All’Innovation Center di Intesa Sanpaolo a Torino abbiamo discusso di “Dal Senso all’Algoritmo. Evoluzione del digitale e crisi dell’epistemologia umana”.
Mi sono resa conto che con questo incontro abbiamo realizzato il perfetto prototipo di una comunità di innovatori. Ciascun relatore ha rappresentato, per le sue competenze, una parte della catena, o per dirla in maniera più moderna, l’entaglement che porta alla costruzione del futuro, le cui basi si fondano su queste parole chiave: #responsabilità #coerenza (complessiva e mondiale) #fiducia #multidisciplinarietà #interdisciplinarietà #formazione #relatività culturale #tutela tecnologica.
Concetti che devono tener conto delle tradizioni e dell’innovazione perché solo da questo matrimonio può nascere il new normal. E noi seduti in una sala centrale del grattacielo, costruito da Renzo Piano, ci siamo trovati proprio ad ammirare da un lato la vecchia Torino e dell’altro la nuova. Due epoche a confronto: nessun luogo avrebbe potuto rappresentare meglio le ragioni dell’incontro che ha portato l’Innovation Center di Intesa Sanpaolo e l’Osservatorio TuttiMedia insieme.
Intesa Sanpaolo è una banca che 8 anni fa ha voluto cambiare concentrando l’attività di innovazione in un unico luogo con l’obiettivo si far incontrare domanda e offerta.
“Un’intuizione dell’amministratore delegato Carlo Messina – spiega Maurizio Montagnese Presidente Innovation Center Intesa Sanpaolo –che ha voluto concentrare in un unico punto tutte queste attività del gruppo, scelta che permette di vedere effettivamente dove va il mondo”.
Il compito del centro è promuovere la crescita innovativa della banca stessa ma anche rispondere alle esigenze dei clienti.
“La nostra missione è quella di favorire l’incontro fra la domanda e l’offerta di innovazione – precisa Maurizio Montagnese -. La domanda arriva sia dalla nostra azienda che dalle imprese, l’offerta la costruiamo attraverso partnership con università e centri di ricerca e realtà già operative in altri paesi. Lo scopo è individuare la migliore delle soluzioni possibili per clienti e banca. Siamo partiti presto, ciò ci ha permesso di guadagnare un vantaggio competitivo rispetto ai nostri competitors”.
L’Innovation Center segue, dunque, i trend dell’innovazione mondiale e li traduce in business, noi dell’ Osservatorio TuttiMedia da un quarto di secolo lanciamo ogni anno alert sui nuovi scenari che emergono dalla trasformazione digitale, ecco perché all’inizio di questo articolo parlo di aver recepito subito di essere parte di una comunità con tutte le anime dell’innovazione che iniziano con idee per poi diventare realtà del tessuto economico moderno.
Con Franco Siddi, presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, lasciamo il mondo del fare per riflettere sul racconto dell’innovazione che fa cambiare stili di vita e i rapporti fra gli esseri umani. “Constatando le positività emerse dalla tragedia pandemica – afferma Siddi – per esempio lavorare da remoto, è emerso che le vite, le società, le famiglie, le imprese si possono riorganizzare secondo nuovi schemi. Ma voglio sottolineare che, proprio per questo, abbiamo bisogno di riflettere su come ricreare un equilibrio, in questa nuova dimensione ibrida senza esserne travolti. Da giornalista sostengo che l’informazione può e deve fare di più per far comprendere il significato dell’innovazione. Sono convinto che i professionisti del mondo dell’informazione non possono essere sostituiti da macchine che possono preparare articoli o leggerli, ma che non hanno, come noi uomini, la capacità di individuare obiettivi e finalità dei processi. Ecco perché vorrei avere ancora la speranza che i nostri gemelli digitali, che moltiplichiamo continuamente, non ci sostituiscano. Il sapere umano lo dobbiamo incoraggiare per realizzare comunità dove il benessere delle persone sia priorità. Il progetto NewsMedia4Good del nostro Osservatorio TuttiMedia, ormai con 30 di lavoro nel supporto del dialogo costruttivo, vuole appunto lasciare all’algoritmo il compito di sostenere l’uomo e permettere al giornalista di fare il suo lavoro anche di guardiano della democrazia”.
Diffondere la cultura dell’innovazione è una priorità anche per Filippo Vecchio, Head of Communication, Culture and Marketing of Innovation – Intesa Sanpaolo Innovation Center:“Diffondere la cultura dell’innovazione quale pensiero positivo da condividere è fondamentale – dice – ma il cambiamento che affascina va guidato responsabilmente. I giornalisti virtuali sono un esempio preoccupante perché non possiamo attribuire loro alcuna responsabilità. Il mio mestiere è raccontare cosa facciamo qui a Torino, non tanto per soddisfare la vanità di chi lo fa, ma per condividere le priorità dell’evoluzione tecnologica”.
Per Filippo Vecchio c’è bisogno di recuperare il contatto umano, la relazione senza schermi divisivi perché giovani che prima della pandemia arrivavano nel grattacielo e si confrontavano con l’innovazione, ne facevano esperienza diretta e probabilmente ne venivano affascinati e anche condizionati positivamente.
Di linguaggio, anche se in maniera diversa da quella di Franco Siddi parla anche Laura Li Puma, Responsabile dell’AI LAB di Intesa Sanpaolo Innovation Center: “Il concetto di linguaggio naturale dal mio punto di vista è uno strumento che serve per esprimere un concetto che è dentro di noi. La scienza prova a trovare un linguaggio universale, infatti parliamo con i ricercatori di ogni parte del mondo attraverso le formule matematiche. Con l’IA siamo di fronte a un cambio di paradigma che coinvolge talmente tante aree della conoscenza, per non dire tutte, che c’è bisogno di dialogo, di conoscenza per colmare gap culturali e non bisogna mai smettere di studiare perché l’evoluzione è continua”.
Laura Li Puma sostiene che l’algoritmo insinua il dubbio nella decisione, dà un supporto all’umano perché il suo fine è quello di supportare l’uomo non di soppiantarlo”.
Per Pierguido Iezzi CEO e fondatore di Swascanesperto di cybersecurity il messaggio da diffondere è chiaro: “Il problema non è la tecnologia perché è stupida, l’uomo che l’ha creata invece è intelligente. L’IA sarà sempre una soluzione che aiuterà molto il nostro vivere quotidiano, il punto vero è come sarà utilizzata. Ci sono diverse tipologie di utilizzo, mi preoccupo quando una tecnologia non è più scelta ma imposta, mi preoccupo se utilizzando un motore di ricerca questo mi cancella tutti gli altri, mi preoccupa se non si può dire guerra e si parla di operazione speciale militare. Chi oggi fa comunicazione deve sollevare l’attenzione su questi aspetti”.
La sfida intellettuale di Derrick de Kerckhove, direttore scientifico TuttiMediaè stata accolta, la discussione continua sulla base che il linguaggio, l’informazione sono protagonisti sia nel mondo dell’uomo che di quello della macchina e che è essenziale capirne ogni differenza per non farsi travolgere dal processo innovativo in cui l’algoritmo toglie il senso alle parole.