Al lavoro con il Mise che riunisce ad un tavolo di lavoro i principali attori del settore audiovisivo. Internazionalizzazione versus identità, nuove tecnologie emergenti, complessità, tutela del patrimonio italiano. Questi sono stati alcuni dei temi della tavola rotonda presieduta dal Consigliere Marco Bellezza.
Derrick de Kerckhove ha invitato a riflettere sulla schermologia, materia di cui si è dichiarato unico esperto e che ha portato all’attenzione dei broadcaster europei durante un incontro di Eurovisione nel 2015:
“Gli anni passano ed già da tempo siamo entrati in un nuovo ambito cognitivo perché la tecnologia avanza. E in effetti avanza veloce se si pensa che il 4G è appena apparso sui telefonini nel segmento voce e già si parla di 5G – dice de Kerckhove – . La televisione rimane in ogni caso centrale ma già nel mio libro La pelle della cultura parlo di come la tv sarebbe diventata contenuto nel web. Oggi non c’è più bisogno di capitali ingenti per avere a disposizione strumenti che permettono di girare video di alta qualità. La creatività nel mondo televisivo è distribuita”.
Dell’inversione di tendenza e delle ormai già cambiate abitudini degli utenti spettatori parla anche il giornalista Rai, Bernardini che guarda ai palinsesti autogestiti ed ai video virali prodotti dalla gente come elemento di disturbo in un panorama classicamente coperto dai grandi broadcaster. Bernardini parla anche di complessità non fruibile, attraverso canali diversi dalle reti tradizionali delle tv. Un concetto di per sé complesso che merita di essere approfondito.
Parla di Netflix come di un società bravissima a sfruttare la rete anche con poca disponibilità di banda, punto di forza della televisione americana che oggi come ben spiega Marianna Scharf (Manager Eu Public Policy Netflix) produce con autori giovani, mette in risalto opere dei paesi parte del network (Gomorra ad esempio) e sostiene scrittrice, autrici e sceneggiatrici. In numeri Netflix significa 2879 titoli italiani ( Sole24ore), divisi rispettivamente in 1641 film e 616 serie TV.
Il problema è che la televisione è in evoluzione anche se da un lato sembrerebbe un mondo fermo.
In effetti come riportato nella newsletter di Confindustria Radio Tv : La riunione è stata occasione per avviare un confronto costruttivo e individuare nuove strategie promozionali da inserire nel Piano straordinario del Made in Italy, al fine di sostenere le imprese del settore che intendono competere maggiormente sui mercati internazionali. L’industria creativa è infatti uno dei motori economici del Paese, che in questi anni ha dimostrato di sapersi rinnovare e sviluppare a ritmi sostenuti, diventando con l’audiovisivo (cinema, tv , prodotti di animazione, videogames) uno dei settori di punta della produzione italiana, che ha avuto ricadute positive anche in termini di posti di lavoro creati.