È di qualche giorno fa la trasmissione TV della video-ripresa da parte di un Drone volante delle macerie di Katmandu dopo il devastante terremoto. Di chi era il Drone? È di pochi giorni prima, però, l’attacco missilistico da un Drone Usa ad una base Isis in Siria con i morti (statunitense e italiano) che sappiamo e le conseguenze diplomatiche che non si sono ancora spente. Al Ministro della Difesa Italiano l’UE ha chiesto di controllare e soccorrere i barconi dei migranti nel Canale di Sicilia non soltanto con la Guardia Costiera, ma anche con i Droni, disarmati o militarmente attrezzati. Ma chi è che ne ha una flotta? Intanto, Amazon.com continua a sperimentare, in una base aerea in Canada, il trasporto via Droni di pacchi di surgelati, verdure, giocattoli, libri, tecnologie elettroniche. Sulla stessa linea è e-Bay.
Da poche settimane l’Agenzia Aerea Usa ha iniziato a riesaminare la normativa sui mezzi volanti senza pilota o aerei a pilotaggio remoto (APR). Le pressioni esercitate dalle multinazionali dell’e-Commerce e dell’Elettronica di consumo, interessate a creare questo nuovo mercato, sono enormi. Intanto in Europa la passione per i Droni volanti sta catturando gli aereomodellisti di ieri, i video-fotografi professionali ed amatoriali, gli informatici, i cronisti delle breaking news, le Agenzie della videosorveglianza industriale. In Italia, in Friuli, c’è già un Softair Club che quando scende in campo per fare un War Game fa uso di Droni per l’avanscoperta.
La guerra per la fine della privacy dal cielo e della sicurezza a terra è già cominciata? Di tutto questo e d’altro si è discusso al Drone Show presso la Fiera di Ferrara. Il domani è dei CyberDrone?
Guest Star della manifestazione è stato Chris Anderson, californiano, ex-editor del mensile “Wired”, autore di saggi (Long Tail; Gratis; Makers) che nello scorso decennio hanno fatto epoca. Oggi Anderson è uno profeti di DroneWorld. Nel Convegno ha vestito i panni sia del promotore della DroneCode Foundation, sia del Ceo di 3D Robotics, azienda multinazionale con tre basi produttive in California, in Mexico e in Cina. 3D Robotics esporta hardware e software per Droni in tutto il mondo. Come? On demand.
Abbiamo intervistato Anderson. A suo dire nel 2014 è avvenuta la connessione tra DroneWorld e Internet. Tecnicamente, ora si può pilotare un Drone con uno Smartphone anche mentre si cammina per strada, in città: oppure si fa trekking o nautica. E’ arrivata l’epoca dell’Avatar volante che, svolazzando a pochi metri sopra le teste di tutti noi, accompagna i nostri figli a scuola? Certo è che quest’anno i Droni entreranno nel Cloud. A breve la convergenza in DroneWorld tra Digital Wearables, Open Source, Big Data ed Internet of Things sarà un dato di fatto.
Anche a Marco Robustini, master del Convegno internazionale che ha incorniciato il Drone Show ferrarese, abbiamo rivolto qualche domanda. A Ferrara, la vedette del programma Convegni era Chris Anderson.
Quale è stato il suo messaggio più rilevante?
Chris ha evidenziato che negli States per poter operare con i SAPR basta una semplicissima autocertificazione del costo di una decina di dollari. Non servono autorizzazioni, omologazioni, certificazione dei mezzi e del software, delle flight control o dei piloti. C’è una sorta di “libero arbitrio”, con la possibilità d’eseguire il 90% delle operazioni con il solo vincolo di non superare i 150 metri d’altezza. In Italia, invece, quest’operazione è alquanto ostica e costosa. Il solo “attestato di conoscenza delle regole dell’aria” imposto da ENAC (ed è la pratica più “economica) si ottiene tramite un Corso teorico con esame finale, spendendo non meno di 400 Euro. Rispetto agli States noi siamo nel “Mesozoico dei SAPR”. Da noi la tecnologia fa passi da gigante ma rimane costipata dalla burocrazia. Come mai?
Con Chris Anderson Lei ha un rapporto anche operativo? Da quando e perché?
Sono il “Lead Tester” di 3DRobotics. Conosco Chris Anderson da qualche anno. Doverosamente lo ringrazio per esser venuto gratuitamente al “Ferrara Drone Show”. Ha inteso così sdebitarsi del grosso lavoro che io ho fatto, dal 2011 ad oggi, sulle loro piattaforme hardware e software. Gli sarò per sempre infinitamente grato. Solitamente, per partecipare ad un evento del genere Chris chiede la copertura delle spese totali ed un compenso che può variare dai 50.000 ai 100.000 dollari. Sono orgoglioso d’esser riuscito a portarlo alla prima edizione del nostro evento.
Robustini, quale è la sua tesi a proposito della Sicurezza del volo dei Droni civili?
Questi velivoli sono molto affidabili. Volando quasi in maniera del tutto automatica il pilota controlla solo che lo svolgimento dell’operazione avvenga come è stato precedentemente pianificato. E’ molto importante che l’utilizzatore conosca perfettamente il velivolo, affinché in caso di problemi possa “condurlo in modalità manuale” Quel che manca ora, a mio parere, è un’adeguata formazione teorico/pratica dei piloti, con un vero brevetto riconosciuto di “pilota SAPR”.
Quali sono i problemi-chiave del “Mondo Droni” in Italia?
La scarsissima reale conoscenza di questi velivoli da parte dell’opinione pubblica e lo status delle norme che è alquanto castrante. La maggior parte degli operatori riconosciuti non riescono a svolgere più del 90% dei lavori che gli vengono commissionati. L’augurio è che ben presto questa situazione si sblocchi. Stiamo interagendo a livello istituzionale con ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) per rendere più congrua la normativa sui SAPR, senza compromettere gli (accettabili) standard di sicurezza, che, a mio parere, sono imprescindibili.
A quanto pare, il matrimonio tra DroneWorld ed Internet per gli Addetti ai lavori è già al settimo cielo. In Italia, già si pubblicano due magazine mensili. Le Newsletter hanno più di 25.000 contatti. Nelle Fiere di Informatica o di Hobbistica DroneWorld è al centro dell’attenzione.
Su quest’onda stanno correndo anche le Case automobilistiche che sperimentano la guida robotizzata. Il Drone permette operazioni di comando e controllo in prossimità del terreno che supera le facoltà di qualsiasi satellite o antenna telefonica. Avremo presto dei Droni di compagnia per le spedizioni alpinistiche o per la sorveglianza della fauna selvatica protetta? Che cosa succederà quando DroneWorld svilupperà la Virtual Reality 2.0 di nuova generazione?
Certo è che su questa frontiera urge sviluppare delle conoscenze circa l’impatto sociale che ancora mancano. Servirebbe anche una normativa europea che sia adeguata tanto alle esperienze in corso quanto alle prospettive plausibili per il domani. A distanza di vent’anni dal Rapporto Bagelmann per l’Information Highway, varato a Bruxelles nel 1994, la connessione tra Internet e DroneWorld ci pone davanti ad una nuova sfida epocale.
Bruno Sanguanini
(sanguaninibruno@gmail.com)