Dopo il Consiglio d’Europa l’Italia propone una legge per regolamentare il web. I senatori Adele Gambaro, Riccardo Mazzoni, Sergio Divina e Francesco Maria Giro hanno presentato un disegno di legge per salvarci dalla bufale o fake news. Ma è proprio necessaria una nuova legge o basta applicare al mondo della Rete quelle che esistono già per tutti i media?
L’Osservatorio TuttiMedia ha riportato e sostenuto la tesi del professor de Kerckhove che invita a smettere di considerare il mondo reale e virtuale divisi da un confine immaginario e costruito dagli uomini nati nell’era analogica.
“Dobbiamo Unire le abilità digitali al mondo tradizionale della conoscenza e del vivere – ha affermato de Kerckhove -. Sull’asse temporale c’è il confronto tra il presente e il passato; sull’asse spaziale, c’è il confronto tra il fisico e il virtuale; sull’asse mentale, c’è il confronto tra il pubblico e il privato. In Italia, abbiamo due modi di capire la cultura, quella del passato e quella dell’oggi”.
La bozza di decreto presentata al Senato continua la divisione? E’ bene discuterne. L’articolo 1, al primo comma, introduce una nuova contravvenzione nel codice penale (articolo 656 bis) chiunque pubblichi o diffonda notizie false anche in siti non di giornalismo on line deve essere punito. Ieri come oggi danneggiare l’immagine di qualcuno è sempre stato reato. Fa differenza se la notizia viene diffusa con volantinaggio o sul web?
L’Art 21 della Costituzione riconosce il diritto ad ogni cittadino di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Il limite, come ha sancito la Corte Costituzionale risiede nel dovere di ogni cittadino di non destare pubblico allarme, di non denigrare all’estero la propria patria con notizie false etc…
Allora non basta applicare la nostra Costituzione? In Italia le troppe leggi hanno portato fino ad oggi una tendenza alle scappatoie.
Un altro punto che voglio evidenziare riguarda le istituzioni scolastiche che nella bozza di decreto legge devono individuare tra gli obiettivi formativi quello riguardante l’alfabetizzazione mediatica e il sostegno ai progetti di sensibilizzazione e ai programmi di formazione volti a promuovere l’uso critico dei media on line…
Al Master in giornalismo, che ho frequentato orami più di 30 orsono, ci insegnavano a leggere testate giornalistiche diverse per guadagnare una visione più completa dei fatti ed anche per esercitare la nostra capacità critica.
E’ utile cercare nuove regole quando quelle che ci sono, se applicate, possono funzionare?
Il disegno di Legge presentato al Senato ricalca gli indirizzi espressi il 25 gennaio 2017 dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa con l’approvazione della risoluzione doc. 14228: “I media e il giornalismo online: Sfide e responsabilità”.
“Come i pesci nell’acqua che non sanno niente dell’acqua, noi ignoriamo tranquillamente la cultura digitale dentro cui nuotiamo” (de Kerckhove Media Duemila)