La téchne, sin dai primordi progenitrice della tecnologia nella designazione di ogni capacità produttiva relativa all’Arte (tecnikós) sorta a imitazione della natura, si unisce al logos dell’intelligenza razionale, discorsiva e artificiale dei giorni nostri. Attraverso questo fondamento, “Dall’argilla all’algoritmo. Arte e tecnologia” promossa da Intesa Sanpaolo in collaborazione col Museo d’Arte contemporanea del Castello di Rivoli affronta, lungo una selezione di 71 opere, un originale percorso espositivo volutamente non cronologico, ma strutturato per relazioni telematiche e di stile, le connessioni intercorrenti tra le grandi manifestazioni dell’arte classica sino agli’”algoritmi” delle arti contemporanee cinetiche e ultra-digitalizzate. La soggettività umana, l’immersione dell’artista nel mondo tecnologico del proprio tempo, dal V secolo a.C. fino al XXI, è il nodo cruciale di una mostra dove, nei soggetti trattati, il tema della téchne costituisce il principio centrale delle opere esposte. L’indagine affronta i modi con cui l’Artista di ogni epoca si è rapportato alla tecnologia, riflettendo e spesso anticipando le trasformazioni sociali e culturali della storia umana. Le numerose testimonianze d’arte internazionali presentate, documentano lo sviluppo della tecnologia nella storia, dalla ceramica Attica dell’Hydria attica a figure Rosse (470-460 a. c.) del pittore di Leningrado, quale primo esempio di “riproduzione tecnica”, all’Autoritratto come Orologiaio, di Agostino Carracci (1582), al trionfo della civiltà della macchina del Futurismo di primo Novecento di Balla e Boccioni, con i dipinti Ricerca Astratta e Dipinti di Porta Romana (Coll. Intesa Sanpaolo), fino alle avanguardie successive, con la perdita di identità di fronte alla tecnologica dell’Homo tecnologicus di Giorgio De Chirico, alla stagione postbellica con l’Arte cinetica di Bruno Munari (1952), l’”Ambiente Spaziale” di Lucio Fontana e con il primato della matematica di Mario Merz. Dalla fine degli anni Settanta, il proliferare della tecnologia elettronica a basso costo facilitò per gli artisti l’utilizzazione di video e performance, fino alla rivoluzione dell’Arte digitale e all’intelligenza artificiale con Cécile B. Evans (2016) e con i video di Grazia Toderi e Hito Steyerl come precorritrici di ineluttabili innovazioni future. L’esposizione è visitabile presso le Gallerie d’Italia in Piazza Scala a Milano, dal 31 maggio all’8 settembre 2019.

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Luisa Nieddu
Giornalista pubblicista (Ph.D), ha collaborato con la pagina culturale dell’Osservatore Romano, in qualità di corrispondente da Parigi per gli eventi culturali e le esposizioni. Per Media Duemila/Osservatorio TuttiMedia si è occupata di Arte digitale, e attualmente di sostenibilità ambientale e transizione ecologica.