big data mondo
big data mondo

La Commissione europea e l’industria europea dei dati si sono impegnate ad investire 2,5 miliardi di euro in un partenariato pubblico/privato (Ppp) che rafforzi il settore dei dati e metta l’Unione in prima linea nella competizione globale sulla gestione dei dati. Annunciata nei giorni scorsi, l’iniziativa è stata oggetto di un comunicato stampa diffuso dall’esecutivo comunitario, che qui riportiamo in larga parte.
Secondo le fonti dell’Ue, gestire i mega-dati potrebbe significare fino al 30% del mercato mondiale dei dati a disposizione dei fornitori europei; 100mila nuovi posti di lavoro nell’Unione connessi ai dati entro il 2020; una riduzione del 10% dei consumi energetici, una migliore assistenza sanitaria e macchinari industriali più redditizi ed efficienti.
Il memorandum d’intesa per la costituzione del Ppp è stato firmato da Neelie Kroes, vice-presidente della Commissione europea e responsabile del settore, e da Jose Sundelin, presidente della Big Data Value Association, in cui confluiscono aziende e istituti di ricerca, fra cui l’Università di Bologna (ma l’Associazione è aperta).
Nel programma Horizon 2020, l’Ue ha destinato a questo partenariato oltre 500 milioni da spendere tra il 2016 e il 2020. Allo stanziamento pubblico, dovrebbero corrispondere investimenti privati pari ad almeno il quadruplo, cioè due miliardi di euro. Per la Kroes, “I dati sono il motore e il cardine dell’economia futura”. La vice-presidente rileva: “Qualsiasi tipo di organizzazione ha bisogno d’elementi sicuri per migliorare i propri risultati, dalle aziende agricole alle fabbriche, dai laboratori alle officine”.
L’avvio del partenariato è previsto il 1° gennaio 2015. In un solo minuto, il mondo oggi genera dati per 1,7 milioni di miliardi di byte, pari a 360 mila dvd, oltre 6 megabyte di dati al giorno a persona sul pianeta. Il settore dei dati cresce del 40% l’anno, sette volte più in fretta del mercato generale dell’informazione e della comunicazione.
Le imprese che basano i processi decisionali sulle conoscenze generate dai dati hanno un aumento della produttività del 5/6% l’anno. I mega-dati –osserva la Commissione europea – rappresentano un’opportunità, ma anche una sfida; gli insiemi di dati attuali sono così voluminosi e complessi da trattare che servono idee, infrastrutture e strumenti nuovi, ma occorrono anche un quadro giuridico adeguato e sistemi e soluzioni tecniche per garantire la privacy e la sicurezza.
Il Ppp sui dati integra otto partenariati pubblico-privato esistenti nel quadro di Horizon 2020. Fra i settori interessati, vi sono la fotonica, la robotica, il calcolo ad alte prestazioni, le reti avanzate 5G per l’internet del futuro e le fabbriche del futuro.

Articolo precedenteDematerializzazione, l’era della doppia raccomandata cartacea
Articolo successivoNumero 302
Giampiero Gramaglia
Giornalista, collabora con vari media (periodici, quotidiani, siti, radio, tv), dopo avere lavorato per trent'anni all'ANSA, di cui è stato direttore dal 2006 al 2009. Dirige i corsi e le testate della scuola di giornalismo di Urbino e tiene corsi di giornalismo alla Sapienza.