di DERRICK de KERCKHOVE –

Sono stato invitato alla camera dei deputati al gran convegno sui diritti d’autore il 24 maggio. Da osservatore ammetto che è stato un momento certamente interessante e visibilmente focalizzato sulla protezione dei diritti contro la pirateria. Mi aspettavo di più da parte dei relatori del panel “Creatività e contenuti in rete”. Come al solito quando si parla di creatività si riscontra proprio una mancanza di creatività anche, paradossalmente, dannosa nelle discussioni esclusivamente focalizzate sulla pirateria. Gli interventi meno prevedibili sono stati di due artisti, un cantautore che ha sottolineato quanto è determinante per il successo dato dalla Rete sia alla creazione che alla distribuzione dei contenuti, ed un regista che innocentemente a confessato di essere all’occasione piratato lui stesso, spesso seccato da quanto i pirati gli rubano sul versante contenuti.

Il problema fondamentale della pirateria è in qualche modo simile a quello della privacy: una mancanza di visione fondata su una conoscenza meglio approfondita della rivoluzione culturale in corso. Tutti guardano ad un passato irrecuperabile dal punto di vista dell’unicità ed esclusività dei prodotti culturali e di autonomia nella sfera privata. Ma il problema è capire meglio le nuove caratteristiche d’identità e di proprietà della cultura digitale. Avrei sentito con interesse almeno un riferimento ai Creative Commons come produttore di creatività, invece di puntare l’indice accusatorio unicamente sugli inarrestabili pirati.

Forse è tempo di capovolgere l’opinione sui pirati e passare dalla sfera dell’illegalità a quella della normalità in un contesto di riproduzione e diffusione elettronica. La stessa cosa vale per la privacy. Occorre dunque un nuovo discorso sulla produzione ed il controllo in un contesto in l’identità digitale della persona deve essere al centro e dunque nuovo elemento di studio per la pedagogia.

Questo mio atteggiamento non richiede di abbracciare un ambiente dove strategie legali ed amministrative di protezione siano abbandonate, chiede di valutare cosa è più opportuno per promuovere la creatività in un contesto totalmente nuovo senza che ciò danneggi la produzione.

Derrick de Kerckhove
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