell’influenza sulla politica delle nuove tecnologie. Chi ha cominciato? Chi ha fatto meglio? Per chi è stato un boomerang?
Il primo grande esempio dell’utilizzo delle nuove tecnologie in politica è rappresentato dalle elezioni presidenziali del 2008 con Barack Obama, che ne ha fatto un’arma vincente, sia durante le primarie democratiche contro Hillary Clinton, che nella successiva sfida a John McCain. Nel successivo quadriennio, Obama continuò a prevalere di nuovo anche grazie a un sapiente utilizzo dei social network, che aveva padroneggiato già durante la sua prima amministrazione.
Avrebbe dovuto fare scuola a colei che si era candidata, nel partito democratico, alla sua successione, e, invece, ancora una volta Hillary Rodham Clinton è scivolata sulla buccia di banana della sottovalutazione del ruolo che i social possono svolgere nel corso di una campagna elettorale. Paradossalmente, è stato proprio l’avversario di Hillary, Donald Trump a mostrare, nonostante tutto congiurasse contro di lui e avesse a disposizione un budget ben più risicato, come i social, sfruttati al meglio possono diventare davvero un Armageddon dagli esiti devastanti per gli avversari incapaci di opporsi con una altrettanto possente potenza di fuoco social.

Cosa ci aspetta nel futuro?
Tutto si concentra sul termine ‘singolarità’: in matematica sta a indicare un cambiamento di fase nell’equazione; in fisica rinvia al fenomeno per cui, in vicinanza di un campo gravitazionale assai esteso, come un buco nero, le leggi di Newton perdono validità. Oggi ci troviamo in presenza di una situazione analoga nella vita quotidiana: l’IoT, l’intelligenza artificiale, gli algoritmi predittivi convergono nel cancellare qualunque storytelling che abbiamo utilizzato e che continuiamo a usare per interpretare la nostra realtà. La vera sfida odierna, ineludibile, pena una cronica incapacità di ‘Programmare il mondo’ è proprio quella di trovare nuovi paradigmi interpretativi, tali da traghettarci verso il futuro.

Sentiment Analysis

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Annamaria Barbato Ricci
Annamaria Barbato Ricci è una stimata e nota giornalista italiana, free lance e già capo-ufficio stampa alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero dei Trasporti e consulente nello staff di Presidenza dell’UNICEF. E' stata coordinatrice e co-autrice della trilogia “Radici Nocerine: la Storia al servizio del Futuro”, e ideatrice de Le Italiane, un libro che racconta 150 anni di Italia al femminile.